Manon Lescaut
Dramma lirico in quattro atti di Giacomo Puccini
su libretto di Domenico Oliva e Luigi Illica
Maestro concertatore e direttore
Donato Renzetti
Regia
Davide Livermore
Ripresa da Alessandra Premoli
Scene Giò Forma e Davide Livermore
Costumi Giusi Giustino
Luci Nicolas Bovey
Videodesign D – Wok
Personaggi e interpreti principali:
Manon Lescaut Maria Josè Siri/Monica Zanettin
Renato Des Grieux Marcelo Álvarez/Riccardo Massi/ Francesco Pio Galasso
Lescaut Stefano Antonucci/Enrico Marabelli
Geronte di Ravoir Matteo Peirone
Edmondo Giuseppe Infantino
L’oste Claudio Ottino
Il maestro di ballo Didier Pieri
Il musico Sandra Pastrana
Il sergente degli arcieri Matteo Armanino
Il lampionaio Didier Pieri
Un Comandante di marina Loris Purpura
Renato Des Grieux anziano Roberto Alinghieri
Un parrucchiere Simone Tudda
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Carlo Felice
Maestro del coro Francesco Aliberti
Allestimento in coproduzione Fondazione Teatro Carlo Felice Genova/Teatro San Carlo Napoli/Teatro Liceu Barcellona/Palau de les Arts Reina Sofía Valencia
Produzione dedicata alla memoria di Renata Tebaldi nel centenario della nascita
Teatro Carlo Felice di Genova
Venerdì 25 marzo 2022 ore 20.00 Abb. Opera A
Sabato 26 marzo 2022 ore 15.00 Abb. Opera F
Domenica 27marzo 2022 ore 15.00 Abb. Opera C
Venerdì 1 aprile 2022 ore 20.00 Abb. Opera B
Sabato 2 aprile 2022 ore 20.00 Abb. Opera L
Domenica 3 aprile 2022 ore 15.00 Abb. Opera R
Info e biglietti: www.teatrocarlofelice.com
Ritorna in scena al Teatro Carlo Felice di Genova dopo 14 anni di assenza, in un nuovo allestimento realizzato in coproduzione tra Fondazione Teatro Carlo Felice, Teatro San Carlo Napoli, Teatro Liceu Barcellona, Palau de les Arts Reina Sofía Valencia il dramma lirico in quattro atti Manon Lescaut di Giacomo Puccini, su libretto di Domenico Oliva e Luigi Illica. La produzione che debutta venerdì 25 marzo 2022 alle ore 20.00 (repliche il sabato 26, domenica 27 marzo e venerdì 1, sabato 2, domenica 3 aprile) è dedicata alla memoria del grande soprano pesarese Renata Tebaldi, nel 1961 protagonista di una Manon Lescaut al Teatro Margherita di Genova entrata nella leggenda, in occasione del centenario della sua nascita.
Donato Renzetti dirige l’Orchestra e del Coro del Teatro Carlo Felice, preparato da Francesco Aliberti, la regia è di Davide Livermore, ripresa da Alessandra Premoli, con le scene di Giò Forma e Davide Livermore, i costumi di Giusi Giustino, le luci di Nicolas Bovey e il videodesign di D – Wok. Il cast si compone di Maria Josè Siri/Monica Zanettin (26/3 – 2/4) nella parte di Manon Lescaut, Marcelo Álvarez/Riccardo Massi (27/3 – 3/4)/Francesco Pio Galasso (26/3 – 2/4) nella parte di Renato Des Grieux, Stefano Antonucci/Enrico Marabelli (26/3 – 2/4) nella parte di Lescaut, Matteo Peirone nella parte di Geronte di Ravoir, Giuseppe Infantino nella parte di Edmondo e di Claudio Ottino (L’oste), Didier Pieri (Il maestro di ballo e Il lampionaio), Sandra Pastrana (Il musico), Matteo Armanino (Il sergente degli arcieri), Loris Purpura (Un Comandante di marina).
