Quando Beethoven ispirò Tolstoj: Francesco Manara e Cesare Pezzi nelle sonate per violino e pianoforte – Giovedì 16 luglio, alle 21.30 alla Rocca Brancaleone, un viaggio in tre tappe nella vita di Beethoven
L’omaggio di Ravenna Festival ai 250 anni della nascita di Ludwig van Beethoven approda nel catalogo della musica da camera: giovedì 16 luglio, alle 21.30 alla Rocca Brancaleone, Francesco Manara, primo violino del Teatro alla Scala, e il pianista Cesare Pezzi affrontano in una sola serata tre Sonate per violino e pianoforte di Beethoven: la Prima, composta al tramonto del Settecento, ancora debitrice dei modelli mozartiani; la Sesta, scritta durante i travagli interiori che portarono il genio di Bonn a redigere il “Testamento di Heiligenstadt”, l’amara confessione in cui sfogò il suo dolore per la crescente sordità e per il conseguente distacco dagli affetti che lo circondavano; e infine la Nona, la celebre “Sonata a Kreutzer”, così chiamata dal nome del dedicatario, il violinista Rodolphe Kreutzer. È la stessa composizione che nel 1889 ispirò la tragedia dell’omonimo romanzo breve di Lev Tolstoj, in cui il fatale senso di colpa dell’uxoricida Pozdnyšev si scioglie sull’eco della musica beethoveniana.
Ludwig van Beethoven aveva studiato il violino da ragazzo, nella natia Bonn. Alle quattro corde dedicò 10 sonate, un Concerto, due romanze concertanti, senza contare la sterminata produzione quartettistica e per trio. La Prima sonata in re maggiore op. 12 n. 1 (1798) guarda ancora chiaramente al mondo concertante mozartiano. Con la Terza sonata in la maggiore op. 30 n. 1 (1802) si entra invece in un territorio pervaso da un lirismo intenso e delicato, che richiama le atmosfere bucoliche della Sonata “Pastorale” per pianoforte. Per Beethoven i primi anni dell’800 furono un periodo di profonda prostrazione dovuti all’incedere della sordità, come si può evincere dalla drammatica lettera scritta ai fratelli (e mai spedita), passata alla storia come “Testamento di Heiligenstadt”. Infine la Sonata in la maggiore “A Kreutzer” op. 47, che fu composta in un periodo di grandi sperimentazioni, dove Beethoven cominciò a dilatare le proporzioni delle sue composizioni. Il dedicatario Rodolphe Kreutzer non eseguì mai questa Sonata, definendola “scandalosamente incomprensibile”. Il tempo avrebbe dato torto a lui e ragione all’autore.
Il violinista Francesco Manara, classe 1969, ha frequentato il Conservatorio “Verdi” di Torino e si è perfezionato con Franco Gulli e Ruggiero Ricci. Nel 1992 è stato scelto da Riccardo Muti per ricoprire il ruolo di primo violino solista dell’Orchestra del Teatro alla Scala. Nel ruolo di spalla ha collaborato con direttori quali Barenboim, Bychkov, Chailly, Chung, Dudamel, Gergiev, Giulini, Harding e Sinopoli. Ha collaborato in qualità di primo violino solista con l’Accademia di Santa Cecilia, con la Bayerische Staatsoper Orchester e con la Royal Concertgebouw Orchestra; è stato premiato in numerosi concorsi internazionali tra cui lo “Stradivari” di Cremona, il “Tchaikovsky”di Mosca (Premio speciale) e il “Paganini”di Genova (Premio speciale). Dal 2001 è inoltre primo violino del “Quartetto d’archi della Scala”.
Il pianista Cesare Pezzi è nato Ravenna nel 1989. Diplomatosi al Conservatorio “Cherubini” di Firenze, ha proseguito gli studi con Konstantin Bogino all’Accademia “Incontri col Maestro” di Imola, con Enrico Pace all’Accademia di Musica di Pinerolo e con Carlo Fabiano all’Accademia Nazionale Santa Cecilia di Roma. Svolge intensa attività concertistica in Italia e all’estero, ospite della Società del Quartetto di Milano, del Maggio Musicale Fiorentino, del Festival da Camera di Mantova, della Steinway Society di Verona e degli Amici della musica di Cagliari. Ha inciso per l’etichetta discografica Naxos.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: primo settore 15 Euro, secondo settore 10 Euro, under 18 5 Euro
L’evento è in diretta streaming su www.ravennafestival.live