“Che freddo fa”, perfettamente intonata alla stagione, è la nuova canzone di Martin Hesta, cantautore di origine lombarda che dopo varie esperienze è arrivato a trovare una nuova dimensione sull’Appennino Ligure. Lo abbiamo intervistato
Ciao Martin, raccontaci come nasce il tuo nuovo brano, “Che freddo fa”
Che freddo fa è nata come spesso succede mentre strimpellavo la chitarra acustica, ma se per la parte strumentale ho trovato quasi subito gli accordi e la struttura musicale definitiva, per quanto riguarda il testo è stato un processo più lungo. Ho modificato delle frasi alcune volte prima di trovare la combinazione che mi soddisfacesse appieno. Ho dovuto fare qualche ricerca, ma una volta trovate le immagini giuste, tutto è diventato a fuoco e si è completato il quadro.
Qual è stata la sfida più grande che hai affrontato nella tua carriera musicale finora?
Ti direi probabilmente trovare la forza di iniziare a cantare e scrivere testi in italiano. Era una cosa che non avevo mai fatto prima e se in inglese riesci quasi a nasconderti dietro le parole di un’altra lingua, in italiano sei completamente nudo, all’inizio si è un po’ imbarazzati quasi, ma alla fine credo sia la scelta più sincera. Ci ho messo un po’ a capirlo ma cantare nella propria lingua ha un valore più profondo sia per me, che per chi ascolta.
Qual è il tuo rapporto con la natura e l’ambiente?
Il mio rapporto con la natura e l’ambiente è sicuramente di grande rispetto, sono consapevole che il loro benessere è cruciale per la sopravvivenza di tutte le forme di vita sulla Terra, compresi noi umani. Cerco di essere sensibile alla tematica e anche il trasferirmi a vivere in una cascina in Appennino ha in parte a che fare con questo. Certo nella quotidianità non sempre è facile soprattutto perché abbiamo costruito una società che spesso va dalla parte opposta. Si fa quel che si può.
Qual è il tuo metodo per scrivere canzoni?
Di solito, le prime versioni delle canzoni escono spontaneamente, facendo banalmente dei versi su degli accordi di chitarra, aggiungendo poi frasi che vengono in mente all’istante o che ho annotato nel tempo sul mio telefono. Successivamente, c’è un processo di rifinitura per renderle accettabili sia dal punto di vista dei testi che degli arrangiamenti.
Qual è il significato della tua cascina nell’Appennino piemontese-ligure per la tua musica?
La cascina è il mio rifugio, il posto dove vivo, e dove scrivo e registro i miei brani.
Tra le cose che apprezzo di più ti direi il silenzio e lo spazio, sia fisico che mentale. Le cose qui si muovono ad un ritmo più rilassato rispetto alla frenesia della vita urbana, e questo contribuisce a creare un senso di autenticità e profondità maggiore. Nonostante gli impegni sempre numerosi, quando mi ritaglio dei momenti per la musica riesco meglio a concentrarmi e ottimizzare l’utilizzo del tempo che ho a disposizione.