Piazza della Rotonda, uno dei punti d’incontro preferiti dai romani fino al 1960 – Passando in questa piazza si può osservare uno dei monumenti più noti al mondo: Il Pantheon.
Erroneamente si pensa che il monumento sia quello originale edificato da Marco Agrippa, console per la terza volta nel 27 a. C. , ma poi rifatto dall’imperatore Adriano, senza contare alcuni rifacimenti curati da altri imperatori, ma nessuno ebbe il coraggio di chiamarlo in altro modo.
Questo importante edificio, definito persino da Michelangelo “opera eseguita non da uomini, ma da angeli” anticamente era preceduta da una scalea, ora interrata, ed ai lati vi erano posti lunghi porticati con imponenti gruppi scultorei. Vi era anche un grandioso fregio in bronzo sulla sommità triangolare, nonché alcuni ornamenti andati poi perduti. Ma nell’insieme l’edificio si presenta come all’epoca romana.
Le imponenti colonne di granito grigio rosa e lo stupendo portone posti all’ingresso sono un eccezionale esempio della migliore arte romana dell’epoca. Le ultime tre colonne sulla sinistra sono leggermente diverse perché provenienti dalle Terme di Nerone.
Nonostante la trasformazione in Chiesa Cristiana il Pantheon non ha subito molti rimaneggiamenti.
Nel suo interno troviamo la tomba del primo re d’Italia Vittorio Emanuele. Curiosamente pur essendo una chiesa il Panteon è proprietà dello Stato Italiano che se ne serve, insieme a Santa Maria degli Angeli, per i funerali di Stato o per la sepoltura di importanti personaggi. Nella prima cappella c’è un affresco della scuola di Melozzo da Forlì, in un’altra vi sono tombe medioevali mentre in un’altra ancora si trova un importante crocifisso e la tomba del Cardinale Consalvi, il più importante collaboratore di Pio VII; il gruppo marmoreo che adorna questa cappella è opera del grande scultore danese del XIX secolo Bertel Thorvaldsen.
Vi è anche la tomba di Raffaello Sanzio, morto nel 1520. Egli fu il primo dei numerosi artisti che trovarono l’ultima dimora in questa Chiesa. Il corpo di Raffaello fu posto in un sarcofago di epoca romana. All’epoca il cardinale Bembo fece incidere un epitaffio in latino che recita ” Qui è quel Raffaello da cui la natura, madre di tutte le cose, credette di essere vinta quando viveva, e di morire quando morì”.
Lo scultore Lorenzetto eseguì una statua della Vergine che fu posta sul sarcofago e fu lo stesso Raffaello che la commissionò negli ultimi anni della sua vita.
Oltre la tomba di Vittorio Emanuele II vi è anche quella di Umberto I, assassinato da un anarchico nel 1900 e nell’edicola accanto vi sono i resti di Baldassarre Peruzzi, importante architetto ed artista legato da una lunga amicizia con Raffaello.
Vi sono inoltre le spoglie di Taddeo Zuccari, dello scultore Flaminio Vacca e di Arcangelo Corelli, famoso compositore del 1600.
Nella piazza antistante vi è la fontana, con al centro un obelisco, costruita nel 1578 da Giacomo della Porta. Nel 1711 l’architetto Filippo Barigioni vi pose, rifacendola in parte, dei piacevoli ornamenti tutt’ora esistenti.
Dopo il 1870 la piazza al pari di Piazza Barberini e della zona del Tempio di Vesta e del Foro Boario divenne uno dei punti d’incontro tra i romani ed i contadini provenienti dall’agro romano, un’abitudine rimasta in uso fino ai primi anni del 1960.