A Oltre le colonne intervista a Luisa Sisti, autrice romana che per Kimera ha pubblicato I giorni e l’amore. Il romanzo sarà presentato on-line sul canale YouTube di SBS Comunicazione il 28 aprile.
Sarà poi possibile incontrare Luisa il primo maggio a Santa Severa, in Piazza Roma, per il firma copie allo stand SBS Comunicazione – Libri al mare.
Grazie, Luisa, per questo incontro, sono in realtà due i libri che i tuoi lettori potranno acquistare autografati a Santa Severa, in provincia di Roma, il primo maggio: La vita silente e I giorni e l’amore.
Ci racconti questi due libri? Hanno un filo conduttore?
Si, certamente: “La vita silente” è ambientata nel 1963 e racconta la vicenda di un affermato docente di filologia romanza, Guido Vivanti, che vede sconvolto il suo establishment dalla passione incontrollabile per una giovane giornalista, Laura Savini. Lo stile rispecchia il linguaggio dell’epoca, con l’uso di lettere e poesie che i due “clandestini” (l’adulterio era reato) si scambiano nell’alternarsi di brevi momenti di felicità e lunghi periodi di lontananza, tra colpi di scena che fanno maturare l’uomo, conducendolo a una drastica decisione…
“I giorni e l’amore” è frutto di un lavoro di ricerca “sul campo” (storia, filologia, cronaca) e di stesura durato tre anni. È l’appassionante seguito (conclusivo) della storia di Guido e Laura nel corso di un quarto di secolo, fino al 1989. La Storia italiana, fedelmente ricostruita, si intreccia con l’amore burrascoso dei protagonisti, che – senza nulla anticipare – sono almeno quattro, legati da fili misteriosi che si scopriranno nel corso della lettura. Si intrecciano, inoltre, le vicende di due famiglie, a Bergamo e a Roma, con i loro segreti e i loro affetti.
Hai scelto di presentare “I giorni e l’amore”, l’ultimo dei tuoi romanzi, quasi 450 pagine che raccontano l’amore, la bellezza, la poesia, la memoria e il futuro. Cosa volevi dire con questo libro e chi credi sia il lettore che saprà maggiormente apprezzarlo?
Per prima cosa “I giorni e l’amore” si può apprezzare anche senza aver letto il primo romanzo: i fatti principali sono qui dei riferimenti autonarranti, utili a rappresentare l’evoluzione del protagonista. Guido è un personaggio complesso, un intellettuale “fuori dal coro” che riesce a muoversi e comprendere una realtà in continuo cambiamento: il ’68, le stragi e gli “anni di piombo”, sono eventi vissuti in simbiosi emotiva con Laura, la quale si muove seguendo la sua generazione (tra i due corrono 24 anni di differenza) e l’emancipazione femminile.
I retroscena dei Vivanti svelano non solo gli orrori della Shoah ma un mondo perduto e poi ricostruito nell’eroica figura di Elda, la sopravvissuta, così come gli altri personaggi (i Savini) rappresentano la piccola borghesia, il tutto in un intreccio corale.
Il romanzo può essere letto a vari livelli: le vicende d’amore (e ce ne sono); la storia italiana con gli occhi di chi la viveva e, non ultimo, l’approfondimento psicologico e culturale. Immagino dei lettori calmi, capaci di lasciarsi condurre, capitolo dopo capitolo, dal “cantastorie” che ha creato per loro un romanzo rilassante, forse di altri tempi.
A quale epoca ti ispiri maggiormente?
L’epoca è definita: dagli anni Sessanta e la guerra fredda fino agli anni Ottanta e la caduta del muro di Berlino.
Stai lavorando a qualche nuovo libro in questo periodo?
Sto ricostruendo (compatibilmente con gli impegni di lavoro) la prima delle opere incompiute di un uomo geniale strappato alla vita prematuramente, ma nella mia fantasia i “personaggi in cerca d’autore” si affollano per dare vita a un nuovo (e breve) romanzo, questa volta di azione.