Le 100 percussioni di Ravenna Festival: quattro appuntamenti all’insegna del ritmo – Venerdì 14 giugno: Terra al Teatro Alighieri, Marching Band in centro storico, Glen Velez all’Almagià e Percussion Voyageralla Darsena PopUp
Per la penultima giornata della rassegna Le 100 percussioni Ravenna Festival si fa addirittura in quattro. Dopo oltre una settimana di concerti, incontri, scoperte con la guida di legni, pelli e metalli (e prima del grande concerto finale di sabato), l’avventura di venerdì 14 giugno comincia dal Teatro Alighieri alle 18 con l’esecuzione di Terra di Nicola Sani, affidato alle percussioni di Antonio Caggiano e al live electronics di un pioniere del campo quale Alvise Vidolin. Alle 19 il Chigiana Percussion Ensemble, mutato in Marching Band, attraverserà il centro storico (ma alle 18.45 ci sarà tempo per un saluto musicale alla fontana di mosaico di Marco Bravura “Ardea Purpurea” in Piazza della Resistenza). Il ritmo sbarca ancora una volta in Darsena, alle 21 con il concerto alle Artificerie Almagià del virtuoso statunitense e vincitore di ben quattro Grammy Glen Velez, favoloso viaggio nel mondo dei tamburi a cornice (con la partecipazione della rhythm vocalist Loire Cotler e di Paolo Rossetti e Francesco Savoretti di Frame Drums Italia), e alle 22.30 alla Darsena Pop Up con Percussion Voyager, altra notte di pulsazioni – in salsa dance floor – firmate da Matteo Scaioli e Maurizio Rizzuto.
Alle 18, al Teatro Alighieri, Terra di Nicola Sani, direttore artistico dell’Accademia Musicale Chigiana (grazie alla cui collaborazione è stata realizzata l’intera rassegna), è parte di un ciclo dedicato ai quattro elementi: “ho voluto associare al tema i due suoni primordiali dell’umanità – spiega il compositore – vale a dire il fiato e la percussione. Suoni ancestrali legati al corpo, all’origine delle culture sonore. Suoni nomadi per eccellenza, quelli che l’uomo ha sempre portato con sé in ogni sua migrazione”. Alle percussioni ci sarà Antonio Caggiano di Accademia Chigiana, mentre il live electronics è affidato a uno dei più grandi sound designer del nostro tempo. Alvise Vidolin possiede la capacità di creare vere e proprie drammaturgie dello spazio e l’applicazione del live electronics in Terra, sottolinea Sani, non è né uno strumento di sintesi né di elaborazione, ma il tentativo di creare una realtà aumentata, un universo sonoro espanso: “è un’elettronica che mantiene, riflette ed espande tutta la componente gestuale del percussionista, che suona una grande orchestra di percussioni materiche, a cominciare dal Geophon, strumento che da solo simboleggia il pianeta Terra”.
In un programma che fa di Ravenna la capitale del ritmo non poteva mancare l’attraversamento del centro storico: un manipolo di percussionisti – quelli del Chigiana Percussion Ensemble – toccherà alcune delle principali vie e piazze cittadine (la zona dantesca e Piazza San Francesco, via Cairoli e Piazza del Popolo, Piazza XX Settembre, Piazza Kennedy…). Calatisi nel ruolo di Marching Band, alle 18.45 parte dei percussionisti rivolgeranno un saluto musicale all’Ardea Purpurea di Piazza della Resistenza – la monumentale fontana in mosaico di Marco Bravura – in presenza dell’artista, del Sindaco Michele de Pascale e di Cristina Mazzavillani Muti Presidente del Festival. I musicisti si uniranno poi ai propri colleghi – partiti invece dal Teatro Alighieri alle 19 – in Piazza Kennedy per il momento conclusivo di quest’incursione musicale.
Alle 21, alle Artificerie Almagià, il riqq, il tar, la kanjira, il tamburello, il pandero, il bodhrán, il bendir sono solo una parte dell’esotico armamentario con il quale Glen Velez seduce appassionati di musica da quasi mezzo secolo. Autentico esploratore del cosmo timbrico, Velez ha dato ai tamburi a cornice il diritto di cittadinanza nella contemporaneità, guadagnando loro l’attenzione di compositori contemporanei, artisti pop, jazzisti con il pallino del folk, visionari dell’elettronica e maestri della world music. Partendo dalle rivoluzionarie composizioni di Steve Reich, senza paura di spaziare a 360 gradi e abbeverarsi alle fonti di ogni folklore, Velez ha fatto dei tamburi a cornice uno strumento d’avanguardia, grazie a una musica che è al contempo primordiale e futuribile. Lo affiancheranno Loire Cotler, cantante che si definisce rhythm vocalist per meglio descrivere il proprio stile, fatto di improvvisazioni vocali, scat e konnakol (tecnica della musica carnatica indiana); Paolo Rossetti (tamburi a cornice e voce) e Francesco Savoretti (percussioni mediterranee) di Frame Drums Italia, associazione che si pone l’obiettivo di diffondere le arti e la cultura legate al mondo di questi strumenti.
Alle 22.30 alla Darsena PopUp il viaggio continua con Percussion Voyager, duo formato da Maurizio Rizzuto e Matteo Scaioli nel 1998 e fra i gruppi di percussione più richiesti nei club italiani e al fianco di dj internazionali. A Ravenna Festival con uno spettacolo di percussioni e musica elettronica, i due musicisti hanno elaborato un linguaggio che coniuga esperienze di musica contemporanea, indiana, giapponese e improvvisazione jazz, miscelate sapientemente a suoni elettronici e ritmica dance; e se questo non dovesse bastare a suscitare la curiosità, c’è un imponente e originalissimo set di percussioni montate su strutture appositamente realizzate, dove ogni singolo strumento è frutto della collaborazione dei musicisti con artigiani dello Sri Lanka e del Giappone.
La rassegna Le 100 percussioni continua sabato 15 giugno con Tamburi nella notte, il concerto finale della rassegna che è anche la prima assoluta della composizione di Michele Tadini per un ensemble di sole percussioni senza precedenti nella storia della musica.
Ingresso libero per Marching Band
Biglietto per gli altri eventi: intero 12 Euro, ridotto 10 Euro
I giovani al Festival (under 18 e universitari under 30): 5 Euro
Info e prenotazioni: tel. 0544 249244 – www.ravennafestival.org