Paola Gandolfi – “Contrattempo”, a cura di Claudio Libero Pisano alla Fondazione Musica per Roma

La mostra di Paola Gandolfi si inserisce nel progetto espositivo della Fondazione Musica per Roma “The Female Gaze”, un’iniziativa che negli anni ha dato spazio alle opere di artiste come Alessandra Giovannoni (2017), Elisa Montessori (2018) e Donatella Spaziani (2019). Con il lavoro di Paola Gandolfi, il progetto prosegue mettendo al centro una riflessione potente e viscerale sul femminile.

Nel Foyer Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, dal 19 dicembre 2024 al 2 marzo 2025, Paola Gandolfi presenta una retrospettiva sulla sua indagine artistica che si sviluppa in un percorso profondamente personale e volutamente distante da scuole o movimenti precostituiti, risultato diretto di una posizione intellettuale forte e indipendente, che pone al centro il femminile, esplorato attraverso la lente della psicoanalisi.

Con quattordici grandi tele, molte inedite, Paola Gandolfi presenta nel Foyer Sinopoli dell’Auditorium una panoramica sulla sua ricerca che mette in primo piano la figura femminile, grande, invadente, che si appropria dello spazio senza scrupoli. I colori sgargianti e pop in realtà denunciano rabbia e conflitto. Le donne ben vestite e con acconciature misurate tradiscono una natura irriducibile e rivendicano il centro della scena. La ricerca di Gandolfi è da sempre centrata sul femminile, con studi approfonditi di psicoanalisi e differenze di genere. Il titolo della mostra è mutuato dal pensiero della filosofa femminista Geneviève Fraisse. Contrattempo in musica è un effetto di contrasto ritmico che interviene mentre le altre voci procedono all’unisono. La studiosa francese definisce il femminismo come un contrattempo della storia, perché per secoli è stato definito come un’essenza fuori dal tempo e dai processi storici. La necessità di riconnettere il pensiero femminista dentro la storia diventa decisiva per restituire senso e impedire che resti un contrattempo che si inserisce sempre come una voce fuori dal coro. Questa linea di interpretazione è decisiva per comprendere l’opera quarantennale di Paola Gandolfi. Le sue donne stanno sempre, in un modo o nell’altro, cercando un posto che le riconnetta al loro tempo con la legittimità di protagoniste. Nelle sue opere non c’è scontro, non c’è violenza esposta, il malessere del ruolo subalterno tradizionalmente associato al femminile è evocato attraverso un innocuo, solo all’apparenza, gesto di una mano o uno sguardo meno accondiscendente del contesto glamour nel quale la protagonista è raffigurata. La contraddizione della condizione femminile è affrontata dalla Gandolfi con un racconto che si snoda attraverso gli anni e trova la sua forza in un ritmo elegante e implacabile al tempo, un esplicitare lento che rifugge dal confronto aggressivo ma non per questo meno potente.

Biografia

Paola Gandolfi è nata a Roma dove vive e lavora.
Alla fine degli anni Settanta frequenta a Bologna l’Accademia di Belle Arti. Nel 1981 esordisce presso la galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis a Roma. Dopo un primo periodo nel quale si misura con opere ambientali e installative si concentra con decisione sulla pittura, perseguendo una ricerca profondamente personale, e forse, antitetica, a qualsiasi scuola o gruppo. La sua opera è strettamente legata alla sua posizione intellettuale, che ne è il conseguente risultato.
La psicanalisi, in riferimento al mondo femminile, è un aspetto centrale della sua ricerca artistica che si esprime da sempre attraverso la pittura, il video e la scultura. Partecipa alla XLVI Biennale di Venezia nel 1995, con una sala personale e nel 1996 alla XII Quadriennale di Roma. Nel corso degli anni ha esposto in Italia e all’estero in numerose mostre e progetti artistici.

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