Margò: il suo esordio è un “Mare di pensieri”

In rete troviamo davvero tanti video tratti da questo disco. La bellezza sua è incisiva, la semplicità è un punto chiave ma anche la produzione sempre puntuale ed efficace, moderna ma neanche sfacciatamente in cerca di chissà quale novità. Anzi… “Mare di pensieri” sembra incarnare il bisogno e l’urgenza, sembra essere quello che serve per conoscere da vicino una persona. E qui stiamo conoscendo da vicino Margò, la sua carta d’identità ha il suono pop che forse, a fare i difficili, ancora fatica a trovare il ritornello potente per le radio… ma le carte ci sono tutte… come esordio merita.

Un esordio che passa inevitabilmente prima tra il rumore mediatico dei video che troviamo in rete. Hai curato tantissimo questo aspetto visivo… posso chiederti perché?
Desideravo che la gente si affezionasse un po’ anche alla persona che c’è dietro le canzoni, che inquadrasse un’estetica e che mi riconoscesse. Mi ha sempre colpito come la musica riesca a dare così tanta forza alle immagini e viceversa. Nei videoclip che ho realizzato insieme al mio videomaker Emanuele Luigi Andolfi, abbiamo cercato di far vivere in simbiosi queste due arti meravigliose.

Che rapporto hai con i social network e questa vita che scorre tra post digitali?
Il mio rapporto con i social è di amore/odio. Dal punto di vista lavorativo ci sono entrata in punta di piedi, cercando di capire post dopo post come migliorare la mia comunicazione per arrivare al pubblico nella maniera più autentica e semplice. È un lavoro complicato che ha bisogno di tempo, ma ci sto lavorando.

La musica per Margó, visto che stai all’inizio del tuo percorso, che ruolo ha e che ruolo pensi abbia in società?
La musica per me è vita, non riesco ad immaginare un mondo senza. Ogni suono che ci circonda è potenzialmente una melodia o un elemento ritmico. Purtroppo non credo che nella società si dia il giusto rilievo a quest’arte, non viene presa sul serio, anche a livello professionale, quindi cerco di darle tutto l’amore e il rispetto che si merita.

E poi arriva la copertina di questo disco che sembra uscita da una favola… che immaginario è e come lo leggiamo in contrasto con il suono digitale che hai nelle canzoni?
Sono molto soddisfatta dell’effetto che suscita questa copertina, era proprio quello che cercavo; adoro giocare per contrasto e questo mi è sembrato il modo migliore per farlo. Ho dato risalto a un dualismo che ritrovo spesso anche nella mia vita: città-campagna, digitale-analogico. Mi piace anche pensare che chi ascolta l’album, avendo visto solo l’immagine di copertina, possa avere l’effetto sorpresa. Comunque, nonostante i suoni prettamente digitali, nei miei testi c’è un legame molto forte con la natura, a cui ho voluto dare risalto anche a livello estetico.

X-Factor per te cosa ha portato e cosa è stato in verità?
X-Factor è stata una grande esperienza.Non nascono che ,essendo una trasmissione televisiva, ci sono stati vari aspetti negativi, ma mi hanno tutti portato ad una crescita professionale e personale. Una grande occasione per accresce il proprio pubblico e vivere un’esperienza totalmente diversa.

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