On The Moon: l’intervista per il Double A-side “Zero”

On the Moon è un progetto electro rock italiano, fondato da Luca Di Vacri (basso e voce) e Luna Vianello (batteria). I due fondatori della band si conoscono nel corridoio della scuola superiore che frequentano grazie alla passione per la musica, che porterà poi alla nascita del progetto nel 2017, in delle vesti completamente diverse da quelle odierne.

Inizialmente, infatti, il progetto nasce come band indie rock, con una formazione classica di quattro elementi, che però non è destinata a durare a causa di divergenze artistiche e personali.

Dopo lo scioglimento, Luca e Luna si ritrovano da soli e decidono di mantenere la “classica” formazione a quattro cercando nuovi componenti e scartando in un primo momento la possibilità di diventare un power duo. A seguito di una lunga ricerca, Luca trova in rete il profilo di Giorgia Ravanello: una chitarrista incline all’uso dell’effettistica, con influenze musicali molto compatibili, e che si integra alla perfezione al cambio di rotta che il progetto sta prendendo.  Oltre alla chitarra, Giorgia suona anche i sintetizzatori, rivelandosi quindi l’elemento ideale per la direzione intrapresa dal progetto, molto più elettronica rispetto alla precedente. Questa unione darà vita a nuove sonorità, aprendo più possibilità nella scrittura di brani inediti. L’ultimo tassello del mosaico è il cambio di ruolo di Luca, che in questa nuova forma del progetto non è più solo bassista, ma anche voce principale. Nel 2020 viene pubblicato il primo singolo “Il Mio Migliore Amico”, prodotto da Michele Guberti e Manuele Fusaroli (produttore di Zen Circus, Tre Allegri Ragazzi Morti, Le Luci della Centrale Elettrica e molti altri nomi di spicco della musica indipendente italiana), e nello stesso anno partecipano alla compilation “Parlami per Sempre”, tributo ai Sick Tamburo organizzata dai ragazzi di All You Need is Punk, in memoria di Elisabetta Imelio (Sick Tamburo e Prozac +).

Durante il lockdown, l’attività della band subisce uno stop obbligato, ma il tempo viene impiegato con la creazione di nuove canzoni in smart working, e con la pubblicazione del nuovo singolo “Sogni”, il cui video è realizzato in casa con uno speed drawing di Luna. Nel 2022 viene pubblicato il primo album completo dal titolo “Siete Tutti delle Belle Persone” (prodotto da Michele Guberti ed Emanuele Fusaroli), anticipato dal singolo “Il Mio Vestito Buono”, e dal quale saranno poi estratti i singoli “Siete Tutti delle Belle Persone” e “Vittoria”. Grazie alla collaborazione con Anthill Booking, la band riesce a costruire una stabile attività live, che comprende anche aperture ad artisti come Meganoidi, Pino Scotto, Andy (Bluvertigo), Sick Tamburo, Cristiano Godano (Marlene Kuntz), Pierpaolo Capovilla e Nicola Manzan.

Nel 2024 la band è pronta a far uscire un nuovo brano in studio, ma a causa della sempre minore disponibilità di tempo per motivi di lavoro, Giorgia si vede costretta a lasciare la band. Gli On the Moon decidono allora di reinventarsi in un power duo e arricchiscono i live in elettrico sfruttando le basi per l’elettronica e le chitarre, mentre reinventano l’acustico con l’uso di cajon e percussioni uniti al basso, strumento che assume sonorità nuove grazie all’uso degli effetti.

Benvenuti, On the Moon! Oggi parleremo del vostro nuovo Double A-side “Zero”. Potete raccontarci di cosa trattano i brani “La stanza di Elena” e “Ansia”?
Ciao a tutti e grazie per lo spazio!
“La stanza di Elena” è uno dei brani che abbiamo scritto più di recente, e segna l’inizio di una nuova era per la band. Si ispira a molti cambiamenti avvenuti sia all’interno band che nella vita personale dei suoi componenti, non sempre positivi nell’immediato, ma che sulla lunga distanza ci hanno portato a crescere sia musicalmente che umanamente.
Invece “Ansia” parla del primo attacco d’ansia di una persona, che affronta l’argomento senza mezzi termini ed a viso aperto, è un brano a cui teniamo davvero molto.

Come sono nati questi brani e come si inseriscono nel vostro percorso musicale?
Sono brani scritti in momenti molto diversi della nostra vita.
Come tutti i nostri brani raccontano di esperienze vissute in prima persona o di qualcuno che abbiamo conosciuto da molto vicino, cerchiamo infatti di parlare solo di ciò che conosciamo e che abbiamo esigenza di condividere.

“Ansia” è un brano molto personale e stavamo aspettando l’occasione giusta per pubblicarlo, e metterlo insieme a “la stanza di Elena” ci sembrava la giusta collocazione, dato che già durante la scrittura ci ha dato la sensazione di poter essere un singolo “di punta”.

Anche se per noi tutti i brani hanno la stessa importanza.

Dopo l’uscita di Giorgia avete deciso di diventare un power duo. Come ha influenzato questo cambiamento il vostro modo di comporre e suonare?

Questo progetto ha avuto varie forme, ma Giorgia è stata determinante per le fondamenta della rinascita della band nel 2020, che ha portato a ciò che siamo oggi.
In realtà il modo di scrivere non è cambiato radicalmente, chiaramente avere una “testa” in meno fa differenza (soprattutto se si parla di una musicista con simili doti), ma il nostro è sempre stato un lavoro corale e spesso le parti di ogni strumento non venivano proposte da chi lo suonava.
Quindi, come già successo in passato, in certi casi pensiamo a come lei farebbe una chitarra per quel brano.
Allo stesso tempo però è stata una situazione stimolante per fare brani anche senza presenza di chitarre, con altri strumenti che magari ne facevano le veci creando nuove possibilità.

C’è una città o un paese in particolare dove sognate di esibirvi un giorno?
La nostra Venezia.
Entrambi siamo nati nel centro storico della città, che ha un rapporto molto difficile con la musica dal vivo.
Quindi consapevoli che non si è mai profeti in patria ci piacerebbe davvero molto poterci esibire “a casa”.

Come vi preparate per un lungo tour dal punto di vista logistico ed emotivo?

Diciamo che ormai definire “tour” una serie di date è quasi una formalità.
Nel senso che il tour nel vero senso della parola sarebbe una lunga serie di date che prevede mesi on the road senza tornare a casa, ed è una cosa che ormai si fa solo a livelli molto alti per vari motivi.
Però è molto emozionante far conoscere la nostra musica in varie città e situazioni, è qualcosa che ci ha sempre affascinato molto.
Nasciamo con l’intento di essere una live band, quindi vediamo come affascinante anche la parte che per molti è meno piacevole, come fare ore di furgone o la sveglia che suona la mattina dopo una data e poche ore di sonno.

Guardando al futuro, quali sono i vostri piani? Avete in mente nuovi progetti o collaborazioni?

Per il momento ci stiamo concentrando sui live a promozione della nuova release, ma allo stesso tempo stiamo anche scrivendo del nuovo materiale da far uscire dopo l’estate.
In futuro ci piacerebbe un featuring con altri artisti, magari avendo la fortuna di poter collaborare con qualcuno dei nostri artisti preferiti. Sognare non costa nulla.

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