Teatro Carlo Felice
Giovedì 10 giugno, venerdì 11 giugno, mercoledì 16 giugno 2021 ore 20.00
Sabato 12, domenica 13 giugno 2021, alle ore 15.00
La produzione de L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti conclude la Stagione 2020-2021 del Teatro Carlo Felice con un omaggio nel centenario della nascita a Emanuele Luzzati, di cui propone una delle scenografie più celebri, realizzata nel 1994 per l’allora “Teatro dell’Opera di Genova”, con gli storici costumi di Santuzza Calì.
L’allestimento, per la nuova regia di Davide Garattini vede Alessandro Cadario, maestro concertatore e direttore salire sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Carlo Felice, preparato da Francesco Aliberti, protagonisti in scena i solisti dell’Accademia di alto perfezionamento per cantanti lirici del Teatro Carlo Felice, con la direzione artistica di Francesco Meli.
Melodramma giocoso in due atti scritto da Gaetano Donizetti nel 1832 su libretto del genovese Felice Romani L’elisir d’amore si ispira alla vicenda de Le Philtre di Daniel Auber, su libretto di Eugène Scribe, in voga a Parigi in quegli stessi anni. Nei due soli atti di una vicenda di ispirazione agreste – il semplice Nemorino, innamorato della bella e scaltra Adina, si fa raggirare dal ciarlatano Dulcamare che gli propone un magico filtro d’amore – Donizetti riesce musicalmente condensare gli affetti propri del genere comico e del semiserio. A questi amalgama la dimensione metateatrale, in una commedia degli equivoci e degli intrighi a lieto fine, di grande vitalità melodica, la cui trama, pronta a “scattare” come una trappola, si riavvolge ironicamente attorno al destino dei personaggi.
La vicenda, piena di fantasia, di freschezza, viene esaltata dalla scelta di Luzzati di ambientare l’intera vicenda a cielo aperto, nel quadro di un’ambientazione classica: le quinte, il boccascena, un albero richiamano un’iconografia tipicamente ottocentesca, utilizzando semplici dispositivi (siparietti, al più) per ricreare le ambientazioni intimistiche, e sgombrano il terreno all’arrivo dirompente del carro-armadio di Dulcamara, che assolve al compito di dispiegare “telescopicamente” i diversi interni, in una contemporaneità di spazio e tempo che riporta alle fondamenta illusionistiche e favolistiche del linguaggio dell’opera.
“L’elisir d’amore, nel suo genere è una delle opera più perfette, scriveva Emanuele Luzzati nelle sue note sull’allestimento dello stesso titolo al Carlo Felice nel 2004: una musica leggera, ma senza mai cadute; un libretto spiritoso, frasi orecchiabili e poi punti di forza: uno nel primo atto con la cavatina di Dulcamara e l’altro nella celebre romanza, cavallo di battaglia di tutti i tenori leggeri “una furtiva lagrima”. Ed è con leggerezza e semplice efficacia che Luzzati risolve una mise en scène nata strutturata in una serie di tableaux vivants caleidoscopici, tra cui si insinuano riferimenti alla dimensione meta-teatrale, come attraverso la presenza in scena di una poltrona: quella su cui sedeva il nonno dello stesso Luzzati, per narrargli la storia di Nemorino e Adina, quella su cui si siederanno gli innamorati per condividere, oggi, i loro progetti e, un domani, i loro racconti e ricordi.
Note di regia
di Davide Garattini
I cent’anni dalla nascita di Emanuele Luzzati sono un anniversario che non può passare inosservato, soprattutto da parte della città che l’ha visto nascere e morire, lui stesso ha da sempre mostrato un forte attaccamento verso la città di Genova come sua grande ispiratrice : “ Genova, dove si entra dai tetti delle case e si esce giù per le strade ripide, labirintica come un bosco, è la mia migliore musa. Tutte le volte che esco dall’ascensore del quartiere di Castelletto e guardo fuori mi stupisco, perché vedo sempre qualcosa di nuovo.”. Proprio da queste parole ho iniziato il mio viaggio in questo bellissimo Elisir d’amore firmato Luzzati-Calì. Ci si ritrova magicamente immersi in un caleidoscopio di colori che inebria e come in un labirinto ci si perde piacevolmente in una visione fantastica.
