Matteo Rovatti: un Ep velenoso, romantico, futurista

Decisamente futurista, anzi quasi “dadaista” in un senso romantico e alto dentro cui l’individuo prende l’unica forma possibile: la verità. Perché dentro i 4 brani del suo nuovo EP, il cantautore di Sassuolo Matteo Rovatti mescola a se ingredienti estetici e liriche “politiche” e non politicamente corrette… quasi una denuncia allo steso sociale con il “Governo” e non manca neanche di mettere a nudo l’identità che ci portiamo dietro le maschere quotidiane come in “Facce di scorta”… e il romanticismo delle canzoni che come “Stelle cadenti” cadono ma in fondo seminano di un futuro invisibile nell’immediato ma, come piace leggerci dentro, con la potenza di rendere eterno l’uomo su questa terra.

La title track del progetto, “Cado nei tuoi occhi” in fondo porta con se un messaggio atemporale anch’esso, anacronistico ma che troppo spesso perdiamo di vista: quel senso di abbandono che dovremmo restituire alla nostra vita, al nostro modo di sentire la vita, alle nostre piccole emozioni. Matteo Rovatti mescola tutto questo dentro un suono futurista, digitale, senza privarsi di soluzioni classiche come il vocoder e rimescolando con stile anche forme internazionali come in “Stelle cadenti” dove il flow del rap richiama anche linee alla Tiziano Ferro quando sa bene come portare il resto del mondo nelle abitudini pop italiane.

E le liriche si susseguono spesso attribuendo al messaggio un valore prioritario che all’estetica delle metriche… e sa bene Rovatti come gestire le chiuse e le parole, le lettere e i significati che portano con se. Insomma niente di banale anche se di primo acchito la forma sembra ridursi a qualcosa di scanzonato. Un passo oltre le apparenze: in fondo ce lo chiede anche lui quando dichiara a gran voce la libertà di essere noi stessi.

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