L’oratorio di San Giorgio con il suo ciclo trecentesco di affreschi, ora Patrimonio UNESCO, situato sulla piazza antistante la basilica di S. Antonio a Padova, si trasforma nuovamente in una prestigiosa sala da concerto, ospitando domenica 5 dicembre alle 18.45, un nuovo prezioso appuntamento con la musica.
Il tenore Haruyuki Hirai, il soprano Sara Ricci e l’alto Sara Tommasini, insieme al Coro da Camera del Concentus Musicus Patavinus e all’Ensemble strumentale El Melopeo (Martina Baratella, viola da gamba, Matteo Zabadneh, violone, Roberto Loreggian, organo) diretto dal Maestro Ignacio Vazzoler, eseguiranno l’oratorio “Historia di Jephte” di Giacomo Carissimi (1605 – 1674).
La produzione di Carissimi, che fu maestro della cappella alla Basilica di Sant’Apollinare dal 1630 alla sua morte, è determinante nella definizione e nell’evoluzione della forma musicale dell’oratorio in lingua latina. Si può congetturare che “Historia di Jephte” sia stato composto intorno al 1649, o poco prima. Secondo la prassi a quel tempo usuale, l’autore ricavò il testo dell’“Historia di Jephte”, che si suppone essere stato composto intorno al 1649, tagliando e interpolando liberamente la Vulgata e, come in tutti i suoi oratori latini, la struttura appare progettata a campata unica delineata in tre tableaux (la battaglia – le celebrazioni per la vittoria – i lamenti) in cui si alternano l’asciuttezza melodica dei recitativi e numerose sezioni in stile arioso.
Considerato uno dei grandi capolavori del genere, l’oratorio, rievoca la storia di Jephte, condottiero degli Israeliti, narrata in tre capitoli del libro dei Giudici nella Bibbia, che, per propiziarsi la vittoria sugli Ammoniti, fa voto di immolare in sacrificio a Dio la prima persona che gli verrà incontro dopo la vittoria. Gli si presenta la sua unica figlia e la gioia del successo si trasforma repentinamente in tragedia e in un accorato lamento che accosta, in stridente contrasto, la vittoria di Israele con la morte della vergine.
«Il coro conclusivo è senza dubbio il brano più ammirato dell’intero oratorio– racconta il Maestro Vazzoler – Haendel ne rimase tanto impressionato da prenderne a prestito parecchi elementi per il coro del proprio Samson. Si tratta in realtà di musica di eccezionale impatto espressivo, la conclusione senza dubbio più sublime dell’episodio del lamento. È anch’esso un brano a sezioni. L’esordio omoritmico, nella sua dolente compunzione, suona come una solenne apertura verso orizzonti interminati. Tanto le dissonanze di cui è irto l’accenno di fugato sulle parole “in carmine doloris” quanto il lavorìo polifonico che anima le sezioni successive appaiono ‘emblema di un’angoscia per la quale, in termini solamente umani, non è possibile né razionale spiegazione né durevole conforto.».
Completano il programma musicale due composizioni di Girolamo Frescobaldi (1583 – 1643) per basso e basso continuo: la Canzona VII basso solo detta La Superba o Tuccina e la Canzona VII basso solo detta L’Ambitiosa. Frescobaldi può essere considerato il primo “indipendentista” della musica strumentale, fin ad allora sempre subordinata alla vocalità, alle parole di un testo. Elevandola ad arte egli evoca gli affetti degli ascoltatori suggerendo nuove emozioni.
Il concerto è inserito nell’edizione 2021 del Festival di Musica Antica PadovAntiqua, intitolato “Canticum Calamitatis”, il cui tema portante sono le epidemie e il loro ruolo nella storia dell’umanità sul piano sanitario, demografico, sociale, economico e culturale, influenzando anche le tecniche compositive, i musicisti e, ovviamente, il pubblico. L’esecuzione sarà introdotta da un breve excursus dal titolo: «A peste… libera nos Domine! Epidemie e pittura nel tardo Medioevo», tenuto dalla Professoressa Giovanna Baldissin Molli dell’Università degli Studi di Padova.
L’iniziativa, promossa dalla Veneranda Arca di S. Antonio con la Pontificia Basilica di S. Antonio, è finanziata con il contributo dell’Università degli Studi di Padova sui fondi della Lg. 3.8.1986. Rientra nelle azioni promosse nell’ambito del comitato di pilotaggio di Padova Urbs Picta, che presiede, sotto l’egida del Comune e la partecipazione degli enti proprietari, la gestione dei siti affrescati del Trecento, ora inseriti nella World Heritage List.
Evento gratuito solo su prenotazione per massimo 50 persone con Green Pass.
