Abbiamo chiesto ai Mr Woland di scegliere alcuni dei passaggi lirici più significativi tra i brani del loro nuovo album “Burn The Streets Again”. La band ha dissezionato parola per parola ogni passaggio, aprendo le porte ad un mondo fatto di immagini tra realtà quotidiana e cruda poesia urbana.
Put On a Show: “Cause I don’t wanna change or fade away, and that’s why I’m on this stage and I’m really gonna put on a show”.
In estrema sintesi questa frase racchiude il senso più profondo di questa canzone, per noi molto importante, perché ci riconduce al senso di quello che stiamo facendo come rock band. E non a caso è l’attacco del ritornello. Le strofe hanno come asse portante l’amore e la sofferenza che questo sentimento può provocare, riconoscendone la potenza e affrontando il tabù del rifiuto dell’amore come scelta consapevole. A collegare il tutto sono le domande dei bridge e le parole del finale.
Tick her off: “New expectations far from boomers illusions, old generations they just miss the point”
Una canzone che parla di trasgressione, con uno sviluppo dialettico tra strofe e ritornello. Alle reprimende degli adulti che si preoccupano per la sfrenatezza della giovane protagonista fa da contraltare un desiderio di ribellione che non può essere arginato in nessun modo. Dietro l’incapacità delle vecchie generazioni di tenere sotto controllo e tenere il passo culturalmente con le nuove, c’è in realtà un riferimento all’inadeguatezza delle attuali classi dirigenti nella gestione del pianeta, dell’economia e delle legittime aspirazioni dei più giovani per un futuro meno cupo e più equo.
At Your Service: “Enchant me, tease me, with your sensual style. My body feels like an atomic pile
Eat me like a crocodile”.
Questo verso esprime bene il livello di ossessione che può scatenare un donna di straordinaria sensualità. L’hai vista seduta al bar e non riesci a togliertela dalla testa. Dentro stai andando a fuoco. La seguiresti anche se finisse in Nepal. Ti faresti letteralmente mangiare da lei, come fosse un coccodrillo. E non è detto che non accadrà…
Overthrow: “Your hideous power’s over and very soon you’re gonna die”
La giusta e profetica sentenza di Mr. Woland per ogni dittatore e prepotente di questa terra. Ma non è solo un fatto consolatorio. Il testo Overthrow offre una riflessione sul bisogno di libertà che ci circonda, che permette di sperare in un futuro in cui gli esseri umani sapranno vivere in modo più armonioso, senza più prevaricazioni, autoritarismi o tiranni.
Doom of love. “Longing for, harmony, state of war, only love”.
L’esperienza dell’amore porta a vivere emozioni talmente contrastanti da metterci di continuo di fronte a domande. In pochi versi abbiamo cercato di sintetizzare, quasi in una sorta di formula magica, alcuni degli elementi che rendono così speciale questo sentimento, che può darci gioie incredibili ma anche rappresentare una condanna.
Gone: “Without you feels like an aching void, woe woe woe woe”.
Quando si perde una persona importante il dolore ci colpisce in profondità. Inevitabilmente e pesantemente quando muore un familiare o un caro amico, ma può succedere anche quando finisce per sempre una storia.
I’m a fool: “Broke the Golden rule baby, my brain was dead”.
Questo verso racchiude il passaggio chiave della canzone, per altro molto esplicita e diretta. Rompere la regola d’oro, quella della reciprocità e della fiducia, è sempre un errore e il testo è una candida ammissione di colpa e allo stesso tempo una messa in discussione di se stessi.
Burn the streets again: “And we can’t stand, no we can’t stand for sure, your bloody racism no more, no more”.
La title track fa perno interamente sull’ordine di scuderia di Mr. Woland per questo secondo album. Mettere a fuoco le strade, scatenare la rivolta, perché quando è troppo è troppo. Canzone figlia di un 2020 esplosivo a livello di rivendicazioni sociali e rivolte popolari, anche contro governi e forze di polizia, in questo verso prende nettamente posizione contro il razzismo. Il testo sottolinea però nel finale anche la fragilità delle persone e la loro ambiguità.
New Order: “My defence indifference for ignorant remarks, my salvation information the only Ark”.
Un verso ben scandito che cambia l’incedere della strofa di apertura e dice fondamentalmente due cose. La prima, che gli stupidi che dicono cose stupide vanno ignorati. E anche gli intelligenti che le dicono. La seconda è che l’unico modo che abbiamo per salvarci dalla stupidità è tenerci informati, in modo autentico e responsabile, fidandoci di fonti affidabili, verificabili, e di chi ha dedicato la propria vita a studiare certi argomenti. In un pezzo che parla di rivoluzione ci sembrava il caso di puntualizzare.
Everything turns red: “Find a place, in the whole world, where greed and cruelty don’t cause deaths or suffering”.
Le cause della guerra, di ogni guerra, non sono poi così segrete. Ingordigia, crudeltà, fanatismo, volontà di dominio e sfruttamento, discriminazione, competizione economica e militare. Non cambia nemmeno il destino di tante persone che si ritrovano senza casa, quartiere, città o Paese, perché devastato dalle bombe. Succedeva quando abbiamo scritto il pezzo, continua a succedere ogni giorno.
Hell Song: “Something is passing through the wall, holding a gun to shoot my nightmares down to hell”.
Il testo di questa canzone è un divertissement che gradualmente si materializza in un incubo, di quelli che ti prendono a causa di una fottuta canzone odiosa che da qualche giorno non riesci a levarti dalla testa e finiscono in un bagno di sudore nel tuo letto con tanto di finale pulp.
Ride on. “How can you accept this violence, you’re doing to yourself?”.
Una canzone con questo titolo-citazione non può che essere un’esplicita dedica a uno dei più fenomenali frontman della storia del rock, Bon Scott. E’ un incitamento a non mollare, a tenere botta e andare avanti, anche se la marcia è scomoda e la strada lunga. Un’altra canzone di autodeterminazione, in cui le domande giocano un ruolo primario e dove questo verso, insieme all’ammonimento finale, sintetizzano bene il fatto di sentirsi spalle al muro.