Piazza di Spagna, un monumento tra urla e fantasmi – Piazza di Spagna, uno dei punti più suggestivi della capitale, nelle notti d’autunno, si trasforma in teatro silenzioso dove, sotto gli occhi increduli dei passanti, si ripete da quasi tre secoli l’apparizione fugace di una signora. Silenziosa ed impenetrabile, la donna avvolta da un velo nero per celare la sua identità, dopo aver errato per i vicoli di Trastevere ed aver attraversato Ponte Garibaldi raggiunge la Barcaccia, al centro di Piazza di Spagna, si ferma un istante e scompare nell’esatto istante in cui si sente una voce maschile che urla il suo nome: Lorenza! Si tratta della nobildonna romana Lorenza Feliciani, moglie del famoso mago Giuseppe Balsamo, noto come Conte di Cagliostro. Fu proprio qui che Cagliostro, accusato dalla moglie di stregoneria, fu arrestato. L’uomo, sin da piccolo era stato affascinato dall’alchimia che praticò e utilizzò a suo favore incantando migliaia di persone. Nacque a Palermo nel 1743 e fu istruito dai monaci. Fu proprio nella farmacia del monastero che ricevette le basi in chimica e medicina sino a quando non fu espulso perché, durante la lettura di un salmo, sostituì i nomi dei martiri con quelli di prostitute. A quel punto, Cagliostro andò a Messina dove commise il primo furto che gli fruttò 60 once d’oro. Con le tasche piene di monete, adottò il titolo di Conte. Qui incontrò Altus, un greco esperto in alchimia e scienze esoteriche. Insieme andarono in Egitto, Arabia, Persia e Malta, dove si ingraziarono il Gran Maestro dell’Ordine, appassionato di alchimia. A Malta, Altus morì e, Cagliostro, con lettera di presentazione del Gran Maestro, si inserì nella società romana e sposò, nel ‘68, Lorenza Feliciani. I due visitarono l’Europa e Cagliostro si fece conoscere come indovino, alchimista e guaritore. Nel 1776, arrivarono a Londra dove stava prendendo piede la Massoneria e, Cagliostro si unì ad una delle logge, fu nominato Maestro Massone e diede vita alla ‘Massoneria Occulta’ promettendo una rigenerazione fisica e morale. In Francia affermò, erroneamente, di poter prevedere il futuro delle persone vicine alla Regina. Fu rinchiuso nella Bastiglia. A Roma, accusato di eresia, fu condannato a morte con l’approvazione della moglie. La condanna, emessa dall’Alta Corte del Sacro Uffizio nel 1791, fu sostituita con il carcere a vita da Papa Pio VI. Morì senza confessarsi e senza rinnegare il suo credo, e per questo, gli fu negata la sepoltura in terra consacrata.