Dopo il precedente singolo “Assurdo”, “Sulle Spine” diventa il terzo singolo del nuovo progetto Marika, prodotto da Raffaele Dogliani e Cristopher Bacco, mixato da Cristopher (Studio 2 – Padova) e masterizzato da Andrea De Bernardi (Eleven Studio). Inedito invernale che porta volontariamente un insieme di sound diversi, da quelli più dance, grazie all’uso di archi, synth e chitarre; a sonorità più cupe e dritte date per esempio dal moog, dalle batterie e dal vocoder.
Come dice il titolo, il brano parla di attese, di situazioni in cui si sta talmente sulle spine, che quel per sempre di cui tutti parlano, che a parer mio non esiste, diventa talmente consistente da diventare quasi reale, eterno. Come al solito vediamo al lavoro molti artisti, che tra una session e l’altra mi hanno aiutato a realizzare un altro viaggio, questa volta accompagnato anche da un progetto visivo parallelo all’uscita della canzone.
Eravamo curiosi, e l’abbiamo intervistata!
Com’era la prima canzone che hai scritto nel 2016? Ci sono degli elementi che sono rimasti anche adesso, a distanza di sei anni?
Era di sicuro diversa, a partire dalla lingua. Quello che mi fa sorridere ripensandoci è che il flusso è sempre quello. Emozioni, scrittura, melodia, musica. È rassicurante nella vita avere dei punti fermi che negli anni, se pur in modo diverso, persistono.
E che cos’è successo da allora nella tua vita?
Sono cambiate tante cose nella sfera personale, ma guardando indietro la musica è rimasta una costante. Rileggendomi sembra una cosa banale, ma mi rendo conto di quanto possa essere una fortuna. Stiamo sempre alla ricerca della nostra luce, del nostro obiettivo, io l’ho ignorato per tanto pensando che non mi potesse portare a niente. Adesso non so cosa succederà, ma almeno so dove posso trovare il mio fuoco negli occhi.
Esiste una Marika che non ha a che fare con la musica?
Eh si, soprattutto nella musica emergente penso che all’inizio per farcela serva arrangiarsi in tutti i modi. Io ho finito di studiare, infatti lavoro e questo mi occupa gran parte del tempo a disposizione. Però per adesso non esisterebbe l’uno senza l’altro. Oltre a quello ho sempre fatto sport, 16 anni di pallavolo, ho smesso quest’anno per problemi di tempistiche, ma appena ho un attimo vado a vedermi qualche partita, mi manca tantissimo.
E tra le tue influenze internazionali chi ritroviamo?
I miei ascolti negli ultimi anni sono veramente tanto italiani e questo mi aiuta molto nella scrittura. Eppure la musicalità del pop attuale sta prendendo una piega sempre più internazionale. Spesso nelle mie playlist troviamo i più classici: The Weekend, Post Malone, Justin Bieber, Dua Lipa, Drake, Stromae, Emma Peters, Purple Disco Machine, Rosalia. Un misto tra Stati Uniti, Francia e Spagna.
Qualche rimpianto o qualcosa che avresti voluto cambiare?
Di tantissime cose penso sempre “potevo farlo prima!” ma poi mi rendo conto che il tempo aiuta a migliorarsi e a schiarirsi le idee!