“La ballata di Jack Parsons” è il primo singolo, pubblicato da Pioggia Rossa Dischi, ad anticipare l’album de Le Astronavi previste per il prossimo autunno.
Dopo l’album “Barren” Le Astronavi scelgono di iniziare il loro nuovo viaggio da un brano liberamente ispirato alla figura di Jack Parsons, un personaggio realmente esistito che nacque in California nel 1914 e divise la sua vita tra l’interesse verso l’ingegneria aerospaziale e la magia. Fin da bambino fu attratto dalla fantascienza e dall’impossibile, le riviste pulp furono la spinta per le sue fantasie rivolte alle esplorazioni spaziali che lo portano a costruire i suoi primi razzi artigianali nel giardino di casa. Diventò talmente bravo in questa attività da essere inserito in un gruppo di ricerca missilistica, gruppo di lavoro che venne soprannominato dai colleghi “Suicide squad” per la pericolosità del lavoro con gli esplosivi. Parsons contribuì a creare il combustibile per razzi che portò l’uomo oltre la stratosfera.
Jack Parsons è ricordato nell’ambito dell’occultismo per il suo Babalon working. Eseguì un lungo rituale attingendo da racconti weird, dagli scritti e dalla magia sessuale del famigerato mago inglese Aleyster Crowley, con la volontà di incarnare lo spirito di un’entità chiamata Babalon attraverso un moonchild, un figli o meglio una figlia magica che sarebbe nata da qualche parte nel mondo per liberare quest’ultimo dalle tirannie e dai dogmi della morale imposta. Nel 1952 fu proprio un’esplosione a porre fine alla vita di Jack Parsons e alla sua storia d’amore con l’artista Marjorie Cameron “Candy”. I giornali della tranquilla Pasadena vendettero parecchie copie scrivendo articoli sensazionalistici sulla morte dello scienziato inventore dei razzi JATO, indagato per simpatie comuniste e dedito alla magia nera, le cui feste erano teatro di orge sataniche e rituali occulti. Vero è, che casa sua fu un luogo dove persone di qualsiasi razza, appartenenza politica e orientamento sessuale, potessero esprimersi liberamente e amare secondo la propria volontà.
Parsons non vide mai il primo uomo andare sulla luna ne poté assistere all’onda dirompente della controcultura che si sarebbe infranta come uno tsunami a pochi anni dalla sua morte. Facendo ricerche su questo strano personaggio ci si imbatte in teorie altrettanto bizzarre.
Oltre agli appunti sul suo lavoro Jack Parsons produsse diversi scritti di stampo libertario con una particolare attenzione all’importanza dell’emancipazione della donna, in quanto chiave del cambiamento .
Nel 1971 l’Unione Astronomica Internazionale diede il suo nome ad un cratere sul lato nascosto nella luna.
Oggi Le Astronavi gli dedicano una canzone ed un video raccontandolo con un filo sottile che lega il sovrannaturale all’umano e il mondo dell’occulto con il linguaggio del cantautorato contemporaneo.
Crediti brano
Voce, testo e produzione – Gianmaria Rocchi
Suon design/ engineer & coarranger – Alberto De Scalzi
Mix&master – Room Studio
Cori- Martina Battaglia
Crediti video
Regia – Stefania Carbonara
Scritto da – Stefania Carbonara e Gianmaria Rocchi
Costumi- Francesca pellegrini
Direttore della fotografia- Riccardo La Valle
Operatore video- Alex Chellali
Aiuto operatore- Lainez Bernardon
Scenografia- Silvia Bernardelli
Oggetti di scena- Gianmaria Rocchi
Trucco- Giulia Bussone
Grafica- Silver Testarossa
Montaggio- Stefania Carbonara e Gianmaria Rocchi
Con: Stella Di Plastica, Giancarlo Mariottini, Riccardo La Valle, Manila Zangari, Alberto De Scalzi,
Stefania Carbonara, Gianmaria Rocchi