Il debutto dell’opera è preceduto da due conferenza illustrative a ingresso libero, in programma sabato 19 marzo alle ore 16.00 all’Auditorium Montale, Manon Lescaut. Opera di passione e melodia, a cura di Roberto Iovino, realizzata in collaborazione con Amici del Teatro Carlo Felice e del Conservatorio Niccolò Paganini e mercoledì 23 marzo, alle ore 17.45, nel I Foyer del Teatro Mi chiamano Manon. Il primo, grande personaggio pucciniano, a cura di Ida Merello, docente di Letteratura e cultura francese e Davide Mingozzi, dottore di ricerca in Arti visive, performative e mediali, realizzata in collaborazione con la Scuola di Scienze Umanistiche presieduta da Raffaele Mellace dell’Università degli Studi di Genova.
Al Teatro Regio di Torino, il 1 febbraio 1893, otto giorni prima del debutto di Falstaff alla Scala, Puccini raggiungeva il suo primo successo con Manon Lescaut. La scelta del tema era un rischio, dato che il fortunato romanzo dell’abate Prévost era già stato trasformato in opera da Massenet, con successo, nove anni prima. Ma il trentacinquenne Puccini era già pienamente consapevole del suo talento e non temeva il confronto: «Massenet lo sente da francese – disse a proposito del soggetto –, con la cipria e i minuetti, io lo sento da italiano, con passione disperata». E i fatti gli diedero ragione. L’anno dopo Manon trionfò anche al Covent Garden di Londra e, recensendola, George Bernard Shaw scrisse, con giudizio profetico: «Puccini mi sembra che, più di qualsiasi altro suo rivale, sia il più probabile erede di Verdi». Questa Manon, per la regia di Davide Livermore, parlerà soprattutto al pubblico di oggi, spingendoci a pensare e a riflettere sulla contemporaneità: qui Manon infatti, è un’emarginata, una migrante tra tanti emigranti europei faticosamente approdati nel Nuovo Mondo, che non ce la farà. Avvolta in un gigantesco flash back, l’opera inizia con la rievocazione di Des Grieux, anziano, nel 1954, dell’appassionata e al tempo stesso maledetta storia d’amore che l’ha condotto a fuggire in America, a seguito dell’amata deportata, là dove la storia di Manon finisce, “in una landa desolata ai confini con New Orleans”, che con Livermore diventa il reparto quarantene di Ellis Island, alle porte di New York, nel centro di smistamento degli immigrati in arrivo dall’Europa.
«Dopo 14 anni di assenza, il primo grande successo di Puccini torna al Teatro Carlo Felice e dedica il suo debutto alla memoria del grande soprano Renata Tebaldi protagonista, nel 1961 al Teatro Margherita, di una leggendaria Manon Lescaut – commenta l’assessore alle Politiche culturali del Comune di Genova Barbara Grosso – Un’altra grande opera va ad aggiungersi a questa stagione del Teatro Carlo Felice, che si rivolge alla città con un cartellone diversificato, di grande impatto e di sicuro successo tra un pubblico vasto».
«Ospitare nei più importanti titoli della storia dell’opera, come in questa drammaticamente attuale Manon Lescaut, i più grandi interpreti vocali della scena internazionale – afferma il Sovrintendente Claudio Orazi – tra cui Maria José Siri e Marcelo Álvarez, con la direzione di Donato Renzetti, direttore emerito del Teatro Carlo Felice, per la regia di Davide Livermore ripresa da Alessandra Premoli, è una parte fondamentale della mission della Fondazione in particolar modo quest’anno, in questa fase di progressivo ritorno alla normalità. Il Teatro Carlo Felice ha riaperto le sue porte alla città con un cartellone che accosta capolavori di Donizetti, Puccini, Verdi ad alcune perle nascoste nelle pieghe della storia, dal Settecento di Pergolesi al Novecento di Bernstein, e della Civiltà musicale genovese, rivolgendosi in particolare alle nuove generazioni di spettatori che, grazie all’iniziativa Studenti all’Opera, realizzata con il sostegno di Iren, possono beneficiare gratuitamente di un abbonamento alla nostra stagione. È doveroso che l’educazione al bello, in un paese come il nostro, passi dalla trasmissione e quindi dall’appropriazione da parte dei giovani del linguaggio dell’opera lirica, una forma d’arte dal vivo unica, in cui si compie una summa della tradizione poetica classica e della tradizione musicale italiana ed europea in particolare, ed è compito del Teatri d’opera agevolare tale forma di conoscenza assieme alla consapevolezza dell’importanza di questo genere nel Patrimonio culturale dell’umanità ».