Informazioni e prenotazioni
arcadisantantonio@gmail.com
Profili
Haruyuki Hirai,
Tenore, nato a Tsukuba in Giappone. Si è laureato in Canto presso la facoltà di musica dell’Università di Arte di Tokyo con Hiroshi Kawakami e in Canto barocco del corso triennale di I livello e biennale di II livello presso il Conservatorio di Verona con Cristina Miatello. Attualmente frequenta il corso biennale di II livello in Musica d’insieme, indirizzo voci e strumenti antichi, al Conservatorio di Vicenza con Gemma Bertagnolli. Ha anche partecipato al programma Erasmus per un semestre presso la Hochschule für Musik und Theater di Leipzig con Gundula Anders. Ha cantato come solista con vari direttori specialisti di musica antica quali Roy Goodman, Alfredo Bernardini, Sigiswald Kuijken, Alberto Rasi, Paolo Faldi, Pierdino Tisato, Margherita Dalla Vecchia e molti altri.
Sara Ricci
Dopo essersi diplomata in canto lirico presso il Conservatorio di Trento, Sara Ricci si laurea con lode in canto rinascimentale e barocco con il tenore Vincenzo Di Donato presso il Conservatorio di Verona. Studia con Alberto Rasi (Buxtehude, Dowland), approfondisce con Martin Gester il repertorio francese; con Marcello Gatti le diminuzioni nei trattati dell’epoca; con Vincenzo Di Donato si dedica al repertorio italiano del Seicento. Si perfeziona vocalmente con il soprano A. Lia Lantieri, e partecipando a masterclass e seminari con Gloria Banditelli, Alberto Allegrezza, Rossana Bertini, Gabriel Garrido. Come solista ha eseguito repertori del rinascimento e barocco, prediligendo Monteverdi, J. S. Bach, L. Luzzaschi, ma anche Handel e Mozart, con varie formazioni orchestrali, tra cui Orchestra Machiavelli, Accademia degli Invaghiti, i Virtuosi Italiani, l’Orchestra Dodekachordon. E’ membro stabile dell’ensemble di musica rinascimentale e barocca Vago Concento di Verona diretto da Marcello Rossi Corradini, con cui affronta partiture inedite e progetti di ricerca, e con il quale ha partecipato di recente al Festival Floremus 2021 a Firenze. Collabora inoltre con il compositore Alessandro Boratti per alcuni progetti contemporanei, tra cui “Mail” eseguito nel 2017 presso l’auditorium “Melotti” di Rovereto e, per progetti teatrali ha collaborato in passato con gli artisti Shadow Casters , Marinella Sentore e il collettivo OHT di Rovereto (TN).
Sara Tommasini
Nel corso degli studi musicali ha approfondito il repertorio barocco senza tralasciare il belcanto. Attualmente continua la ricerca e lo studio, che considera inesauribili, sotto la guida del soprano Donata D’Annunzio Lombardi. Numerose le esperienze, tra le principali: nel 2020 Gianni Schicchi di G. Puccini (Zita) sotto la direzione di A. Frey e la regia di G.Vaccari. Nel 2019 si è esibita in Suor Angelica di G. Puccini (badessa) al fianco di D. D’Annunzio Lombardi, si è esibita al festival Trame Sonore di Mantova con G. Bertagnolli, ha avuto l’onore di cantare in udienza privata presso la Santa Sede. Nel 2018 la prima esecuzione moderna di “Motezuma” di B. Galuppi (Ostane) presso il Festival pucciniano di Torre del Lago e replica della stessa opera per il Landsteather di Salisburgo con la Mozarteum Orchester. Sempre nel 2018 ha cantato Suor Angelica (Zia Principessa) presso il teatro Jenco di Viareggio in occasione dell’apertura del mese pucciniano a cura della Fondazione Festival Pucciniano. Nel 2018 si è esibita al Festival Galuppi a Venezia, dove si era già esibita nel 2015 con S. Mingardo. Nel 2016 e nel 2017 ha cantato rispettivamente i ruoli di Ottone e Penelope nell’Incoronazione di Poppea e nel Ritorno di Ulisse in Patria di C. Monteverdi nella regia storica di A. Allegrezza, per la stagione Corti Chiese e Cortili. Nel 2017 è stata diretta da F.M. Bressan per Baroque Experience. Nel 2017 ha registrato i Mottetti a 1, 2, 3 e 4 voci di B.M. Meda con Cappella Artemisia per Brilliant Classics. Con alcuni giovani colleghi, si è occupata della riscoperta delle Romanze da camera di D. Canestrari, compositore veronese attivo tra XIX e XX secolo, in prossima uscita per Tactus Records. Nel 2016 è stata Ambleto nella prima esecuzione moderna di Ambleto di Gasparini presso il teatro filarmonico di Verona. Nel 2015 ha fatto parte del cast di Dido and Aeneas di H. Purcell (Sourceress) con la compagnia inglese Ad Parnassum. Sempre nel 2015 si è esibita in una selezione di arie bachiane in occasione degli studi donatelliani e della mostra Donatello Svelato a Padova. Nel 2014 ha registrato l’anthem In the Lord Put I my Trust di G.F. Händel per La Bottega Discantica. Ha partecipato alla produzione di Sancta Susanna di Hindemith (coro) al Ravenna Festival, diretta da R. Muti. Si è esibita come solista in molte stagioni e teatri quali Festival Grandezze e Meraviglie di Modena, Trame Sonore, Teatro Olimpico di Vicenza, Scuola Grande di San Rocco a Venezia, Sala dei Giganti a Padova, Festival di Musica Antica della Val Nerina, Filarmonica di Trento, Teatro Bibiena a Mantova, Alto Reno Baroque Festival, Cappella di San Petronio, Mantova Musica, Sala Maffeiana a Verona, teatro Jenco a Viareggio, Landstheater di Salisburgo. Collabora stabilmente con PadovAntiqua, con la corale B.Marcello di Mestre e con diverse realtà musicali del nord Italia. Collabora con L’Istituto Diocesano di Musica Sacra e Liturgica di Vicenza presso il quale insegna canto e vocalità.
