A curare l’illuminazione della mostra “Monet – Capolavori dal Musée Marmottan Monet di Parigi” è Francesco Murano, tra i più richiesti progettisti italiani d’illuminazione al servizio dell’arte e autore delle luci delle più importanti esposizioni in Italia
Prosegue la mostra su Monet a Palazzo Ducale di Genova.
Il light designer Francesco Murano: “visitarla è un’occasione unica e irripetibile”
Un appuntamento “da non perdere, perché espone eccezionalmente i capolavori del museo Marmottan, fornendo così un’occasione unica e irripetibile per vederne così tanti e tutti insieme”, spiega l’architetto delle luci Francesco Murano
Prosegue con successo “Monet – Capolavori dal Musée Marmottan Monet di Parigi”, la mostra in programma a Palazzo Ducale di Genova sino al 22 maggio 2022, dedicata a uno dei pittori più amati tra gli impressionisti e più apprezzati dal grande pubblico. L’eccezionalità di questa mostra risiede nell’amore e nell’intimità che emanano le opere esposte, allestite in maniera del tutto inedita e suggestiva nella sala del Munizioniere di Palazzo Ducale.
LE OPERE IN MOSTRA – Il percorso espositivo, articolato in ordine cronologico, presenta oltre cinquanta opere, tra cui le celebri Ninfee (1916-1919) e Le rose (1925-1926), un nucleo di opere alle quali Monet era intimamente legato, tanto da tenerle gelosamente custodite nella sua abitazione di Giverny. Ad accogliere il pubblico come in un onirico giardino lussureggiante, appositamente creato, ci saranno opere come le sue amatissime e iconiche Ninfee (1916-1919 ca.), Iris (1924-1925 ca.), Emerocallidi (1914-1917 ca.), Salice piangente (1918-1919 ca.), le varie versioni de Il ponte giapponese ela sua ultima e magica opera Le rose (1925-1926 ca.).
UN’OCCASIONE “UNICA E IRRIPETIBILE” – A curare l’illuminazione delle opere è Francesco Murano, oggi tra i più richiesti progettisti italiani d’illuminazione al servizio dell’arte e autore delle luci delle più importanti mostre in Italia. Un appuntamento “da non perdere, perché espone eccezionalmente i capolavori del museo Marmottan, fornendo così un’occasione unica e irripetibile per vederne così tanti e tutti insieme”, spiega l’architetto.
Murano, che recentemente ha illuminato le opere di Bill Viola e di Jago a Roma e quelle di Chagall a Milano, per valorizzare i quadri di Monet si è servito di una doppia illuminazione: “Una luce fredda sulle pareti che ospitano le opere e una luce calda e circoscritta sulle opere stesse, l’insieme delle due luci produce un miglior contrasto cromatico, riuscendo così ad enfatizzare le pennellate di Monet”. Poi aggiunge: “L’illuminazione dei paesaggi, e in generale dei dipinti che ritraggono la natura nel suo insieme, richiede una luce uniforme mentre le opere che raffigurano una persona hanno il focus sulla persona stessa e quindi, di solito, l’illuminazione non è uniforme perché privilegia il soggetto”.
BIOGRAFIA DI FRANCESCO MURANO – Francesco Murano è docente della Scuola di Design, nonché membro del laboratorio “Luce e colore” del Politecnico di Milano e tiene corsi di design presso l’Istituto Marangoni e in diverse Università italiane ed estere. Architetto, ha conseguito un master presso la Domus Academy. Poi un dottorato di ricerca in disegno industriale con una tesi di laurea dal titolo “Le figure della Luce”. Ha svolto ricerche accademiche, scientifiche, programmi e attività di progettazione per importanti industrie italiane ed estere, concentrandosi sulla progettazione illuminotecnica e illuminando molte delle più importanti mostre d’arte in Italia e all’estero. È inoltre autore del libro “L’illuminazione delle opere nelle mostre d’arte” edito da Maggioli, un prezioso manuale per la corretta illuminazione del nostro patrimonio artistico.