«Manon Lescaut è il primo grande successo di Puccini. È l’opera in cui, dopo l’iniziale prevalenza delle dimensioni del denaro e del potere, l’amore prevale e trionfa, anche se finisce tragicamente, racconta il direttore Donato Renzetti. È un’opera attualissima, perché in effetti non è cambiato molto dall’epoca della vicenda: oggi come allora chi ha il potere domina e lo usa il più delle volte per esaltare il proprio ego. E col potere vi è il denaro, con cui si pensa di poter comprare tutto, di risolvere tutto. Sul piano drammaturgico, Manon Lescaut differisce in particolare per la definizione del ruolo di uno dei protagonisti, Des Grieux, sia dal romanzo di Prévost, che ne L’histoire du Chevalier des Grieux et de Manon Lescaut è un uomo tormentato, corrotto, sia dall’opera di Massenet, Manon, dov’è un timido ragazzo innamorato. In Puccini, è un uomo adulto e passionale. Sul piano musicale, Puccini modificò la partitura a più riprese, tanto è vero che per trent’anni dopo il debutto dell’opera fino a poco prima della morte, l’editore Ricordi ne pubblicò otto diverse versioni per canto e pianoforte. I tempi lunghi della composizione dell’opera sono frutto dello studio del romanzo intrapreso da Puccini, oltre che delle numerose revisioni cui fu sottoposto il libretto, che condussero Puccini alla conclusione di dover eliminare del tutto il suo secondo atto (ritraente l’idillio di coppia di Manon e Des Grieux): quindi in fondo, il vero librettista di Manon Lescaut, dopo gli interventi di Ruggero Leoncavallo, Marco Praga, Domenico Oliva, Luigi Illica, Giuseppe Giacosa, Giulio Ricordi è lo stesso Puccini. La musica di Manon Lescaut è caratterizzata da un’orchestrazione densa ma raffinata, dall’utilizzo di tecniche antiche, come nel caso del madrigale nel secondo atto, a evocare la società aristocratica settecentesca. Manon chiude così l’epoca del melodramma verdiano, ma allo stesso tempo il filo diretto che la unisce a Tosca lascia presagire l’ingresso del dramma lirico nel Novecento storico».
«Come tutte le partiture di Puccini, spiega il regista Davide Livermore, Manon Lescaut è difficilissima da ricondurre a un altro momento storico o ad un’altra geografia. Cionondimeno, ho sentito l’esigenza di rendere contemporanea una materia che a suo tempo lo era per come era stata scritta; ed è stata la partitura stessa in un certo senso a richiederlo e a suggerirlo. In Manon Lescaut, Puccini ambienta la morte della protagonista in un deserto in Louisiana che nella realtà non esiste. Mi piace pensare, data la conoscenza che Puccini aveva di quella terra, che in realtà questo sia stato il suo modo di invitarci ad una lettura più approfondita di questa scena, dove Manon muore “sola, perduta e abbandonata”, in uno stato di prostrazione morale che quella “landa desolata” vuole evocare. Di indurci a partire da questa pista per approfondirla, come se si trattasse di uno story board cinematografico. La storia di Manon è ambientata nel 1893, a pochi giorni dall’apertura della struttura di accoglienza per gli immigranti dello stato di New York: l’anno in cui l’opera di Puccini è stata scritta, quindi non nell’ambientazione settecentesca originaria. Ma l’inizio dell’opera avviene, come in un prologo, prima della musica, nell’ambientazione di un ipotetico sequel dell’opera, in un futuro possibile dove Des Grieux vive una delle vite che certamente avrebbe potuto vivere: siamo nel 1954 nella sala della quarantena di Ellis Island, Des Grieux è diventato americano, è ormai un uomo anziano, e nell’anno della chiusura del centro torna là dove Manon è morta, tra migliaia di altri emigranti europei –giovani e vecchi, uomini e donne, italiani, polacchi, irlandesi, ebrei: in una parola, noi – tra scene di disperazione meravigliosamente ricreate da Alessandra Premoli su di un mio disegno registico originale».