Coro da Camera del Concentus Musicus Patavinus
Formato da circa 24 coristi, molti dei quali giovani musicisti, si dedica soprattutto allo studio di repertorio sacro e profano rinascimentale e barocco e della musica corale contemporanea. Per l’attività che comporta l’uso di ensemble strumentali, il Coro da Camera si avvale di formazioni di musicisti specializzati nella prassi esecutiva con strumenti antichi. Dalla sua fondazione nel 1979, il Coro da Camera ha affrontato repertori di grande interesse e originalità come lo Stabat Mater di D. Scarlatti, il Vespro della Beata Vergine e la Selva Morale e Spirituale di C. Monteverdi, Messiah di G. F. Händel, il Vespro di G. A. Rigatti e le Musicalische Exequien di H. Schütz.
El Melopeo, ensemble vocale e strumentale
L’ensemble vocale e strumentale prende il nome dal trattato di Pietro Cerone El Melopeo y maestro (1613), nel quale si delinea la figura del musico perfecto e si teorizzano le basi dell’idioma musicale che caratterizzerà il repertorio Barocco. Si tratta, quindi, di un’opera di transizione, intrisa della tradizione musicale culminata nel nitore contrappuntistico del Rinascimento, e tesa al nuovo linguaggio basato su effetti chiaroscurali e contrastanti. Base dell’interpretazione musicale è lo stretto rapporto che da sempre ha unito la parola alla musica. La fusione tra questi due elementi e il loro rapporto di equilibrio portano alla necessaria ricerca di una prassi esecutiva che naturalmente stimoli il discorso musicale evidenziando le caratteristiche di ogni brano. L’ensemble vocale inizia le sue attività nel gennaio 2012. Da allora si esibisce in numerose manifestazioni accompagnato dalla sezione strumentale, formata da musicisti specializzati nell’esecuzione di strumenti antichi, e anche a cappella eseguendo un repertorio vario che spazia dal barocco latinoamericano agli autori contemporanei.
Ignacio Vazzoler
Nato in Argentina, ha studiato didattica della musica e violino presso il Conservatorio Manuel de Falla (Buenos Aires). Nella Pontificia Università Cattolica Argentina ha seguito il corso di direzione corale. Collabora come assistente nei corsi di Teoria e Solfeggio e Contrappunto presso il Conservatorio Manuel de Falla. Ha studiato Contrappunto Rinascimentale e Barocco e Teoria Musicale Rinascimentale presso la Scuola Civica di Milano. Diplomato in Canto presso il Conservatorio J. Tomadini di Udine sotto la guida di Francesca Scaini, ha seguito corsi di specializzazione in musica rinascimentale e barocca con K. Boeke, J. Savall e G. Lesnè. Ha conseguito il diploma triennale e il master di specializzazione per direttori di coro nella Scuola Superiore Guido d’Arezzo (Arezzo), con i maestri Corti, Graden, Hogset, Marzola, Neumann, Broadbent, Rassmussen e Donati. Dal 2010 è maestro collaboratore presso il coro di voci bianche Cesare Pollini. Dirige il Coro Sol La Re (Ponte San Nicolò), l’ensemble vocale El Melopeo e il Coro da Camera del Concentus Musicus Patavinus, centro di studi, ricerche e formazione musicale dell’Università degli Studi di Padova.