Il 26 settembre prossimo Guido Coraddu sarà alla Basilica di San Saturnino a Cagliari (ore 18,30 ingresso libero) ospite del Festival Forma e Poesia nel Jazz per presentare un’anteprima del suo nuovo progetto per pianoforte solo, Miele Amaro, proprio in questi giorni in fase di registrazione. Il concerto si articola attraverso i linguaggi di alcuni grandi musicisti sardi per raccontare la transizione della cultura isolana, la sua capacità di rappresentarsi e di riflettere su se stessa. “Forma e Poesia nel Jazz è un festival che esprime un concetto di musica in cui la forma è in rapporto con la poesia, e la poesia con la complessità della persona e della realtà. Mi è sembrato un contesto molto affine alle idee di questo ultimo mio lavoro”, così spiega Coraddu questo suo concerto.
Paolo Fresu, Gavino Murgia, Riccardo Lay, Paolo Angeli, Marino de Rosas, Enzo Favata, Marcello Peghin, Antonello Salis, Bebo Ferra, Zoe Pia, Massimo Ferra Trio, Silvia Corda, Marcello Melis: il percorso di Miele Amaro vuole gettare un faro sul lavoro di autori molto diversi per età e per formazione, abbracciando quarant’anni di musica e almeno tre generazioni. E, tralasciando per un attimo l’intimo rapporto che ogni musicista ha con il proprio strumento (in alcuni casi un unicum, come per Paolo Angeli e la sua chitarra preparata), sceglie di raccontare questa musica e i suoi autori attraverso la tastiera, tanto classica quanto eterna e contemporanea, del pianoforte. Una trascrizione che ha cercato di mantenere un equilibrio tra la rilettura jazzistica – che si appropria dei brani e li personalizza trasformandone a volte armonie e forme – ed il riferimento alla concezione originale delle composizioni.
L’album, che uscirà l’anno prossimo per WMusic, fa parte di un più ampio progetto dedicato alla creatività made in Sardinia che abbraccia anche le arti figurative, e la letteratura: la copertina del disco e tutta la comunicazione saranno associate al lavoro di Costantino Nivola, proprio in questi giorni al centro di un’importante retrospettiva a New York, creatore di un linguaggio in cui i segni dell’età contemporanea hanno dialogato con quelli arcaici della Sardegna. Un dialogo fra epoche e suggestioni ed un’ibridazione artistica che sono elementi d’ispirazione anche di Miele amaro il cui titolo, non a caso, nasce dalla fondamentale antologia di poesia e prosa della Sardegna pubblicata da Salvatore Cambosu nel 1954 (ed. Ilisso): lettura imprescindibile per chi voglia approcciarsi alla cultura di questa terra di uomini ed anime.