Purtroppo non ho mai conosciuto Lele Luzzati, ammetto che mi sarebbe piaciuto molto fare una conversazione con lui perché avrei mille domande da fargli a cui sicuramente risponderebbe mostrandomi tutte le sue immagini. Sono stato da sempre affascinato dalla sua arte, mi divertiva e mi incuriosiva; ho da sempre osservato i suoi lavori e ho sempre accolto con entusiasmo le sue proposte artistiche, soprattutto quando affrontava i classici più conosciuti. Mi lascio graffiare, con molto piacere, dalle sue immagini così vibranti dove, a ogni sguardo, veniamo catturati da nuovi dettagli, esattamente come accade con la città di Genova, un labirinto di diverse possibilità e molteplici sfaccettature.
La felicità è sicuramente stata la mia prima reazione quando ho ricevuto la proposta di firmare una nuova regia dell’opera con le scene di Luzzati, poi lentamente l’entusiasmo si è placato e si è trasformato in uno sguardo più guardingo. Ho da subito cercato di esaltare la forma estetica, ma sicuramente, entrare in un progetto come questo con una nuova regia, non è cosa facile, ci vuole molto rispetto e attenzione. Anche in questo caso una frase di Luzzati mi è venuta in aiuto: “La memoria è una cosa fredda, il racconto invece è caldo: è tutta la vita che racconto, io che sono così avaro di parole.” Per cui inutile pensare alla memoria, dovevo mettermi a raccontare; così che ho cominciato a farmi guidare in questo caleidoscopio di colori cercando un modo nuovo: vivo e caldo e al tempo stesso di rispettare il lavoro esistente.
Siamo in un periodo storico molto particolare, che ci condiziona notevolmente sulle scelte da portare in scena, con regole e distanze di sicurezza che indicano “nuove strade, diverse”, non voglio chiamarli “limiti”; ma, senza dubbio, sono percorsi nuovi da affrontare. L’elisir d’amore sarà la prima opera del Teatro Carlo Felice di Genova a pieno organico. Un’impresa notevole che oggi i teatri italiani sono chiamati ad affrontare per dimostrare, ancora una volta, la loro professionalità e serietà. Noi artisti fermi da più di un anno accettiamo questa chiamata alle armi con determinazione e felicità, in qualunque situazione, ci si rimbocca le maniche, si mettono da parte vecchi metodi e si ricomincia tutto da capo per andare in scena.
Ho cercato di proporre fin da subito una regia dinamica e divertente, frizzante e attiva come la grafica dell’allestimento suggerisce, la freschezza dei giovani interpreti dell’Accademia di Canto del Teatro Carlo Felice ha sicuramente aiutato. Affrontare un’opera come questo capolavoro donizettiano può trarre in inganno; a prima vista può apparire facile ma non lo è affatto. Si tratta di un’opera buffa ma non minore, anzi esattamente il contrario, è il titolo perfetto per la crescita di un giovane cantante, per sviluppare la sua parte artistica e interpretativa. I cantanti sono portati a mettere in scena personaggi con molte sfaccettature, risvolti psicologici e di sentimenti; così l’artista deve misurarsi e raccontare sul palco ogni momento. Una bella sfida per il suo percorso. Fortunatamente la musica aiuta moltissimo, favorisce anche dei simpatici “a parte” che ricordano le pagine più divertenti del teatro goldoniano. In questi momenti il pubblico ascolta quello che il personaggio nasconde agli altri, come una confessione all’audience rendendola parte attiva della storia. La musica di Gaetano Donizetti poi, magistralmente, conduce e sviluppa la trama!
A colpire la mia fantasia registica, più di tutto, è stato il Carro di Dulcamara. Un capolavoro! Potrei fare quest’opera solo con questo elemento e togliere tutto il resto, purtroppo a causa delle restrizioni anto Covid, posso usarlo limitatamente; ma mi piacerebbe molto fare un Elisir d’amore usando, unicamente, tutte le diverse sfaccettature di questo carro. Il carro di Dulcamara, per me, è senza dubbio l’espressione perfetta di Luzzati e la mia idea di questo Elisir, un grande carro colorato, tipico dell’arte dell’artista genovese, pieno di immagini vive e sorridenti, di profili e pennellate veloci. Un affresco intimo e grazioso che si apre piano piano fino a mostrarsi nella sua totalità, così è il mio Elisir, si sviluppa in modo da poter raccontare la storia e infine mostrare una conclusione piena d’amore e musica.
