Dopo la pubblicazione di Musiche Meridionali e Terre del Sud Piernicola Pedicini esce con Radio Sud Globale, il suo personale contributo all’urlo di dolore e al bisogno di Pace che serpeggia oramai ovunque nel Mondo e che in questo album prende la forma di un lavoro solare e luminoso sulla contaminazione, di un disco oltre i confini e i limiti dei generi che parla la lingua rotonda del dialogo e le storie
Senza rinunciare alla lingua dei suoi padri, il campano, Pedicini cesella un album in cui le lingue del mondo si incontrano e si incrociano e in cui prende il coraggio di parlare di migrazioni, spopolamento, colonialismo, libertà: di tutti quei temi che oggi sono oramai oltre l’urgenza e che forse mai come con la musica prendono le ali di un nuovo potente urlo collettivo.
Intellettuale, musicista, politico, Piernicola Pedicini ha trovato oramai da anni nella musica il suo linguaggio più diretto, la sua espressione più libera: un terreno in cui incontrare e gridare le proprie lotte, in cui riuscire a impastare di poesia le proprie battaglie per restituirle con i colori oltre il tempo e oltre la contingenza del momento che solo la musica sa regalare.
Se i brani delle raccolte Musiche Meridionali e Terre del Sud, concepiti nei dialetti principali delle regioni del Sud, sono una raccolta dell’altra storia, ovvero quella della memoria popolare tramandata attraverso racconti orali e scritti, versi di scrittori e canzoni intonate attorno ai falò, Radio Sud Globale ha lo spirito dell’altrove e guarda ad un mondo glo-cale, in cui sonorità latine e di altri luoghi si impastano con l’elemento locale, in un viaggio che richiama l’urgenza della Pace.
Nasce proprio dall’urgenza questa raccolta, quella di raccontare un punto di vista altro, in una realtà e durante un momento storico che sembra non avere spazio per azioni semplici e normali. Vuole essere un album che induce alla riflessione, un contributo agli appelli inascoltati, alle parole che non hanno fatto breccia di Papa Francesco, alle manifestazioni e alle marce pacifiste.
Si tratta di una raccolta di brani su temi apparentemente slegati tra loro, ma tutti uniti dallo stesso filo conduttore: una sorta di zapping radiofonico su quanto accade nel mondo, sul dolore e su un condiviso bisogno – soffocato e senza voce – di Pace e di dialogo fra le persone, i popoli, le culture.