RaFestival 2018. Dal 16 al 24 giugno la mostra delle Fender a Palazzo Rasponi dalle Teste
Venerdì 15 giugno, ore 18.30, vernissage con interventi musicali
Se la chitarra elettrica è lo strumento re della popular music, allora la Fender è l’indiscussa regina delle chitarre: in occasione della settimana di eventi che celebrerà lo strumento che ha segnato la storia della musica degli ultimi fragorosi decenni, venerdì 15 giugno alle 18.30 Ravenna Festival presenta la mostra Fender Vintage, un’imperdibile passeggiata nella storia della musica attraverso oltre cento chitarre con le loro custodie originali, cataloghi, manifesti, documenti e fotografie legati al leggendario marchio californiano. I pezzi in esposizione? C’è da non crederci: la più completa collezione di Fender al mondo non si trova in America. E neppure in una grande capitale europea. Si trova qui, in Romagna, tra Ravenna e Forlì: grazie al generoso sostegno di Mario Boccaccini, il Museo Fender di Flavio Camorani e Michela Taioli sarà a Palazzo Rasponi dal 16 al 24 giugno.
“La chitarra elettrica, in America come da noi, ha dato vita a una musica popolare e molto aperta a contaminazioni,” nota Mario Boccaccini, a propria volta appassionato collezionista cui si deve l’idea della mostra, “diventando così lo strumento ideale per cantare e raccontare la vita. E Flavio Camorani è un amico e un consulente prezioso per chi come me ama, tra le chitarre elettriche, le gloriose Fender”. Gli oltre centodieci esemplari del Fender Vintage Museum – tutti corredati di custodie originali – sono stati collezionati in trentacinque anni di meticolosa passione, per far rivivere sonorità ed emozioni che hanno accompagnato un’epoca. La collezione del Museo Fender ripercorre il periodo d’oro del celeberrimo brand fondato da Leo Fender, sinonimo di qualità, ecletticità e artigianalità; d’altra parte la prima chitarra elettrica e il primo basso elettrico della storia furono creati proprio dalla Fender Factory. Accanto agli strumenti e agli amplificatori, anche cataloghi, manifesti, documenti, memorabilia e fotografie d’epoca.
Gli esemplari sono datati dal 1946 al 1974, anno in cui la Fender fu ceduta a un’altra società: “da quel momento Leo Fender e i suoi collaboratori, che già nel 1965 avevano venduto buona parte delle quote della fabbrica originaria alla CBS, si ritirano completamente anche da ogni controllo di qualità,” spiega Flavio Camorani. Dal 1974 si assiste quindi al declino del marchio: cambiano le vernici, i materiali sono scadenti e i musicisti cercano di barattare i nuovi modelli con quelli più vecchi. Nel 1950 Fender utilizzava infatti legni tagliati trent’anni prima, lasciati invecchiare e deresinare; ogni strumento era diverso dall’altro, per una somma di microvarianti, dal taglio delle forme al numero delle spire del filo dei microfoni. Nasce così il vintage delle Fender, custodi di un suono irripetibile.
Da martedì 19 giugno concerti a Ravenna, Russi e Comacchio comporranno invece un grande affresco sonoro tra soli ed esibizioni di massa, con un tocco di nostalgia ma soprattutto nuove composizioni – perché il progetto We Sing the Body Electric non un revival, ma uno sguardo sul futuro della chitarra elettrica.
Fender vintage è a Palazzo Rasponi dalla Teste, nella Sala delle Feste, dal 16 al 24 giugno. Aperta tutti i giorni dalle 15 alle 19; sabato, domenica e festivi dalle 11 alle 19. Ingresso libero.