Marco Elba: un esordio di mille suoni diversi

Giovanissima nuova penna italiana, in bilico tra pop e rap e sconfinamenti a latere. Il suono digitale apre frontiere insperate. Marco Elba non eccede e neanche si fa pregare nell’uso e nella ricerca di soluzioni per questo suo primo lavoro dal titolo “Frammenti”. Ironica ma anche provocatoria la sua “Hit invernale”. Il pop, i ricami da ballare, scuri bassifondi e sapore di strutture industriali. E poco altro…

Un esordio lo penso sempre come un’esplosione dell’istinto. E durante un’esplosione le cose cambiano forma ad ogni istante. Che ne pensi?
Sono d’accordo, non a caso l’EP si intona “Frammenti”! Possiamo intendere questi frammenti proprio come i frammenti generati dall’esplosione che hai menzionato. I brani che compongono l’EP sono molto diversi fra loro. È un vero e proprio viaggio attraverso le varie sfaccettare della mia musica e della mia persona. Tutto ciò è perfettamente in linea con la tua osservazione!

E se fosse così, oggi come riscriveresti questo EP?
Allo stesso identico modo, proprio perché secondo me hai centrato pienamente il punto della situazione. “Frammenti” rispecchia alla perfezione il concetto che hai esposto, quindi credo che non cambierei nulla.

Sei figlio di un tempo in cui i computer pensano anche. L’AI in pochi istanti realizzerebbe il tuo disco anche meglio… ne sei cosciente? Come ti rapporti a questo discorso?
Io sono sempre stato un grandissimo appassionato di tecnologia e ora più che mai. Posso dire di essere abbastanza ferrato su quest’argomento, ci ho pure incentrato la mia tesi di laurea che mi è valsa la lode! Si tratta di un argomento estremamente complesso e delicato, e riassumere le settanta pagine della mia tesi in questa risposta è impossibile. Quello che però mi sento di dire è che, allo stato attuale delle cose, l’IA non realizzerebbe meglio il mio disco. Magari tra qualche anno. Le intelligenze artificiali hanno raggiunto livelli davvero impressionanti, ma per quanto concerne l’ambito musicale, la differenza tra un prodotto umano ben realizzato e uno frutto dell’IA è ancora abbastanza netta e percepibile. Tuttavia questi sistemi stanno compiendo passi da gigante ed è possibile che nel giro di poco tempo questa differenza si assottiglierà fino a ribaltarsi. Dipende tutto da come evolverà la situazione. Ci sono inoltre discorsi diversi da fare. Per alcune categorie, come ad esempio i turnisti, la situazione si sta già facendo critica e purtroppo è molto probabile che nel giro di pochi anni l’IA avrà decimato il settore. Per altre categorie penso invece che un artista artificiale non potrà mai sostituirne in tutto e per tutto uno umano. Il problema sorgerà nel momento in cui gli attori del mercato discografico inizieranno a spacciare per umani prodotti realizzati dall’IA al fine di abbattere i costi. Negli ultimi anni sono già state promulgate leggi e norme per gestire l’impiego dell’IA, e ne arriveranno sempre di più. Ma siamo davvero sicuri che colossi del settore non troveranno il modo di aggirare queste regole?

E secondo te è un’opportunità o un problema da risolvere?
Alcuni strumenti che l’IA mette a disposizione sono indubbiamente utili. Tuttavia, come tutti gli strumenti più potenti, portano con se pericoli notevoli. Se l’IA resterà uno strumento per ampliare le potenzialità creative dell’uomo e assisterlo nella realizzazione di prodotti migliori, si tratterà sicuramente di un’ottima opportunità. Ma se invece lo strumento non resterà tale e prevarrà sull’uomo fino ad arrivare a sostituirlo allora saremo di fronte a un problema gigantesco. Tutto dipende dall’uso che ne faremo: se il genere umano userà l’IA in modo giusto, con intelligenza, consapevolezza ed etica, sarà sicuramente utile e la musica ne beneficerà. Il problema è che l’uomo ha spesso dimostrato di fare il contrario…

Tornerai anche tu a stampare dischi fisici?
Se ce ne sarà la possibilità perché no? Magari delle edizioni limitate con gadget o cose del genere! In ogni caso credo che le piattaforme digitali resteranno sempre il punto di riferimento.

Alla fine dell’ascolto ho come l’impressione che i frammenti vadano lasciati li. Rispettare la nuova condizione e non dover porre rimedio per forza. Sbaglio?
Per niente, è esattamente quello che volevo trasmettere. I frammenti rappresentano le varie declinazioni della mia musica e della mia persona. Ognuno di essi è importante, perché ognuno di essi è una parte di me e contribuisce a delineare la mia vera essenza. Sono pezzi di un puzzle che presi singolarmente possono sembrare discordanti, ma una volta messi assieme restituiscono il vero significato.

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