Nuova edizione degli incontri letterari, I Mercoledì Letterari dedicata alla scrittrice Doina Ruști

Mercoledì, 21 aprile 2021, ore 18:30, l’Accademia di Romania in Roma, in partenariato con Sandro Teti Editore di Roma, con il patrocinio dell’Ambasciata di Romania in Italia, presenterà online sulla pagina Facebook dell’istituzione: https://www.facebook.com/AccademiaDiRomania/, la prima edizione del 2021 degli incontri „I Mercoledì Letterari”. L’incontro sarà dedicato alla scrittrice romena Doina Ruști e a l suo romanzo L’omino rosso, il quale arriverà nelle librerie della Penisola in una nuova edizione italiana, rivista e modificata.

Il romanzo L’omino rosso di Doina Ruști, pubblicato in traduzione italiana presso la casa editrice Sandro Teti di Roma nella traduzione del Prof. Roberto Merlo dell’Università di Torino, uscirà nelle librerie italiane il 22 aprile. Protagonista della presentazione del volume in anteprima sarà la scrittrice stessa, accanto alla quale interverranno il prof. Roberto Merlo, traduttore del volume, dott. Sandro Teti, editore del volume e insieme a loro S.E. Alfredo Durante Mangoni. L’evento è organizzato dall’Accademia di Romania in Roma con il sostegno dell’Istituto Culturale Romeno di Bucarest e promosso da TVR Internațional, Radio România Actualități, Radio România Cultural e Radio România Internațional.

Iniziato nell’autunno del 2018, il programma “I Mercoledì letterari” intende presentare e promuovere opere di scrittori romeni tradotte e pubblicate di recente presso case editrici italiane, accanto a libri di autori italiani che trattano dei temi collegati alla cultura romena.

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DOINA RUŞTI (nata il 15 febbraio 1957), narratrice apprezzata per la forza epica, l’originalità e l’erudizione dei suoi romanzi, è stata tradotta in numerose lingue e le sue opere hanno ricevuto premi importanti in Romania e all’estero. La sua identità vanta origini composite e ricche, con antenati montenegrini, turchi, ebrei e romeni vissuti sulle sponde del Danubio, ed è anche grazie a queste origini che i suoi scritti risentono di un forte balcanismo e riescono a cristallizzare un immaginario proveniente dalle fonti più disparate. Ha trascorso l’infanzia in un villaggio nel sud della Romania (Comoșteni), in una famiglia di maestri che sbarcava il lunario, nella realtà comunista. Le regole assurde e il caos installati alla fine della dittatura traspaiono nel romanzo Il fantasma del mulino, romanzo di un universo favoloso, dominato da fantasmi e ierofanie. Il romanzo, citato nella The Ashgate Encyclopedia of Literary and Cinematic Monsters curata da J.A. Weinstock (Routledge, 2014) ha ricevuto il premio dell’Unione degli scrittori romeni, essendo considerato “uno dei più convincenti ed espressivi romanzi sul comunismo romeno pubblicati nell’ultimo decennio” (Paul Cernat). Tradotto in tedesco, è stato ben accolto dal Neue Zürcher Zeitung: “Il libro di Doina Ruști sfoggia un’ampia gamma di disponibilità letterarie, che danno la misura della resistenza nella storia romena del XX secolo”.

Nello medesimo registro del fantastico neogotico si collocano anche altri suoi i romanzi. Zogru (tradotto in italiano, ungherese, spagnolo e bulgaro) è un personaggio insolito, che evoca i dipinti di Chagall, come notava un quotidiano di Santiago del Cile: “Pieno di umorismo in alcune sequenze, in altre tragico e feroce, a volte fantastico e luminoso come un dipinto di Chagall, ciò che predomina in questa meravigliosa storia è la figura della terribile solitudine in cui si trova lo spirito umano privo d’amore” (Pedro Gandolfo, El Mercurio). Insignito del premio dell’Unione degli scrittori, il romanzo è stato oggetto di recensioni entusiaste anche in Italia. La stessa scrittura diventa il marchio d’autore per i futuri romanzi tali L’omino rosso (2004; tr. it. 2010), Homeric (2019) e Paturi oculteLetti occulti (2021), e soprattutto Mâța Vinerii / La Gatta di Venerdì. Quest’ultimo, il romanzo di D. Ruști più tradotto, ha ricevuto il Premio dell’Unione degli scrittori ungheresi (2017), essendo elogiato per la fantasia e lo stile: “Mâța Vinerii – un tripudio stilistico, una letteratura vitale, come il Profumo di Süskind fino a un certo punto e Lauro di Evgheni Vodolazkin, da un altro punto in poi” (Dan C. Mihailescu). Un posto speciale è occupato dal romanzo Manuscrisul fanariot/ Il Manoscritto fanariota (2015), parzialmente tradotto in inglese, che affronta un tipo di realismo magico affabulatore e a sprazzi lirico. Altri romanzi invece affrontano temi del più immediato e crudo realismo. Tra questi Lizoanca, coronato dal premio “Ion Creangă” dell’Accademia di Romania (2009), che ha goduto di recensioni superlative nella stampa romena ed estera. Un quotidiano di Budapest lo classifica tra i migliori libri tradotti nel 2015, insieme a Sottomissione di Houellebecq, e Il Libero (Torino) lo paragona in grande stile a La peste di Camus. In italiano il romanzo è apparso presso l’editore Rediviva di Milano.

