Due i prossimi appuntamenti per Guido Coraddu con il suo raffinato Miele Amaro, il progetto artistico e discografico dedicato ai grandi jazzisti sardi riletti con amore e delicatezza per pianoforte solo: un viaggio lungo le pieghe multiformi di almeno tre generazioni di autori di musica jazz provenienti da quella terra ricca di storia e di personalità. Il pianista cagliaritano sarà infatti il 30 ottobre ad Amelia (Tr) alle ore 18:00 presso la Sala dello Zodiaco di Palazzo Petrignani e il 9 novembre alle 20,30 in un concerto live in diretta nazionale alla Stanza della Musica di Radio 3 Suite.
La data di Amelia si inserisce all’interno di FREE-Jazz, cinema e sperimentazione, micro rassegna che parte dal Concerto di Guido Coraddu per offrire uno sguardo sul jazz come mondo di libertà, le cui radici sono nella tradizione ma la cui sfida è la continua innovazione e sperimentazione. Il programma della giornata del 28 ottobre prevede, dopo il Concerto alle ore 21.00 (Sala Comunale F. Boccarini) la proiezione di Jazz Noir – Indagine sulla misteriosa morte del leggendario Chet per la regia di Rolf van Eijk.
Miele Amaro è un viaggio lungo le pieghe multiformi di almeno tre generazioni di autori sardi di musica jazz ed ha la voce del pianoforte solo, strumento per eccellenza capace di essere assieme classico e contemporaneo. Da Paolo Fresu a Gavino Murgia, Marino de Rosas ad Enzo Favata, da Marcello Peghin ad Antonello Salis, da Bebo Ferra a Zoe Pia, passando per il Massimo Ferra Trio, Silvia Corda, Riccardo Lay, Paolo Angeli: Guido Coraddu – presente anche con un proprio brano – ci racconta una Sardegna senza confini, immensamente ricca dei profumi della musica.
Il titolo è un omaggio alla fondamentale antologia di poesia e prosa della Sardegna, pubblicata da Salvatore Cambosu nel 1954. Il visual che accompagna questo album è legato all’opera di Costantino Nivola, altro grandissimo artista sardo, celeberrimo negli States, al quale è intitolato il Museo che il 22/05 ospita questa anteprima, un artista poliedrico che ha dato vita ad un linguaggio d’avanguardia in cui i segni dell’età contemporanea dialogano con quelli arcaici della Sardegna.
Il percorso di Miele Amaro vuole gettare un faro sul lavoro di autori molto diversi per età e per formazione, abbracciando quarant’anni di musica e almeno tre generazioni, incentrandosi sulle musiche dei più noti autori sardi di musica jazz. E, tralasciando per un attimo l’intimo rapporto che ogni musicista ha con il proprio strumento (in alcuni casi un unicum, come per Paolo Angeli e la sua chitarra preparata), sceglie di raccontare questa musica e i suoi autori attraverso la tastiera, tanto classica quanto eterna e contemporanea, del pianoforte. Una trascrizione che ha cercato di mantenere un equilibrio tra la rilettura jazzistica – che si appropria dei brani e li personalizza trasformandone a volte armonie e forme – ed il riferimento alla concezione originale delle composizioni. Il titolo, Miele Amaro, nasce dalla suggestione di una fondamentale antologia di poesia e prosa della Sardegna, pubblicata da Salvatore Cambosu nel 1954: lettura imprescindibile per chi voglia approcciarsi alla cultura isolana.