Sembra a ritroso il viaggio sonoro di Luca Amoroso. Sembra pescare da anni antichi ormai, anni di rivolta e di sperimentazione. Sembra che la spiritualità regni sovrana… di sicuro ha tutta ‘aria di essere un nascondiglio questo disco dal titolo figurativo e celebrativo “Mondo perdona”. Sono tracce di semplicità e di estraniazione, lisergiche e accoglienti. Un disco immersivo che sono sicuro dividerà l’ascolto e il suo pubblico. Procediamo per gradi e indaghiamo da vicino…
Un disco nuovo, un primo disco per molte cose o sbaglio?
Si secondo me è una boccata d’aria fresca. Voglio ridar vita alla musica composta e cantata da chi la scrive. Stiamo ritornando a tempi in cui per scrivere un singolo, ad un cantante servono 5 autori. Come negli anni 50. Poi è arrivato Bob Dylan e i Beatles ed hanno dato vita a nuova musica. Sento il compito di riportare musica di qualità, di costruire storie, di essere portatore di misteri e di innovazioni.
E nel disco nuovo come ti poni? Che responsabilità dai alla tua musica?
Sto lavorando notte e giorno per assemblare in lui prossimo album. Ho dormito poco per pensare. Quando ho finito di assemblarlo poco tempo fa mi sono reso conto che è un’opera titanica, estremamente ambiziosa e difficile. Ma è per questo che vivo. Posso farcela sicuramente. Voglio che il mio prossimo album cambi il concetto di musica in Italia e riporti una emozione alla gente di tutti i paesi per la buona musica e la struttura delle canzoni, e anche risvegliare quel senso di album musicale inteso come un proprio viaggio, dalla prima all’ultima traccia. È importante seguire la scaletta degli album quando vengono ascoltati. Nulla è casuale, almeno per me. Vorrei che il mio prossimo album fosse il mio “Sgt. Pepper” o “Dark Side of The Moon”.
Un lavoro che ha pochissimo a corredo. Pochissime foto, tutto molto casuale, lo-fi, esteticamente privo di appigli con le abitudini quotidiane. Perché?
La mia immagine è quella di un musicista e poeta, non mi interessa vestirmi in maniera provocatoria, avere un fisico scolpito o fare dei videoclip sessualmente provocatori. Io sono un musicista e poeta, non un attore o un modello.
La musica è al centro di tutto.
Un video ufficiale manca… anche questo manca… una scelta preciso o paura di apparire e mettersi in gioco?
I videoclip arriveranno, ma come avevo detto, devono avere una forma artistica nuova e peculiare per esprimere la mia musica.
E quel senso di luce soffusa, intimità… quel senso di privato e di invalicabile. Come dentro le allegorie dei testi. Distante dal pubblico? Qual è il vero messaggio…?
Voglio comportarmi come un ambasciatore della mia musica. La musica è sacra e anche io devo avere una certa attitudine verso quella sacralità. Altrimenti perderei di credibilità.