L’amore gioioso. L’amore doloroso. Passionale. Quello ormai spento e stanco. Agli sgoccioli. Un sentimento che può cambiare a seconda dello sguardo con cui si percepisce e del cuore con cui si sente. “Sottopelle”, l’opera di Pietro Magnani, giovane giornalista di Menaggio, paesino sulle sponde del lago di Como, è un inno alle emozioni più autentiche e controverse. A quelle che si agitano, che scavano come un tarlo fino a raggiungere cuore e mente. E’ una raccolta di 50 poesie selezionate tra le oltre 450 composte negli ultimi quattro anni, pubblicata nei “Diamanti” dell’Aletti editore. Già il titolo suggerisce l’impronta dell’opera. «Non sono mai stato un tipo che manifesta apertamente quello che sente – spiega l’autore – sia nel bene sia nel male. E in un certo senso penso che sia anche la maniera giusta di vivere l’amore, in quest’epoca di ostentazione. In tutte le sue forme, l’amore è qualcosa che cova, come febbre, sottopelle, come un prurito che non puoi scacciare. Anche oggi, anche se fingiamo di nasconderlo. Resta lì, sottopelle, quasi tatuato, marchiato a fuoco, il vissuto più profondo di ognuno di noi».
La Prefazione è a cura di Francesco Gazzè, autore e compositore, anche di tanti brani cantati da suo fratello Max, che scrive: «Tutti i crismi attinenti alla buona poesia sono radunati assieme e allacciati l’un latro in maniera squisitamente istintiva all’interno di questa silloge autentica e vigorosa, toccante e profonda; tutte le chiavi che ci hanno fatto innamorare dell’arte letteraria per eccellenza, ritmo, suono, spazi bianchi, immagini e significato volteggiano pagina dopo pagina in una sorta di carosello estetico che incanta e sospende, commuove e libera, cattura e seduce».
L’amore è la musa ispiratrice dei versi di Magnani. Ciò che crea un legame di comunione con il lettore. «Ma – ci tiene a precisare il poeta – non necessariamente quello per il proprio partner. Anche per amici, parenti, per un luogo caro, un animale. E’ intorno a noi, ogni giorno, ogni attimo. Basta poco per farsi ispirare dall’amore. Basta fermarsi a guardare la vita scorrere».
Una vita dedicata alla scrittura. Una passione che diventa mestiere. «Fare informazione come giornalista – afferma Magnani – non è come scrivere ballate di antichi eroi, ma è comunque una delle innumerevoli forme attraverso cui il mio amore per questo lavoro può manifestarsi. Anche se devi mettere un freno alla fantasia, la tua firma, il tuo stile, restano». E il suo sogno nel cassetto? Anzi, le sue bozze nel cassetto? Un’opera fantasy. Il genere letterario che Pietro ha sempre amato, sin da piccolo. «La chiave – racconta – per schiudere la porta di me bambino. Il centro di gravità attorno a cui ruota il mio legame con la lettura».
Federica Grisolia