Alla sua prima pubblicazione in italiano, nel 2012, L’omino rosso ha ricevuto critiche positive in Italia, apprezzato sia per l’originalità dell’espressione (La Stampa) che per la complessità del soggetto (Il Venerdì di Repubblica) e il tipo di fantastico che dispiega (statoquotidiano.it): “…un mondo allucinato, convulso, assurdo eppure coerente e reale quanto sa esserlo la fantasia, un bizzarro e imprevedibile Paese delle Meraviglie elettronico in cui Laura si avventura incantata e indomita come un’Alice telematica” (Roberto Merlo, Ritorno a Babele, 2016)

A suo agio sia nel registro fantastico che in quello realista, Doina Ruști riesce a scrivere in modo ugualmente convincente tanto delle atrocità del mondo contemporaneo quanto sui più alti ideali. I suoi personaggi, realistici o fantastici, sono memorabili e sorprendenti. Nei suoi romanzi ci sono spesso stupratori, assassini, persone affamate, viziate e consumate da ideali meschini. Ma con la stessa mano sicura, di romanziere versato, Doina Ruști costruisce anche personaggi fantastici, elfi, spiritelli, fantasmi, gatti incantati e stregoni, cosa che ha condotto alcuni critici a comparare le sue opere a quelle di Bulgakov, Süskind o Marquez. (Dan C. Mihailescu, Bojidar Kuncev). Per la varietà tematica e il forte aggancio al presente, così come per “la rara capacità di Doina Ruști di cambiare facilmente i registri narrativi”, la si può collocare tra gli scrittori di prim’ordine della letteratura romena contemporanea” (Nicolae Breban).

Doina Ruşti vive a Bucarest, è docente universitaria e sceneggiatrice e occasionalmente si dedica anche alla regia. Ha diretto un cortometraggio, tratto da un suo racconto breve, Cristian, presentato in anteprima a Cannes nel 2015 e selezionato in diversi festival internazionali. Ha scritto i dialoghi per Il miracolo di Tekir (dir. Ruxanda Zenide, Premio per il miglior film al Film Festival di Zurigo, 2016) e la sceneggiatura del documentario The Greek Slave (dir.Germain Kanda), selezionato a One World Romania – International Human Rights & Documentary Film Festival, 2015. Firma con lo pseudonimo Ruști, convinta che rinunciare al nome deli antenati sia una delle più grandi prove per un essere umano. I suoi scritti hanno goduto di critiche e recensioni positive in numerosi quotidiani, riviste letterarie e blog letterari in diversi paesi, tra cui El Mercurio (Santiago de Chile), Neue Zürcher Zeitung, Il Manifesto, Las Últimas Noticias, La Jornada (Città del Messico), Statoquotidiano.it, Turia, La Stampa, La Opinión, Il Libero, Magyar Nemzet, La Repubblica, Beijing Daily e altri. Per maggiori informazioni visitate il sitohttp://doinarusti.ro

ROBERTO MERLO è professore associato di lingua e letteratura romena presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne dell’Università di Torino. Si è formato come romenista alle Università di Torino, Cluj e Bucarest. Ha pubblicato vari e nutriti studi sulla letteratura romena contemporanea e sulle traduzioni di questa in italiano. Ha tradotto lui stesso testi di letteratura moderna e contemporanea, soprattutto narrativa: Bogdan Suceavă, Gabriela Adameşteanu, Doina Ruşti, “L’omino rosso” (2012, 2021), Zogru”(2010) e teatro, con rare e affascinanti incursioni nel mondo della poesia, occasionate dai versi di Matei Vişniec e Marta Petreu.

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