Il 2021 si conclude con la messa on line del nuovo sito web del museo
Il 2021 del MIC di Faenza si conclude finalmente con la messa on line del nuovo sito web del museo che si presenta con nuova interfaccia grafica, sempre collegata ai social, uno shop on line e una grande attenzione all’esposizione digitale delle nostre collezioni tramite foto, video e tour virtuali ideati per target di pubblico differenti e con un occhio di riguardo all’accessibilità per le categorie più fragili.
Un ricco programma attende il 2022 del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza.
In programma mostre importanti, orgogliosamente prodotte dal Museo o costruite in collaborazione con importanti istituzioni internazionali, a cui si sommano il grande ritorno di Argilla Italia, la mostra mercato dell’artigianato artistico internazionale che si svolgerà dal 2 al 4 settembre e il riallestimento della sezione dedicata all’arte greco, romana, etrusca.
“È un anno importante poiché rappresenta la ripresa di una normalità museale ma è un anno di grandi cambiamenti: non solo esposizioni e la consueta attenzione alla valorizzazione del nostro ricco patrimonio, ma anche l’inserimento di nuovi percorsi legati al multimediale e alle tematiche di accessibilità ed inclusioni, a noi molto care. Continueranno sicuramente le sinergie con gli attori culturali del territorio e le collaborazioni internazionali, vera peculiarità del nostro Museo”, afferma la Direttrice Casali.
Il nuovo anno si apre con il proseguimento fino al 30 aprile 2022 della mostra “Gioia di Ber”. Oltre duecento ceramiche per raccontare come sono cambiati gli usi e costumi del convivio dall’antichità classica al design a cui sono collegate conferenze, visite guidate, laboratori per le famiglie e attività didattiche per le scuole.
A fine maggio fino a settembre 2022 si prosegue con un’antologica dedicata a Nino Caruso, realizzata in collaborazione con il MOMAK di Kyoto. Oltre un centinaio di pezzi, a documentare la poliedrica attività di Caruso tra scultura, produzione industriale e allestimenti monumentali.
Da fine ottobre 2022 a maggio 2023 il MIC propone una grande mostra su Galileo Chini. Straordinario protagonista dell’epoca liberty, Chini seppe adattare la sua poetica alle mode dell’epoca, attento alla decorazione che diventa pattern emotivo. Saranno in mostra un centinaio di pezzi delle varie fasi di attività dell’artista, dagli eleganti manufatti dell’Arte della Ceramica di Firenze (1896-1902) alle ceramiche più sperimentali della Manifattura di Borgo San Lorenzo.
Argillà Italia, la mostra mercato della ceramica artistica, “gemellata” con Aubagne in Francia e con Argentona in Spagna, torna dal 2 al 4 settembre 2020 a Faenza. Tre giorni per passeggiare nel centro storico, fare acquisti, curiosare tra gli stand, tre giorni per conoscere a fondo la cultura ceramica attraverso una visita al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza o girovagando tra le decine di mostre, performance ed eventi organizzati in tutta la città.
A fine settembre, in corrispondenza delle due più importanti fiere dedicate alla ceramica industriale in Italia (Cersaie a Bologna e Tecnargilla a Rimini), il MIC ripropone “Superfici d’autore”. Il Museo mette in mostra lavori d’avanguardia di designer che hanno progettato piastrelle per marchi noti dell’industria ceramica.
Infine a novembre, per celebrare la Giornata del Contemporaneo indetta da Amaci, il MIC presenta “Fragments”, una mostra di Salvatore Arancio. Risultato del bando ministeriale Cantica 21, la mostra intende investigare sul restauro e la conservazione della ceramica. In collaborazione con il laboratorio di restauro del MIC di Faenza, l’artista propone un dialogo con le parti nascoste al pubblico del museo; riflette sulla storia della ceramica, sulla sua durabilità e sulla dignità del lavoro silenzioso che avviene nei luoghi meno noti di un’istituzione. Un lavoro corale in cui le singole parti possano ascoltarsi e incontrarsi.
A fine anno si conclude il programma del MIC con il riallestimento della sezione dedicata all’arte greco, romana, etrusca, lavoro realizzato in collaborazione con l’Università di Bologna, Dipartimento di Archeologia.