BIOGRAFIE
Donato Renzetti è uno dei più stimati direttori d’orchestra della scuola italiana.
Nel 1976 è stato insignito del «Premio Respighi» dall’Accademia Chigiana di Siena, medaglia di bronzo al Concorso Ernst Ansermet di Ginevra nel 1978 e nel 1980 vincitore del «Concorso Guido Cantelli» al Teatro alla Scala.
Ha diretto molte delle più prestigiose orchestre tra cui la London Sinfonietta, la London Philharmonic, la Philharmonia Orchestra, la English Chamber Orchestra, la DSO Berlin, la Tokyo Philharmonic, l’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, tutte le Orchestre della RAI, Dallas Symphony, Belgian Radio and Television Orchestra a Bruxelles, Orchestre National du Capitol de Toulouse e Orchestre National de Lyon.
Ha diretto produzioni d’opera nei più grandi teatri d’opera del mondo, come l’Opéra de Paris, il Covent Garden di Londra, il Grand Théâtre de Genève, la Bayerische Staatsoper di Monaco, il Capitole de Toulouse, il Metropolitan Opera di New York, la Lyric Opera di Chicago, Dallas Opera, Opera di San Francisco, Teatro Colón di Buenos Aires, Bunka Kaikan di Tokyo, e in tutti i maggiori teatri d’Italia. È stato direttore ospite di festival di Glyndebourne, Spoleto e Pesaro e del Festival Verdi di Parma.
Direttore Principale dell’Orchestra Regionale Toscana dal 1987 al 1992, dal 2004 al 2007 Renzetti è stato anche Direttore Principale Ospite del Teatro Real de Sao Carlos e Direttore Artistico e Musicale dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana dal 2007 al 2013.
Nel 2015 è stato nominato Direttore Musicale della Filarmonica Gioachino Rossini.
La sua intensa attività discografica comprende opere di Schubert, Mozart, Tchaikovsky, Mayr e Cherubini su etichette come Philips Classics, Frequenz, Fonit Cetra, Nuova Era e Dynamic. Le sue registrazioni d’opera includono Attila, Il signor Bruschino, La cambiale di matrimonio e La Favorita; in dvd ha inciso La Fille du régiment al Teatro alla Scala, La Cenerentola al Glyndebourne Festival, La Gioconda all’Arena di Verona e L’italiana in Algeri al Pesaro Opera Festival. La sua registrazione del Manfred di Schumann con l’Orchestra e il Coro del Teatro alla Scala ha vinto il XIX Premio della Critica Discografica Italiana. Con la Filarmonica Gioachino Rossini ha registrato anche l’integrale Rossini Overtures, uscito su Opus Arte nell’aprile 2018.
Ha insegnato per 30 anni direzione d’orchestra all’Accademia Musicale Pescarese, dove la maggior parte dei grandi direttori italiani di oggi sono stati suoi allievi, da Gianandrea Noseda a Michele Mariotti. Nel 2019 trasferisce la sua attività didattica all’Alta Scuola di Perfezionamento di Saluzzo, in collaborazione con la Filarmonica Teatro Regio Torino.
I recenti impegni includono produzioni operistiche al Teatro di San Carlo di Napoli, Teatro Lirico di Cagliari, NCPA di Pechino, Nuovo Teatro Nazionale di Tokyo, Teatro Regio Torino oltre a concerti a Venezia, Teatro La Fenice e al Rossini Opera Festival.
