Marco Vianelli, chitarrista della band bresciana Magrathea, ci racconta di “Jellyfish”, il loro singolo di debutto, apripista verso l’uscita di un EP in arrivo a Gennaio 2023.
IL VIDEO DEL SINGOLO: https://youtu.be/oL4a5oEZufo
Come è nato il brano “Jellyfish”? Da dove siete partiti?
Jellyfish nasce molti anni fa come brano strumentale su un giro ritmico di chitarra che si ripeteva dall’inizio alla fine, quando i Magrathea ancora non esistevano nellattuale formazione.
Nel corso del tempo, o meglio degli anni, il pezzo ha subito numerosi cambiamenti, sia strumentali mediante l’evoluzione degli arrangiamenti, sia strutturali, come ad esempio l’adattamento del brano all’introduzione del cantato.
Jellyfish è una traccia che al suo interno racchiude la cifra stilistica di tutti i musicisti, sia attuali che passati, che ci hanno messo mano.
Ci sono idee e arrangiamenti che sono poi stati scartati nella produzione del brano?
Come precedentemente scritto, avendo il brano subito una lunga e progressiva evoluzione, ci sono state idee e arrangiamenti che sono stati scartati; ad esempio in una versione incisa del brano era stato aggiunto sulle prime note introduttive il canto di alcune megattere.
E’ altresì vero che molti arrangiamenti sono stati aggiunti, come ad esempio le parti di clarinetto eseguite da Anna o l’assolo struggente di Fabio sul finale che definirei esplosivo.
La “Jellyfish” che si può ascoltare oggi, è stata addirittura affinata nelle ultimissime fase di registrazione e missaggio che abbiamo svolto presso “La Buca Recording Club” di Montichiari in provincia di Brescia.
Ma chi può affermare con certezza che a questa versione non succedano altre in futuro?!
Quali sono i riferimenti musicali che vi hanno guidato nella composizione e nella produzione del brano?
Principalmente direi la scena musicale post-rock, dagli Slint, che ne sono stati i precursori alla fine degli anni ‘80, passando per i God Is An Astronaut negli anni 2000, fino ad arrivare alla “più recente” Emma Ruth Rundle.
Quali sono i passaggi lirici che ritenete più forti e più pregni di significato nel testo di questa canzone?
La parte lirica più significativa e rappresentativa del brano è il finale, dove il protagonista del testo della canzone (o la protagonista a seconda dell’interpretazione che ognuno vuole dare), superando i propri pregiudizi, si pone in una prospettiva tale da capire che l’amor proprio ed il rispetto personale sono gli obbiettivi finali da raggiungere per essere in armonia con sé stessi e con il mondo che ci circonda.
Come mai avete scelto “Jellyfish” come singolo di debutto? Quali criteri avete usato per questa (difficile) scelta?
In realtà la scelta di Jellyfish è stata tutt’altro che difficile: già dal momento in cui sono terminate le registrazioni in studio, a seguito dei primi ascolti, eravamo tutti concordi che questo sarebbe stato il primo singolo. Jellyfish ha su ciascuno di noi un forte impatto emozionale, è il connubio perfetto delle nostre cinque personalità artistiche.
Se poteste scegliere un artista o una band famosa per una cover di “Jellyfish”, chi vorreste che fosse a reinterpretarla?
Ognuno di noi avrebbe in mente probabilmente una band diversa, quindi la scelta è molto difficile…pescando dal mazzo direi che Jellyfish la vedrei ben re-interpretata dai Florence and the Machine.
Quali sono i prossimi step dopo l’uscita di questo singolo?
I prossimi step sono l’uscita del secondo singolo “Into Magrathea”, prevista per il prossimo
11 Novembre ed a seguire la pubblicazione dell’EP “Momɘntum”, contenente altri 4 inediti oltre ai due singoli, in uscita a gennaio 2023.
Ovviamente stiamo programmando anche le date live per la presentazione dell’EP, promuovere la nostra musica e farci conoscere dal pubblico. Per informazioni relative a prossime date/eventi invito a seguirci sui nostri canali social Facebook e Instagram attraverso i link a margine di questa intervista.
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