Sarà la Sicilia a vedere il debutto di Assassinio nella cattedrale i prossimi 2-3-4 settembre in una cornice suggestiva quella della Corte dell’istituto Ardizzone Gioeni a Catania con inizio alle ore 21,00.
Sul palco l’inedita coppia Ovadia-Bargilli che per la prima volta si misurerà insieme in una co-produzione del Teatro ABC di Catania e del Teatro Olimpico di Vicenza che con questo spettacolo il 22-23-24 settembre aprirà il 75° Ciclo di Spettacoli Classici, dove Marianella Bargilli ritorna dopo il successo di Fedra dello scorso anno. La regia è affidata a Guglielmo Ferro.
A Marianella Bargilli, reduce da un’estate che l’ha vista recitare in altri tre spettacoli (Fedra, Uno, nessuno e centomila e Il corpo della donna come campo di battaglia) il compito di interpretare sia il ruolo di una corifea che del “quarto tentatore”.
“È un grande onore per me ritornare all’Olimpico dopo il debutto a Catania a fianco di un mito assoluto, Moni Ovadia con il quale desideravo davvero tanto lavorare e con Guglielmo Ferro alla regia con cui ho già collaborato in passato con “La governante” di Brancati, si torna in sella con un classico tutto da scoprire!” Commenta Bargili.
Assassinio nella cattedrale racconta dell’omicidio dell’arcivescovo di Canterbury, Thomas Beckett, il cui corpo senza vita viene ritrovato all’interno della cattedrale. L’arcivescovo è stato assassinato da quattro cavalieri mandati da re Enrico II.
Ma il vero dramma che Thomas Stearns Eliot, mette in scena è quello che si svolge nella coscienza di Beckett, in lotta con i le proprie convinzioni in un mondo che gli impone di rinunciare a tutto quello in cui crede.
Il dramma è del 1935, è costruito come una tragedia classica, in cui potere temporale e spirituale si scontrano.
A Moni Ovadia, attore, scrittore, regista, musicista, “è affidato il canto desolato dell’eroe inglese “invaso” dalla fede cristiana, il lamento assoluto di un uomo indeciso tra abnegazione e incarnazione del Cristo, tra smania di potere e fede assoluta in Dio”.
“Thomas Beckett -ci racconta Moni Ovadia- appartiene a quella categoria di personalità radicali che quando si assumono una responsabilità nei confronti di un compito attribuito lo portano fino in fondo, appartiene alla categoria degli incorruttibili, incarna un ruolo che ha una priorità etica, è pronto a tutto per non abdicare alla responsabilità assunta. -Risuona molto in me continua- Lui potrebbe scappare, ma rifiuta fino alla fin e, a differenza di tutti gli interlocutori che cercano in ogni modo di fargli assumere atteggiamenti di compromesso e mediazione lui non cede”.