Nell’ottobre 2019 ha debuttato con l’Orchestra Filarmonica di Helsinki, presentando per la prima volta in Finlandia la monumentale Sinfonia n. 2 di Alfredo Casella.
È stato protagonista di numerosi concerti sinfonici e di produzioni operistiche al Teatro Carlo Felice di Genova, tra cui Bianca e Fernando di Vincenzo Bellini, rappresentato in prima mondiale nella versione di Genova 1828 nell’ambito della stagione operistica 2021-2022, con unanime plauso di pubblico e di critica.
Torinese di nascita, Davide Livermore è attivo come regista d’opera e di prosa dal 1999. Nella sua brillante ed eclettica carriera ha lavorato inoltre come scenografo, costumista, lighting designer, coreografo, sceneggiatore, attore e insegnante, oltre a essersi esibito come cantante nei più importanti teatri del mondo accanto ad artisti del calibro di Luciano Pavarotti, Plácido Domingo, José Carreras, Mirella Freni o diretto tra gli altri da Zubin Mehta, Luca Ronconi, Andrei Tarkovsky o Zhang Yimou. Ha lavorato per la Televisione della Svizzera Italiana come attore e sceneggiatore e regista per il film W Verdi, Giuseppe e nella serie Livermore sciò, in concorso per la Rosa d’oro di Montreux nel 1998. Dal 2002 al 2020 è stato Direttore Artistico del Teatro Baretti di Torino, avamposto di militanza culturale. Allievo di Carlo Majer, è un convinto sostenitore del teatro pubblico e della funzione di promozione sociale della cultura. Nel 2013 è nominato Direttore Artistico del Centre de Perfeccionament Plácido Domingo al Palau de Les Arts Reina Sofia di Valencia, teatro di cui diviene Sovrintendente e Direttore artistico nel gennaio 2015.
È il creatore e realizzatore de’ Les Arts Volant, un teatro mobile su un camion in tour che ha portato l’Opera gratuitamente nella Comunidad Valenciana per oltre 50.000 persone. Tra le sue regie più significative, Billy Budd di Britten per il Teatro Regio di Torino, Don Giovanni, che ha inaugurato la stagione 2005-2006 del Teatro Carlo Felice di Genova, I quattro rusteghi di Wolf-Ferrari alla Fenice di Venezia, La Cenerentola per l’Opera di Philadelphia, La gazza ladra al Bunka Kaikan di Tokyo, Mefistofele di Arrigo Boito per il Seoul Arts Center di Seoul, Bure Baruta, La vergine della tangenziale e I canti dell’inferno per il Teatro Regio di Torino in coproduzione con il Teatro Baretti, Peter Pan al Teatro Due di Parma e L’impresario delle smirne per lo Stabile di Torino. Nel 2009 inaugura la Biennale di Venezia Teatro con Le sorelle Brönte.
Al Palau de les Arts ha allestito, tra l’altro, La bohème diretta da Riccardo Chailly in coproduzione con la Academy of Music di Philadelphia (2012), Otello (2013) e La forza del destino (2014), entrambe con la direzione di Zubin Mehta al Palau des Arts per l’inaugurazione del Festival del Mediterraneo. Sempre nel 2014 ha firmato Carmen per il Carlo Felice di Genova, Falstaff per il Teatro Municipal de São Paulo e Narciso di Scarlatti diretto da Fabio Biondi per le Festwochen der Alten Musik di Innsbruck. In Spagna ha collaborato con il Teatro Real di Madrid, il Gran Teatro Liceu di Barcelona, l’Ópera de La Coruña, il Teatro Arriaga di Bilbao e il Teatro de la Zarzuela di Madrid.
Il suo allestimento de I vespri siciliani al Regio di Torino, che ha inaugurato le celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è entrato nella classifica dei Top Ten Musical Events del 2011 per la rivista “Musical America”; con La forza del destino diretta da Zubin Metha, vince nel 2015 il Premio Lírico Teatro Campoamor come migliore spettacolo dell’anno. Sua anche la regia dello spettacolo commemorativo del bicentenario della prima de Il barbiere di siviglia all’Opera di Roma nel 2016, in diretta su Rai 5. Ha inaugurato il Rossini Opera Festival nel 2013 con Ciro in Babilonia e nel 2014 e 2016 con L’italiana in Algeri e Il turco in Italia.
