Ancora una bandiera nera, simbolo di morte e di terrore, è stata issata. Il 14 novembre 2015 alle ore 21 e 15, la paura e la morte ha stretto Parigi, ancora ferita e grondante di sangue, in una morsa terribile. Il terrore ha assediato la Francia con sette attacchi terroristici di una crudeltà inaudita, senza precedenti in Europa. Il drammatico, bilancio, ancora non definitivo, è di 128 morti e 257 feriti, 99 in gravissime condizioni. L’Isis continua a macchiare la terra con sangue innocente in nome di un credo che credo non è (almeno non per noi occidentali). Non è ammissibile, plausibile o credibile che una religione professi stragi, decapitazioni e torture nei confronti di coloro che sono considerati degli infedeli, degli apostati. Il 14 novembre per Parigi rimarrà nella storia come un giorno di lutto e di terrore. La città è stata ferita mortalmente contemporaneamente in sette punti: vicino allo stadio di Francia, al teatro Bataclan: e in svariati bar e ristoranti. “Questa volta è la guerra”, ha affermato il giorno dopo la stampa francese, tracciando quello che era il quadro della situazione il mattino successivo della follia terroristica dell’Isis. “Quello che è accaduto ieri”, ha detto il presidente Hollande in diretta tv, “è un atto di guerra, che è stato commesso da un esercito di terroristi, il Daesh, contro la Francia. E’ un atto di guerra che è stato preparato e pianificato all’estero, un atto di una barbarie assoluta”. Il 14 notte, alle 21 e 25, a finire nel mirino di questi spietati assassini il X e l’XI arrondissments. Raffiche di mitra sono state sparate sulle terrazze di bar e ristoranti: colpiti a morte La Belle Equiperue di Charonne, il bar Le Carillon, il ristorante Le Petit Cambodge, la terrazza della pizzeria La Casa Nostra. Un’altra sparatoria si è verificata sul boulevard Voltaire, poi i terroristi sono entrati nella sala concerti Bataclan dove hanno fatto una vera e propria carneficina. Tre i punti dove gli attacchi sono stati più violenti: il Bataclan, lo stadio e un ristorante. Nella sala concerti del Bataclan – dove c’era il tutto esaurito per un concerto rock del gruppo americano ‘Eagles of death metal’ – un gruppo di criminali, solo così si possono definire, prima di aprire il fuoco sulle 1500 persone inermi e indifese, ha gridato “Allah è grande” e ha aggiunto frasi sulla Siria per poi proseguire nella loro follia uccidendo una a una le persone presenti. Non contenti hanno preso degli ostaggi. Un terrorista, come ha raccontato uno dei testimoni, continuava a gridare: “Allah u Akbar”, “Allah è grande”. A mezzanotte e mezza sono intervenute le teste di cuoio per mettere fine all’assedio terroristico, azione terminata verso l’una. Tre terroristi si sono fatti saltare in aria sul posto, un quarto si è fatto esplodere non lontano, sul boulevard Voltaire. A Saint-Denis, allo Stade de France, dove si è verificato il primo attacco mentre si giocava l’amichevole Francia – Germania, due esplosioni hanno terrorizzato 50.000 presenti. Al momento del boato, quando la terra ha tremato, i giocatori si sono fermati prima increduli poi spaventati. Alcuni spettatori sono riusciti a uscire, gli altri sono invece rimasti bloccati dalla polizia all’interno fin dopo il termine della partita. Il presidente Francois Hollande, che assisteva alla partita in tribuna d’onore, è stato portato via immediatamente. A creare il panico e a elargire morte due kamikaze: il bilancio parla di almeno 30 morti causati da esplosioni di polvere da sparo mista a chiodi in una brasserie e altri due siti adiacenti allo stadio. Una sparatoria a colpi di kalashnikov invece ha ucciso altre persone in un ristorante del decimo arrondissement. Una terza sparatoria ha sconvolto rue de Charonne, nell’XI arrondissement di Parigi, altri colpi di arma da fuoco a boulevard Beaumarchais e a Faidherbe, tutti e tre luoghi a pochi metri da place de la Bastille. L’Isis non ha tardato a rivendicare l’accaduto e nella loro follia delirante i jihadisti hanno dichiarato: ”Parigi è la capitale dell’abominio e della perversione”. Intanto le minacce dei jihadisti si susseguono rapidamente e continuamente. I militanti hanno pubblicato un video, senza data, in cui fanno sapere alla Francia: “Non vivrete in pace finché continueranno i bombardamenti”. Si tratta della seconda rivendicazione indiretta. “E’ un atto di guerra pianificato dall’esterno con complicità interne”, un “atto di guerra compiuto dall’esercito dell’Isis”. L’ha detto il presidente francese, Francois Hollande, parlando in diretta tv ai francesi. “Le forze di sicurezza e l’esercito sono mobilitate al massimo livello”. Un passaporto siriano è stato ritrovato sul corpo di uno degli attentatori kamikaze, riferisce Bfm-Tv. Sono 8 in tutto i terroristi morti nei diversi luoghi degli attacchi, secondo i dati forniti dal procuratore François Molins e dai suoi servizi. Alcuni testimoni della strage della sala da concerti Bataclan hanno affermato di aver visto una donna nel commando. Un secondo terrorista è stato “identificato, è un francese”, afferma Europe1. Il procuratore Molins parla di altri terroristi probabilmente in fuga, al momento non si sa quanti fossero. Dopo Parigi, ora “tocca a Roma, Londra e Washington”: è il sinistro proclama che ha accompagnato le celebrazioni dei sostenitori dell’Isis, su Twitter, degli attacchi a Parigi, con l’hashtag ‘#Parigi in fiamme’. “Ricordate, ricordate il 14 novembre di #Parigi. Non dimenticheranno mai questo giorno, così come gli americani l’11 settembre”. Lo scrive Rita Katz sul Site citando canali dell’Isis. Il prossimo appuntamento dell’Isis sembra sia l’Italia, Roma. Le cellule sono dovunque, tra di noi, come loro stessi hanno affermato, stanno aspettando solo l’ora X. La guerra al terrorismo si intensifica, si alzano le difese ma le bandiere nere dell’odio e della morte continuano ad innalzarsi mentre le nostre, sempre più spesso, si ammainano in segno di lutto.