Odmevi/ Echi: la Slavia in lungo e in largo

16- 18 agosto

Sotto l’emblematico titolo di Odmevi/ Echi prende il via la seconda edizione di una rassegna che ha come sottotitolo “Coltivare il popolare per popolare il colto”, nata dall’incontro tra Andrea Rucli, direttore artistico dell’Associazione Sergio Gaggia di Cividale, che quest’anno ha organizzato la trentasettesima edizione dei Corsi Internazionali di Perfezionamento Musicale a Cividale, e Andrea Del Favero, direttore artistico del festival Folkest, con il dichiarato intento di animare luoghi di struggente bellezza, mondi vicini e diversi, sconfinando tra proposte culturalmente affini nella loro diversità.

Dopo l’anteprima del mese di giugno, alla Grotta d’Antro, con l’artista catalano/olandese Raquel Kurpershoek, il programma prevede intanto tre serate attorno a Ferragosto: il 16 agosto sul sagrato della chiesa di Santa Maria Maddalena di Oblizza (ore 18.00) con Saundaryalahari – Suggestioni dall’India, sul palco il Cardew Ensemble con Yati Durant alla tromba e all’elettronica, Nicola Baroni al violoncello, Jacopo Pacifico al bansuri e con la partecipazione di Alberto Zurco al sitar e di Asdis Valdirsmardottir alla viola. Appuntamento all’Ex Bar da Silvana a Clodig (Grimacco) il 17 agosto con Felliniana – Musiche di N. Rota, un viaggio lungo le note del grande autore delle più belle colonne sonore dei film di Fellini con Giuseppe Nova al flauto e Gli Archimedi, Andrea Bertino al violino, Luca Panicciari al violoncello e Giorgio Boffa al contrabbasso. Il 18 agosto ci si sposta al Belvedere del Ristoro Vartacia questa volta di Savogna (ore 18.00) con New Orleans! Dal Dixieland a Gerswhin, un concerto dedicato agli standard jazz degli anni Trenta con Tinto Maestri al clarinetto, Simone Di Gennaro chitarra, Lorenzo Ghirardini contrabbasso, Davide Fradeloni alla batteria e con la partecipazione di Lucio Degani violino e Andrea Rucli pianoforte.

Odmevi/Echi per la direzione artistica di Andrea Rucli e Andrea Del Favero, è realizzato dall’Associazione Sergio Gaggia e dall’Associazione Folkgiornale, grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, della Fondazione Friuli, in collaborazione e con il patrocinio dei comuni di Pulfero, San Leonardo, Grimacco, Savogna, Resia, la Comunità Montana del Natisone e del Torre,la Città di Cividale, l’Associazione Polisportiva Tribil Superiore, il Circolo Barluza, l’Associazione culturale e socio-assistenziale Tarcetta e la Pro Loco Nediške Doline, la Fattoria Sociale La Casa del Tempo, la Trattoria da Walter.

 

Felliniana

Fellini era affascinato dall’incantevole atmosfera magica che emanava Nino Rota: tra i due ci fu da subito un’intesa eccezionale, poi saldata in profonda ammirazione e stima reciproca. All’inizio della loro collaborazione, in verità, Nino Rota era nel pieno di una celebrata carriera accademica e l’idea di lavorare per il cinema non era nei suoi obiettivi ma, non appena conobbe il geniale regista, nato a Rimini nel 1920, cambiò idea.

In Felliniana si rincorreranno le emozioni di pellicole che hanno segnato la storia cinematografica del ‘900, come La Strada, Amarcord, I Vitelloni, Le notti di Cabiria, I clowns, La dolce vita, Giulietta degli spiriti e 8 e 1/2, opere in cui è ricorrente la presenza del mondo circense, quel mondo che per il regista significava l’irruzione del fantastico nella ripetitività del quotidiano di una provincia e incarnava gli aneliti, almeno nell’immaginazione, della fuga. 

 

Saundaryalahari

Saundaryalahari è un progetto musicale legato a un testo sacro di tradizione tantrica che a sua volta ispira l’attività di un ampio gruppo di ricerca spirituale, filosofica e artistica composto da membri attivi residenti in India, Nord America ed Europa.

Soundarya Lahari (in Sanscrito: सौnय%लहरी) significa “Onde di Bellezza”, è un famoso lavoro letterario dell’ 8° Secolo attribuito ai saggi Pushpadanta a Adi Shankara contenente inni sacri, immagini geometriche per la meditazione e una specifica leggenda legata alla figura di Shiva e al concetto dell’energia Kundalini. Il lavoro è basato sulla formazione grafica/spirituale dello Shrichakra che organizza la struttura del poema e si riferisce ai fattori sociali e spirituali che influenzano la creatività umana.

 Il progetto musicale sviluppa un percorso creativo ideato dal compositore americano Yati Durant, in parte improvvisato e in parte legato a Raga e a melodie tradizionali indiane, ed è anche basato su processi di interattività digitale che trasformano le immagini in suono viceversa, offrendo ai performer l’opportunità di rigenerare materiali musicali in loop con il software interattivo.

La versione proposta elabora un precedente percorso musicale ideato per violoncello ed elettronica, basato su un “Raga” moderno appositamente creato dal compositore e derivato dalle relazioni geometriche di una specifica immagine di meditazione legata al Saundaryalahari.

A partire da una melodia principale per violoncello, tromba ed elettronica il discorso musicale si amplia con il contributo di Bansuri e Sitar, in modo da intraprendere un originale dialogo e confronto fra modernità e tradizione, sistemi ed emozioni musicali antiche e odierne.

 Il Cardew Ensemble è un collettivo di musicisti-ricercatori-compositori uniti dalla volontà di realizzare percorsi creativi che partono dal confronto di linguaggi sonori distanti. Alla sua formazione originaria come gruppo di improvvisazione, composizione collettiva, Live Electronics ed elaborazione di partiture grafiche il Cardew Ensemble affianca progetti di ricerca, produzione e workshop legati a tradizioni popolari ed extraeuropee nel loro incessante processo di sviluppo e intreccio, esplorazione di tradizioni, nuove identità, ibridi e innovazioni. Le produzioni dell’ensemble sono dedicate alla memoria di Cornelius Cardew e alla sua etica dell’improvvisazione e dell’ascolto. L’Ensemble è stato presente in numerosi festival europei presso i quali ha elaborato versioni originali di partiture indeterminate di Cage, Stochausen, Cardew, Wolff, composizioni proprie e ha promosso il progetto Fughe e Confluenze in collaborazione con musicisti africani in Italia, e contribuito alla disseminazione in Europa del progetto interculturale Operaaga in collaborazione con l’ensemble Moon Arra di Bangalore.

 

New Orleans! Dal Dixieland a Gerswhin

Un quartetto formato da giovani studenti di musica che presenteranno un repertorio caratterizzato dalla fusione tra la musica Dixieland, nata e diffusasi da New Orleans nei primi anni del XX secolo, e lo Swing, genere che va via a via definendosi nel corso degli anni ‘30.

All’epoca le formazioni predominanti erano quelle della big band e dei grossi complessi che performavano dapprima, nel Dixieland, musica generalmente allegra, da ballo e di forma semplice e schematica, per evolversi poi nei raffinati arrangiamenti per big band dell’era dello Swing. Il quartetto presenterà quindi le melodie di alcuni dei temi più famosi di quegli anni corredati dalla caratteristica più importante della musica jazz in generale ossia l’improvvisazione.

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