E’ arrivato anche il suo turno. Nel blitz scattato all’alba è finito in manette mercoledì Mauro Balini, presidente del Porto di Ostia e noto imprenditore locale operante nel settore turistico e immobiliare . Assieme a lui sono state arrestate altre tre persone: Massimo Amicucci, Edoardo Sodano e l’avvocato Sergio Capograssi. Nove persone sono state denunciate a piede libero. Nel contempo il Porto di Ostia è stato posto sotto sequestro come pure sono stati sequestrati beni per oltre 400 milioni di euro tra cui immobili, come un prestigioso attico sul litorale ostiense, un catamarano di circa 20 metri, quote societarie e conti correnti bancari, posti barca, parcheggi, strutture amministrative, commerciali e aree portuali. A Mauro Balini è stato, inoltre, contestato il reato di trasferimento fraudolento di valori, per aver intestato a società apparentemente terze, il prestigioso attico sul litorale di Ostia in cui vive, che sarebbe stato sottratto fraudolentemente alla Ati, e un lussuoso catamarano, nella sua esclusiva disponibilità, comperato anche con risorse sottratte alla società fallita attraverso questo sistema di frode. Questo il primo bilancio dell’operazione eseguita dai finanzieri del Nucleo di polizia Tributaria di Roma sotto la direzione della Procura della Capitale. Pesanti le imputazioni per gli arrestati che sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, riciclaggio, impiego di denaro, beni e utilità di provenienza illecita e trasferimento fraudolento di valori.
Secondo gli investigatori il noto imprenditore Mauro Balini assieme agli altri tre arrestati avrebbero pilotato il crack della Ati Spa, società che aveva curato la realizzazione del porto e che fino al 2008 era concessionaria dell’infrastruttura, svuotandola completamente dei propri beni e dirottandoli su società riconducibili al patron.
Le indagini della Guardia di finanza del Comando provinciale di Roma sono partite nel 2012 in seguito alla denuncia di una banca tedesca che vantava un credito di 25 milioni per un finanziamento. Secondo gli inquirenti, Balini, con la complicità di fidati collaboratori e professionisti, avrebbe creato un complesso schema societario per poter distrarre ingenti risorse patrimoniali e finanziarie all’Ati, riuscendo a portarla ad un passivo finale di oltre 155 milioni di euro. Il «disegno criminale» sarebbe nato nel 2005 quando l’imprenditore avrebbe creato un debito fittizio nelle casse aziendali da 28 milioni di euro simulando di ripianarlo per diventare creditore e poter giustificare i prelievi di ingenti somme dalle casse in favore di altre società a lui riconducibili.
Nell’ordinanza di custodia cautelare il gip di Roma, Maria Grazia Giammarinaro, scrive di «collegamenti del Balini e dei suoi accoliti con uomini politici e amministratori locali» sottolineando che «tali connessioni hanno consentito di ottenere, anche in tempi brevissimi, autorizzazioni e ogni altro tipo di atti amministrativi necessari al perseguimento dei suoi scopi». Il gip rimarca che «si può plausibilmente ritenere che Balini sia il gestore delle attività economiche e finanziarie facenti capo ad una delle strutture criminali insediate nel territorio di Ostia e che costituisca anzi il terminale apparentemente legale di quegli interessi criminali».
Tutto ruota intorno al Porto di Ostia che è stato costruito nel 2001e che si sviluppa attualmente su una superficie di circa 22mila ettari e dispone di 840 posti barca per lunghezze comprese fra gli 8 e i 60 metri. Il procuratore aggiunto di Roma, Nello Rossi, nel corso di una conferenza stampa, a cui hanno partecipato anche il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Gen.
B. Giuseppe Magliocco e il Comandante del Nucleo di Polizia tributaria, Col. Cosimo Di Gesù
ha rassicurato: “il porto continuerà a funzionare normalmente” – aggiungendo – «il Tribunale ha nominato due amministratori di grande esperienza che nonostante il sequestro permetteranno lo svolgimento di tutte le attività».
Sotto l’amministrazione Alemanno la società concessionaria aveva ottenuto le autorizzazioni per lavori di ampliamento finalizzati ad aumentare la capienza della struttura che in un futuro potrà arrivare ad ospitare 1419 posti barca. A disposizione dei natanti circa 611 nuovi punti di ormeggio per imbarcazioni da diporto di lunghezza compresa tra 12,00 e 70,00 mt. Non si escludeva, anzi si ventilava, anche la possibilità di accogliere traghetti e navi da crociera.
