Il 2 giugno dalle ore 22.00 lo Spazio VU / VETRINA VETUS URBS di VITERBO, dove si trova la sede laziale di Égreen, ospiterà il progetto QUESTO E’ IL MIO CORPO / UN’ALTRA OFELIA di e con GIADA VAILATI e FRANCESCO SACCO produzione CULT OF MAGIC.
Il lavoro nasce da una ricerca attorno al personaggio di Ofelia, la cui vita e morte raccontano un particolare rapporto con il possesso del corpo, destinato al sacrificio per l’espiazione di peccati altrui. Il suo corpo, come quello di ogni ragazza della sua epoca, appartiene al padre, in attesa della scelta di un marito al quale passerà in consegna. La frizione fra la prospettiva di Ofelia e il mondo circostante crea una sorta di predestinazione investendo la sua morte di un aspetto sacrificale che la avvicina alla figura di Cristo: la purezza in un mondo contaminato (dai peccati degli uomini o dal “marcio in Danimarca”) fa perdere ad entrambi il possesso del corpo che, da proprietà del padre (biologico per Ofelia, celeste per Cristo), si fa agnello sacrificale, divenendo pubblico. La proprietà dei nostri corpi in relazione ad una dimensione etica, talvolta sacrificale, è all’ordine del giorno: i nostri corpi ci appartengono? Questa performance mette in scena un rituale di riappropriazione attraverso la perdita: movimento e suono si concentrano sulla ripetizione, creando un loop in cui da soggetto agente il corpo diventa agito. Il corpo perde volontà e intenzione iniziando a esistere solo all’interno della gabbia del movimento ricorsivo, destinato a ripetersi in un ciclo potenzialmente eterno. Il movimento si basa su passi semplici ripetuti con dinamica crescente, generando un loop sempre più estenuante che è contemporaneamente costrizione e liberazione, perdita del controllo e riappropriazione, raggiungimento del limite di sopportazione fisica e superamento. Sono conciliabili l’ottica del sacrificio e l’exemplum cristiano con un umanesimo del corpo? Viviamo ancora situazioni un cui corpo e virtù possono confliggere? I nostri corpi ci appartengono?
Grazie a Carlo Puglisi Alibrandi e all’artista Lucrezia Testa Iannilli VU e Égreen diventano spazio/varco trasparente che guarda in strada, 20 mq di volume-superficie che prescinde dalle relazioni e si offre gratuitamente senza filtri nè “ingressi” in una sorta di viva bidimensionalità. Oltre ad essere distributore della photozine auto prodotta che affronta le tematiche della fotografia contemporanea.
Cult of Magic è un collettivo di ricerca che opera nei campi della performance, della musica e della danza contemporanea fondato a Milano nel 2017 dal compositore Francesco Sacco e dalle coreografe e danzatrici Samira Cogliandro e Giada Vailati, legalmente costituito come Associazione Culturale dal 2019. Il lavoro del collettivo consiste nella creazione di performance e spettacoli di danza contemporanea, in produzione e supporto al lavoro dei suoi membri e in attività di carattere sociale e divulgativo. Fra gli enti con i quali il collettivo ha collaborato o ricevuto supporto alla produzione si segnalano SIAE e MIBACT, Network Anticorpi XL, Festival Exister, Museo del Novecento Firenze.
Giada Vailati è danzatrice, coreografa e contributor per varie testate. Nel 2017 si diploma presso DanceHaus Susanna Beltrami. Nel 2018 accede a un master della Biennale di Venezia lavorando con Marie Chouinard e Daina Ashbee. Collabora con Public Movement, è co-fondatore di Cult of Magic, scrive per Artribune, Harper’s Bazaar Italia e La Scala Magazine. Dal 2019 inizia il suo percorso autoriale. Francesco Sacco è compositore, musicista e sound designer. Dal 2016 lavora come direttore musicale e drammaturgo per enti come Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino, Aterballetto, Tanzbüro Münich, Diego Tortelli. Nel 2019 co-fonda Cult of Magic. Lavora come produttore, collabora in eventi di moda e design, ha scritto per Rolling Stone Italia, Noisey e La Repubblica, nel 2020 pubblica il disco cantautorale La Voce Umana.
Lucrezia Testa Iannilli fotografa e art director, lavora nell’arte contemporanea utilizzando strumenti di indagine performativi e collettivi. Da diversi anni si mette in azione in spazi decontestualizzanti, utilizzando come strumento di visione e ricerca il corpo umano e quello animale, soprattutto cavalli, leit-motiv di molte opere: Animalia – MIART Milano Galleria FPAC 2016, Game of Vanth – parco Archeologico di Selinunte e Vulci 2015-17, Personne et Moi – Galerie Hus Parigi 2017, Game of Vanth #IV – LUISS Roma 2018, Gaslighting – Museo MACRO Roma 2019, S-confort Zone – Pure Art Circle Alpe di Siusi 2019, New Humans STUDIO RIZOMA Palermo, BASE Milano, PERIMETRO Milano, Flashback Opera Viva Torino, Non Credete al Cavallo, progetto VU_Viterbo. Tra il 2021-22 inizia a lavorare al progetto/catalogo fotografico “New Gods”, la successiva azione fotografica di ritratti “metafisici” a seguito della serie New Humans.