La Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, presieduta dall’on. Michela Vittoria Brambilla, ha inviato alla Provincia autonoma di Trento un’istanza di accesso agli atti relativamente alla cattura per radiomarcaggio di una femmina d’orso eseguita ieri dai forestali trentini in località San Lorenzo Dorsino e diffida il presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti, dal procedere “secondo l’ormai consolidato, aberrante metodo”.
“Nel “metodo Fugatti” per la gestione dei plantigradi – afferma l’on. Brambilla – l’applicazione del radiocollare precede, solitamente di poco, l’emissione di una sentenza di morte. Peraltro dell’orsa catturata si sa soltanto che è adulta, che la trappola a tubo è stata piazzata “nei pressi di un’isola ecologica con cassonetti anti-orso” e che materia organica riferibile all’animale è stata consegnata alla Fondazione Mach per l’identificazione: ultimo atto, secondo il suddetto “metodo”, prima di firmare un decreto di abbattimento nel cuore della notte e ottenere l’esecuzione eludendo qualsiasi controllo di legalità. Contro l’uso distorto di uno strumento come il radiocollare, che dovrebbe servire a studiare monitorare e il comportamento degli orsi e non a facilitare o giustificare abbattimenti già programmati o addirittura “promessi” per legge, non solo diffidiamo il presidente Fugatti dal procedere secondo il suo ripugnante “metodo”, ma chiediamo di conoscere la documentazione istruttoria del Servizio faunistico che inquadra la storia dell’esemplare catturato e delle sue interazioni con l’uomo. È semplicemente scandalosa, e inaccettabile in un paese libero e democratico, l’opacità di cui si ammanta l’operato del presidente della PAT”.
In particolare l’istanza di LEIDAA riguarda l’esito dell’esame genetico dei materiali organici prelevati e la documentazione relativa all’identificazione dell’orsa e di eventuali cuccioli della stessa, il verbale relativo alle operazioni di cattura e di radiocollaraggio, i rapporti istruttori del Servizio Foreste e Faunistico con particolare riguardo a eventuali interazioni tra l’animale e l’uomo e comunque la documentazione che avrebbe giustificato la decisione di procedere al radiomarcaggio, rapporti sulla geolocalizzazione dei percorsi dell’orsa munita di radiocollare. “Ricordiamo con l’occasione – conclude l’on. Brambilla – che abbiamo già chiesto di sapere quali provvedimenti sono stati messi in campo per garantire ragionevoli probabilità di sopravvivenza ai cuccioli di KJ1, sul modello di quanto è stato fatto nel parco d’Abruzzo per i cuccioli dell’orsa Amarena”.