Torna in scena, nell’ambito della rassegna “I Solisti del Teatro”, presso i Giardini della Filarmonica a Roma, mercoledì 4 agosto (ore 21:30), CARLOS, L’ULTIMA VOLTA, spettacolo scritto da Emiliano Metalli e diretto da Mauro Toscanelli.
La vita è complessa. A volte si immobilizza, disperatamente avvinghiata a un fotogramma muto. Più spesso fluisce come una strada affollata da sentimenti e corpi che si dimenano sotto le regole sociali. O, come in questo caso, trascinati dalle melodie del tango.
Non c’è verità che non trovi luce nel suo opposto, apparentemente menzognero. E l’una e l’altra mutano col tempo, come i volti delle persone che ci sono accanto, fino al fatidico giorno, che per Carlos è il 24 giugno del 1935.
Nell’attesa, Alfredo ama un uomo che non potrebbe amare, mentre Juan tradisce un’amicizia di cui solo troppo tardi intuisce la profondità. Attraverso questo tango di dialoghi solitari, l’uno e l’altro troveranno un ordine ai loro pensieri e alle loro azioni, mentre sullo sfondo giganteggia la figura del “morocho de Abasto”, Carlos Gardel, che ha segnato l’esistenza di tutti.
El rey del tango è l’assente protagonista di “Carlos, l’ultima volta”.
“Carlos, l’ultima volta è un lavoro che si è sviluppato a partire da un corto teatrale sotto forma di monologo nel 2016, esteso nel 2020 a due personaggi per poi arrivare alla versione attuale che considero la più esaustiva, sia dal punto di vista drammaturgico che di allestimento, proprio grazie a quegli studi intermedi affrontati durante il lungo percorso di questi anni”_ annota Mauro Toscanelli.
“La figura di Carlos Gardel è determinante per la storia del tango dello scorso secolo in quanto è il personaggio che più di tutti ha rappresentato l’incarnazione degli elementi caratteristici di questa disciplina. Grazie a lui il tango è stato veicolato in tutto il mondo ed ha avuto un impatto potente sulle masse al pari del suo contemporaneo Rodolfo Valentino.
Esempi di fanatismo che trascendono il Tempo, tanto che in Argentina a tutt’oggi si parla di Gardel al presente.
Attraverso questo allestimento ho voluto rappresentare sulla scena gli aspetti della vita di Carlos che lo hanno caratterizzato e che coincidono perfettamente con ciò che il Tango porta con sé: la passione, la nostalgia, la malinconia, la dissolutezza, gli eccessi, le dinamiche relazionali struggenti, la sensualità.”
Una messa in scena dove tutti questi aspetti trovano il loro posto in un’atmosfera da Milonga in cui la presenza muta e fisica di Carlos aleggia muovendosi come uno spettro tra i personaggi: la madre Berthe che veglia sulla condotta scapestrata del figlio attendendone sempre ansiosa il ritorno dalle sue tournée; Alfredo Le Pera, il suo paroliere, vittima di un amore sincero, appassionato, viscerale che deve fare i conti con la promiscuità del Divo e, infine, Juan, l’efebo amico dei due che con essi mette in atto una triangolazione amorosa che si rivelerà fatale.
Sul palco volteggeranno due tangueri chiamati a sottolineare gli aspetti voluttuosi e malinconici insieme, che la voce limpida e tagliente di Carlos restituisce ancora oggi con commovente generosità.
Lo spettacolo si inserisce all’interno del programma della Settimana Rainbow
con la collaborazione con il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli.