“L’intruso”: un giallo tra mistero e fragilità delle apparenze

“L’Intruso” di Astrid Sodomka è un romanzo giallo di grande profondità che mescola un’indagine poliziesca avvincente con un ritratto inquietante della borghesia viennese contemporanea.

Ambientato nel quartiere di Josefstadt a Vienna, il romanzo inizia con la scoperta di un corpo: Amir Moghaddam, un giovane rifugiato afghano, viene trovato pugnalato a morte durante una festa di compleanno per bambini.

Questa morte improvvisa e misteriosa non solo scuote la tranquilla comunità, ma diventa rapidamente oggetto di manipolazione politica, con gruppi di estrema destra che sfruttano l’evento per alimentare la retorica anti-rifugiati.

Da questo punto di partenza, la storia si sviluppa seguendo le indagini dell’ispettore capo Giorgos Hansmann, un investigatore attento, riflessivo e, in molti sensi, un outsider nel mondo altoborghese e “politicamente corretto” che si trova a dover analizzare.

La forza del romanzo risiede nella sua capacità di esplorare i molti strati della società viennese, usando la lente dell’indagine criminale per rivelare contraddizioni e ipocrisie.

A prima vista, il mondo che Sodomka descrive è quello di una borghesia progressista, ecologista e inclusiva, simboleggiata dall’asilo parentale gestito dai genitori dove Amir lavorava come volontario. Tuttavia, l’autrice smonta rapidamente questa facciata, mostrando come dietro le apparenze di solidarietà e tolleranza si nascondano tensioni razziali, divisioni sociali e pregiudizi mai sopiti.

Il personaggio di Hansmann rappresenta una guida perfetta per questo viaggio nel cuore della complessità umana. Mentre indaga sull’omicidio, scopre che quasi tutti coloro che circondano la vittima hanno qualcosa da nascondere.

Ogni personaggio è ben delineato, non solo come sospettato, ma come rappresentazione di un pezzo di quella società che cerca disperatamente di mantenere la sua immagine immacolata. La vicepresidente dell’asilo, Franziska Lasser, è uno dei personaggi più interessanti del romanzo: la sua ossessione per la perfezione e il controllo emerge in modo prepotente, mostrando una personalità complessa che tenta di bilanciare le aspettative sociali con le sue paure più intime.

L’elemento del giallo è sviluppato con abilità. La tensione è mantenuta alta per tutta la narrazione, con indizi che si svelano lentamente, rivelando strati sempre più profondi di intrigo. Amir, il giovane afghano, non è solo una vittima passiva: attraverso i suoi rapporti con gli altri personaggi e i flashback, si scopre come abbia incarnato molte delle speranze e delle paure di coloro che lo circondavano.

È un rifugiato, un volontario, un giovane uomo in cerca di un futuro migliore, ma anche un enigma per chi lo ha conosciuto.

Uno dei temi più incisivi del libro è la strumentalizzazione della tragedia personale a fini politici. Dopo la morte di Amir, una foto del suo cadavere viene diffusa sui social media, e immediatamente i gruppi di estrema destra iniziano a sfruttare l’omicidio per incitare all’odio contro i rifugiati. In questo modo, il romanzo di Sodomka diventa anche un’acuta critica della società moderna, del modo in cui i media e la politica possono deformare la verità per i propri scopi. L’uso del social network e la rapidità con cui l’odio può essere alimentato in rete sono temi che rendono “L’Intruso” estremamente attuale e rilevante.

La scrittura di Sodomka è densa e precisa, capace di catturare sia l’inquietudine del mistero che la ricchezza emotiva dei personaggi. Ogni dialogo, ogni descrizione sembra carico di una tensione sotterranea, come se ogni parola contenesse un doppio significato.

Il ritmo è ben dosato: la narrazione alterna momenti di introspezione e riflessione a scene di tensione più intensa, con un crescendo che porta a un finale sorprendente ma perfettamente coerente con il tono complessivo del romanzo.

In conclusione, “L’Intruso” non è solo un giallo appassionante, ma anche un’opera che invita a riflettere profondamente su temi importanti come l’integrazione, la xenofobia, la classe sociale e la fragilità delle apparenze. Astrid Sodomka riesce a costruire una storia che va oltre il mero intreccio investigativo, presentandoci un mondo in cui il crimine è solo il punto di partenza per una riflessione più ampia sulla natura umana e sulla società contemporanea.

Chi cerca un giallo che sappia combinare suspense e profondità emotiva non rimarrà deluso da questo romanzo denso e coinvolgente.

Editore: Edizioni Le Assassine
Genere: Giallo
Collana: Oltreconfine
Lingua: ‎italiano
Hard-cover : pagine 458

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