La fiera della piccola e media editoria che si tiene ogni anno al castello San Salvatore di Susegana cambia passo. Quest’anno per festeggiare i suoi vent’anni, si va… Lentamente.
Riflettori tutti puntati su Libri in Cantina che quest’anno raggiunge un importante traguardo: festeggia i suoi primi vent’anni la celebre kermesse dedicata alla piccola e media editoria. L’appuntamento è al castello San Salvatore di Susegana (Treviso), nei giorni 5 e 6 ottobre 2024.
Un compleanno così importante meritava senz’altro una riflessione. Nasce da qui la svolta e il significativo cambio di passo, all’insegna… della lentezza
Cosa proporre quindi di diverso?
Pochi incontri con gli autori ma tutti di altissimo livello e con più tempo.
Come ad esempio quello con Franco Arminio, poeta e paesologo, che si fermerà nella verdissima terrazza del leccio di Palazzo Odoardo. Chi meglio di Arminio poteva essere il testimone per questo cambio di passo del festival? Arminio, da sempre, come un rabdomante, cerca la vena in cui ancora scorrono parole dense di significato e di luce. I suoi versi si offrono come occasione per aprire il cuore alla meraviglia, cantano l’importanza di prestare attenzione al minuscolo per sentirci parte dell’immenso. Dell’amore per il suo paese (Bisaccia, in Irpinia) – che non ha mai lasciato, restando e resistendo di fronte allo spopolamento – l’autore ha fatto la sua bandiera, fondando la paesologia, disciplina etica che insegna ad amare il paesaggio. Anche quello interiore.
Così come Matteo Saudino, creatore di Barbasophia, un luogo di divulgazione virtuale che unisce le due peculiarità più evidenti dell’autore: la barba e la filosofia. Saudino insegna storia e filosofia ai ragazzi e scrive libri. Per raccontarci di cose serie ma con impennate geniali che tolgono la storia dalla polvere per trasportarla nel contemporaneo.
Scrittore, youtuber e attivista, Saudino collauda strumenti e affina cervelli per ragionare sulla società, sulla politica, sulle istituzioni e sull’istruzione, sui diritti e sulla giustizia sociale, perché “fare filosofia -come ripete sempre – è un atto di ribellione”.
E ancora nuove collaborazioni con partner già amici della mostra: la Fondazione Benetton studi e ricerche per un qualificato sguardo sul paesaggio. E con la Fondazione Stepan Zavrel, scuola internazionale dell’illustrazione, con le suggestioni della fantasia.
Cosa aspettarsi dunque?
Non il solito festival bulimico dove si passa da un tema o da un autore all’altro. Non la solita presentazione quindi, ma una giornata a chiacchierare sotto al leccio, a disegnare in un prato, a pensare guardando il paesaggio, ascoltando una musica.
Lunghi incontri che saziano lo spirito.
Presentazioni lente che mettono appetito di conoscenza, ci rendono affamati di libri, ghiotti di storie. Ma anche di camminate. Col naso all’insù, a guardare il cielo, immersi nel verde delle nostre colline: un luogo che sembra uscito da un libro di favole.
Oggi tutto è veloce: la cultura si consuma e spesso non si assapora, siamo in contatto con tutto il mondo e in relazione con nessuno. Abbiamo davvero bisogno di rallentare.
LentaMente propone un ritmo diverso, per dare il tempo all’anima di raggiungerci. Perché il pensiero ha bisogno di tempo: per lasciare spazio alla fantasia; per godere a pieno delle parole.
Ma anche per contemplare il paesaggio, per ascoltare il silenzio, per sentire i profumi. Per restare umani.