E in questo momento non si può che ripensare alla inchiesta dettagliata portata avanti per Repubblica da Federica Angeli e pubblicata nel settembre 2013, dopo l’arresto di 51 appartenenti alla malavita di Ostia che ha portato alla luce del sole i sospetti e le indagini che ruotavano attorno al Porto e quindi sulla persona di Balini che ne è presidente. Brevemente ricordiamo che nell’agosto 2012 Mauro Balini sporse denuncia alla squadra mobile per una tentata estorsione ed a seguito di questa denuncia gli inquirenti misero il suo telefono sotto controllo. Quello che scoprirono è che l’insospettabile Balini si stava muovendo per un grosso progetto con l’aiuto di personaggi dell’alta finanza (l’ampliamento del Porto). Parliamo di un progetto che necessitava di un finanziamento da 100 milioni di euro. E qui escono i roboanti nomi di cui tutti siamo venuti a conoscenza già da due anni attraverso le conversazioni intercettate, tra gli altri Emilio Spaziante, all’epoca numero due della Finanza, la Consob, Dario Romagnoli. Giusto per una rinfrescatina della memoria. E non possiamo non ricordare gli attacchi e gli esposti fatti dall’Associazione LabUr a più riprese, dal Comitato Civico2013 prima ancora dell’inchiesta di Repubblica, su tutto ciò che di poco chiaro c’era sul progetto dell’ampiamento del porto. Sempre attenti e pronti a denunciare quello che non andava.
L’arresto di Balini ha scosso tutta Ostia e sarà sicuramente oggetto di conversazioni per lungo tempo. Ma intanto fioccano i primi commenti “ufficiali”.
In una nota ecco la dichiarazione del Sindaco di Roma Ignazio Marino: “Complimenti al nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza del Lazio. Il loro prezioso lavoro dimostra ancora una volta che sul litorale romano deve continuare lo sforzo per ripristinare la legalità, che abbiamo già avviato con Alfonso Sabella. Stiamo agendo con determinazione ed efficacia su tanti fronti, dal diritto di tutti i romani di accedere al mare, alla garanzia che gli spazi pubblici non cadano nelle mani sbagliate. Aspettiamo ora fiduciosi il proseguimento del lavoro degli inquirenti, il Campidoglio da parte sua garantirà massimo sostegno e disponibilità nella lotta alla corruzione e al malaffare.
Il commento a caldo di Paolo Ferrara M5S:
Tassone arrestato in seguito nell’inchiesta mafia Capitale era stato eletto da pochissimo tempo, ma non esito ad affermare che ‘Mauro Balini è un mio carissimo amico’ quando nell’informativa di polizia giudiziaria si leggeva come Balini, patron del porto di Ostia, fosse ‘in interessenze inquietanti con ambienti malavitosi’. Parte dei costi sostenuti dal Partito Democratico locale e dal comitato per Andrea Tassone sarebbero stati finanziati da Mauro Balini o da società a lui collegate. Mauro Balini oggi è finito in manette insieme ad altri componenti di un’ampia associazione criminale. Sequestrati beni, all’interno del Porto Turistico di Roma, per un valore complessivo di oltre 400 milioni di euro. I reati contestati, a seconda delle singole posizioni, vanno dalla associazione per delinquere al riciclaggio all’impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. Crimine e Pd ormai sono all’ordine del giorno, ma siamo fiduciosi perché crediamo nella magistratura e nelle forze dell’ordine che stanno facendo un ottimo lavoro.
E quelli di Sel:
Non ci stupisce. E’ necessario andare fino in fondo e assicurare alla giustizia i responsabili del malaffare.
Lo denunciamo da tempo. A Roma c’è la mafia e Ostia, cioè il mare di Roma, rappresenta grazie alla sua unicità una enorme opportunità per gli investimenti criminali. Pertanto non ci stupisce l’arresto di Mauro Balini, meglio conosciuto come il ras del Porto di Ostia. Secondo l’inchiesta della Magistratura era il gestore delle attività economiche e finanziarie di alcune organizzazioni criminali operanti sul litorale e ha guidato un’associazione a delinquere che ha fatto fallire la società che gestiva il Porto di Ostia. In altre parole, Balini, era il terminale apparentemente legale di molti interessi criminali. Ora è il momento di andare fino in fondo, chiunque abbia commesso dei reati deve essere assicurato alla giustizia, senza se e senza ma. Non è pensabile che si possa chiudere questa pagina malsana senza che la politica, i partiti, facciano seriamente la loro parte. Combattere la criminalità significa anche spezzare quella rete di silenzio e connivenza che ha garantito l’agibilità politica, amministrativa, territoriale ai Balini di turno e al sistema criminale e corrotto che la Procura sta disintegrando. Questa è l’occasione per andare davvero fino in fondo, per combattere e vincere la deriva criminale che ha stretto la città di Roma e il suo “mare” in una morsa mortale. E’ necessaria un’azione sinergica fra procura, Istituzioni, forze politiche e tutte quelle realtà organizzate che conoscono e studiano i fenomeni criminali. Le inchieste e gli arresti che hanno scosso il mondo politico e imprenditoriale corrotto devono essere l’occasione per riportare al centro della vita politica e amministrativa della nostra città la legalità e la questione morale.
Marco Possanzini, Coord. SEL X Municipio
Anna Barsanti, Resp. Periferie ed Entroterra SEL X Municipio
di Alessandra Perlisz