Tra i suoi lavori più recenti: Idomeneo diretto da Fabio Biondi; Un ballo in maschera al teatro Bolshoi di Mosca; Manon Lescaut per il San Carlo di Napoli. Nel 2017 ha firmato una nuova produzione di Tamerlano, la sua prima regia per la Scala, a cui è seguita Don Pasquale diretta da Riccardo Chailly nel marzo scorso, mentre la produzione di Aida del 2018 al Sydney Opera House apre una prossima lunga collaborazione con il teatro australiano. Inaugura la stagione dell’Opéra de Montecarlo del 2017/18 con Adriana Lecouvreur (vincendo il Prix de la Critique de l’Europe Francophone) e la stagione 2018/19 del Teatro alla Scala con Attila. Ha inaugurato la stagione scaligera 2019/20 con Tosca a cui segue la produzione di Macbeth, La gioconda e Les contes d’Hoffmann.
Nel 2016 è stato nominato Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia. È stato Direttore Artistico di Prodea Group.
Nel 2018 esce il suo primo romanzo, edito da Salani, scritto a quattro mani con Rosa Mogliasso: 1791 Mozart e il violino di Lucifero. Al Royal opera House di Muscat crea e dirige The opera, il primo musical sull’opera. Il 7 dicembre 2020, in sostituzione della prima di Lucia di Lammermoor (cancellata a causa delle restrizioni dovute all’epidemia di Covid19), ha inaugurato la stagione del Teatro Alla Scala con la regia di un grande concerto/evento, primo nel suo genere e in diretta mondiale.
È direttore artistico del Teatro Nazionale di Genova.
Teatro Carlo Felice di Genova
Venerdì 25 marzo 2022 ore 20.00 Abb. Opera A
Sabato 26 marzo 2022 ore 15.00 Abb. Opera F
Domenica 27marzo 2022 ore 15.00 Abb. Opera C
Venerdì 1 aprile 2022 ore 20.00 Abb. Opera B
Sabato 2 aprile 2022 ore 20.00 Abb. Opera L
Domenica 3 aprile 2022 ore 15.00 Abb. Opera R
Manon Lescaut
Dramma lirico in quattro atti di Giacomo Puccini
su libretto di Domenico Oliva e Luigi Illica
Maestro concertatore e direttore Donato Renzetti
Regia Davide Livermore
Ripresa da Alessandra Premoli
Scene Giò Forma e Davide Livermore
Costumi Giusi Giustino
Luci Nicolas Bovey
Videodesign D – Wok
Personaggi e interpreti principali:
Manon Lescaut Maria Josè Siri/Monica Zanettin (26/3 – 2/4)
Renato Des Grieux Marcelo Álvarez/Riccardo Massi (27/3 – 3/4)/Francesco Pio Galasso (26/3 – 2/4)
Lescaut Stefano Antonucci/Enrico Marabelli (26/3 – 2/4)
Geronte di Ravoir Matteo Peirone
Edmondo Giuseppe Infantino
L’oste Claudio Ottino
Il maestro di ballo Didier Pieri
Il musico Sandra Pastrana
Il sergente degli arcieri Matteo Armanino
Il lampionaio Didier Pieri
Un Comandante di marina Loris Purpura
Renato Des Grieux anziano Roberto Alinghieri
Un parrucchiere Simone Tudda
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Carlo Felice
Maestro del coro Francesco Aliberti
Allestimento in coproduzione Fondazione Teatro Carlo Felice Genova/Teatro San Carlo Napoli/Teatro Liceu Barcellona/Palau de les Arts Valencia
Produzione dedicata alla memoria di Renata Tebaldi nel centenario della nascita