Credo che sia davvero bello ri-iniziare la vita sul palco da questo spettacolo, raccontiamo di un Elisir che fa innamorare; ma io vedo la metafora della musica e dell’arte come “balsamico liquore” che fa innamorare dell’arte e fa dimenticare il tempo delle restrizioni e della lontananza dalle scene. Auguro a tutti di bere questo Elisir fino all’ultima goccia di musica.
L’Accademia di alto perfezionamento e inserimento professionale per cantanti lirici del Teatro Carlo Felice nasce nel 2021. Il teatro ne ha affidato la direzione artistica al tenore genovese Francesco Meli, tra le massime personalità del panorama lirico internazionale.
L’Accademia ha lo scopo di offrire un ciclo formativo completo, così da valorizzare le nuove generazioni di cantanti anche attraverso il debutto nelle stagioni liriche genovesi. Il Teatro Carlo Felice, i docenti dell’Accademia e il direttore artistico credono fermamente nel progetto di dare concrete opportunità professionali alle nuove leve e credono nel futuro dell’Opera.
I docenti dell’Accademia sono Vittorio Terranova, Elizabeth Norberg-Schulz, Giulio Zappa, Roberto De Candia, Antonella D’Amico, Serena Gamberoni, Silvia Paoli, Daniele Callegari, Antonella Giusti, Francesco Meli.
Teatro Carlo Felice OPERA
Giovedì 10 giugno, ore 20.00 L’ELISIR D’AMORE (1832)
Venerdì 11 giugno, ore 20.00 Musica di Gaetano Donizetti
Mercoledì 16 giugno, ore 20.00 Libretto di Felice Romani
Sabato 12 giugno, ore 15.00
Domenica 13 giugno, ore 15.00 Maestro concertatore e Direttore Alessandro Cadario
Maestro del coro Francesco Aliverti
Regia Davide Garattini Raimondi
Scenografia Emanuele Luzzati
Costumi Santuzza Calì
Luci Angelo Pittaluga
Assistente alla regia Anna Aiello
Costumi ripresi da Elena Pirino
Mimo danzatore Luca Aliberti
Personaggi e interpreti*
Adina Claudia Muschio (10, 12)
Alessandra Rizzini (11,13)
Patricia Cavalche (16)
Nemorino Nico Franchini (10, 12, 16)
Davide Tuscano (11, 13)
Belcore Alberto Bonifazio (10, 12, 16)
Nicola Zambon (11, 13)
Dulcamara Francesco Auriemma (10, 12, 16)
Gabriel Wernick (11, 13)
Giannetta Giulia Filippi (10, 16)
Roberta Mancuso (11, 13)
Gabriella Ingenito (12)
*Solisti dell’Accademia del Teatro Carlo Felice diretta da Francesco Meli
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Carlo Felice
INFORMAZIONI DI BIGLIETTERIA
Tariffe dei biglietti l’opera L’elisir d’amore
per le recite del 10, 11,12, 13, 16 giugno 2021
Prezzo unico: 60 euro
Under 26:15 euro
Si informa il gentile pubblico che i voucher emessi dal Teatro Carlo Felice, in possesso degli spettatori possono essere utilizzati per l’acquisto dei biglietti dell’opera.
I biglietti possono essere acquistati presso la biglietteria del Teatro Carlo Felice nei seguenti orari:
da martedì a venerdì, dalle 12.00 alle 18.00
sabato, dalle 12.00 alle 16.00
Vendita online: vivaticket.it e happyticket.it
La biglietteria è in Galleria Cardinale Siri 6 – 16121 GENOVA
Tel.: (+39) 010/5381.433-305-334 fax: (+39) 010 5381.335
e-mail: biglietteria@carlofelice.it
Per ulteriori informazioni: comunicazione@carlofelice.it