Con una narrazione fluida, moderna, attenta e riflessiva l’autore Luca Giribone ci porta a scoprire un intreccio giallo, gotico e sentimentale che appassiona e coinvolge il lettore, incollandolo alla lettura fino alla fine. Lo scrittore descrive e scoperchia, con delicatezza e abilità, la miseria umana della follia.
A Oltre Le Colonne incontriamo Luca Giribone
Benvenuto. Ci presenti pure il suo romanzo “Selene. Storia di follia, d’amore e di spettri” pubblicato da Europa Edizioni: Dal punto di vista narrativo è una grande storia d’amore che sfida la morte, e insieme un romanzo gotico che vede un giornalista scettico al centro di una vera e propria azione di “ghost-hunting”, ma anche un intreccio di vicende umane che vuole sfidarci a risolvere un mistero complesso e insondabile, una sorta di thriller sovrannaturale al cui centro regna la relazione sentimentale fra due giovani, nella Liguria degli anni Settanta.
E dal punto di vista storico? E’ incentrato sulla straordinaria storia dell’ex manicomio di Quarto dei Mille a Genova, un luogo di grande sofferenza ma anche di riscatto, in quanto, dopo essere stato ospedale-lager, ricovero per reduci di guerra, “parcheggio” per tutti i dimenticati e i disadattati della città e non solo, è stato anche il principale fulcro della trasformazione dei manicomi in luoghi di cura dal volto umano e, più avanti, l’epicentro della famosa Legge Basaglia del 1978.
Quando ha iniziato a scrivere e da dove arriva la sua passione per la scrittura? Non avevo ancora dieci anni che già scrivevo, con la penna o con la macchina da scrivere, sperimentando quelli che oggi si definirebbero “retelling” dei miei idoli della letteratura: Asimov, Bradbury, Tolkien, e tanti altri. L’amore per la scrittura è nato in me dal luogo immateriale più naturale di tutti: una sconfinata passione per la lettura. Fin da bambino, leggevo ovunque e ogniqualvolta mi fosse possibile.
C’è un genere di libro che non scriverebbe mai? Perché? Nel corso degli anni durante i quali si è svolta (e spero continui per molto tempo) la mia avventura editoriale, ho esplorato i generi a me più cari e quelli per cui ritengo di avere una qualche forma di talento, che lascio confermare o smentire ai lettori naturalmente. Leggo con interesse, ma non tratterò, generi estranei alla mia ispirazione e al mio mondo narrativo. Non escludo affatto di mettermi alla prova con generi correlati alla commedia e alla satira, ma non scriverò mai romance puro, per esempio. Semplicemente perché non ne sono capace.
Parlando del suo libro “Selene. Storia di follia, d’amore e di spettri” come le è venuta l’ispirazione per scriverlo? Ho vissuto per diversi anni in Liguria e l’ho frequentata per tutta la vita, in vacanza, a volte per lavoro o per ragioni familiari. La collina dei matti sembrava attendermi da sempre, molte mie idee narrative convergevano su di essa. A un certo punto, il progetto sul quale stavo lavorando (e su cui sto lavorando ora) è slittato in avanti di due anni per diverse motivazioni, e Selene ha trovato il proprio momento. Allora, l’ispirazione è letteralmente esplosa in me.
Cos’ha amato maggiormente durante la stesura? Il viaggio straordinario, fatto di visite sul posto e di tanta ricerca, che ho dovuto e voluto affrontare per ricostruire in maniera accurata la storia dell’ospedale di Quarto e quello che avveniva al suo interno. Come si viveva, o meglio, sopravviveva, e tutte le battaglie che sono state combattute per cambiare lo stato delle cose.
Se dovesse ascoltare per sempre la stessa canzone, durante la scrittura, cosa sceglierebbe? Parlando di generi prossimi a quello di Selene, “Comfortably numb” dei Pink Floyd, senza dubbio alcuno.