Direttore allestimenti scenici Luciano Novelli, Direttore musicale di palcoscenico Cristiano Del Monte, Maestri di sala Sirio Restani, Dina Pysarenko, Maestri di palcoscenico Andrea Gastaldo, Anna Maria Pascarella, altro Maestro del coro Patrizia Priarone, Assistente alla direzione d’orchestra Giovanni Porcile, Maestro alle luci Silvia Gasperini, Maestro ai sovratitoli Simone Giusto, Responsabile archivio musicale Simone Brizio, Direttore di scena Alessandro Pastorino, Vice Direttore di scena Giorgio Agostini, Responsabile movimentazione consolle Andrea Musenich, Caporeparto macchinisti Gianni Cois, Caporeparto elettricisti – cabina luci Giancarlo Paliotta, Caporeparto attrezzisti Tiziano Baradel, Caporeparto audio/video Walter Ivaldi, Caporeparto sartoria, calzoleria, trucco e parrucche Elena Pirino, Coordinatore trucco Raul Ivaldi, Scene, attrezzeria e costumi Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Liceu di Barcellona, Teatro Carlo Felice Genova, Palau de les Arts Reina Sofía Valencia, Calzature Epoca, Parrucche Mario Audello (Torino), soprattitoli Prescott Studio.
CONFERENZE E PRESENTAZIONI
Sabato 19 marzo 2022, ore 16.00, Auditorium E. Montale
Conferenza illustrativa
In collaborazione con Amici del Teatro Carlo Felice e del Conservatorio Niccolò Paganini
Manon Lescaut
Opera di passione e melodia
Relatore: Roberto Iovino
Ingresso libero
Mercoledì 23 marzo 2022, ore 17.45, I Foyer
Presentazione dell’Opera
In collaborazione con l’Università degli Studi di Genova, Scuola di Scienze Umanistiche
Mi chiamano Manon.
Il primo, grande personaggio pucciniano
Relatori:
Ida Merello, docente di Letteratura e cultura francese
Davide Mingozzi, dottore di ricerca in Arti visive, performative e mediali
Ingresso libero
BIGLIETTERIA
I biglietti possono essere acquistati alla biglietteria del Teatro Carlo Felice e nel circuito on e offline di Vivaticket.
La Biglietteria del Teatro Carlo Felice è aperta nei seguenti orari:
da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 18.00
il sabato dalle 10.00 alle 16.00
Indirizzo: Galleria Cardinal Siri 6. a Genova.
Info: biglietteria@carlofelice.it
Tel. + 39 010 5381 433 – 334
Per gli spettacoli serali l’apertura è prevista un’ora prima dell’inizio con chiusura 15 minuti dopo l’inizio.
Per gli spettacoli pomeridiani della domenica l’apertura è prevista due ore prima dell’inizio con chiusura15 minuti dopo l’inizio.
Condizioni di vendita online su Vivaticket
La provvigione sull’acquisto online su Vivaticket di biglietti per gli spettacoli prodotti dalla Fondazione Teatro Carlo Felice è di 2 euro fissi per ogni biglietto di ogni ordine e tipo.
Vendita telefonica con carta di credito
Call Center Vivaticket 892.234
Per chi chiama dall’estero: +39.041.2719035
Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì 8.30/19.00 – sabato 8.00/14.00
L’operatore invierà all’utente un link ai fini dell’inserimento del numero della carta di credito e CVV, e al termine del processo il suo biglietto elettronico.
Si informa il gentile pubblico che il Center Vivaticket è abilitato alla vendita di tutti gli spettacoli in cartellone del TCF.
Le abilitazioni riguardano la possibilità di vendere oltre ai biglietti interi, i biglietti ridotti over 60 under 30 e under 18 e le promo in corso (ad esempio “opera bis”).
I biglietti acquistati su Vivaticket (print@home) non hanno necessità di conversione presso la biglietteria.
Voucher
I voucher emessi dalla Fondazione Teatro Carlo Felice possono essere utilizzati per acquistare i biglietti degli spettacoli organizzati dalla Fondazione in programma.