Ravenna. Il ritratto d’amore di Roméo et Juliette in scena al Teatro Alighieri – Venerdì 18 alle 20.30 e domenica 20 gennaio alle 15.30
“L’arte drammatica è un’arte da ritrattista,” scriveva Charles Gounod, figura chiave della nuova opera francese della seconda metà del XIX secolo e compositore del Roméo et Juliette da cui riparte la Stagione d’Opera: venerdì 18, alle 20.30, e domenica 20 gennaio, alle 15.30, il Teatro Alighieri ne ospiterà il nuovissimo allestimento coprodotto con il Teatro Nazionale Croato Ivan pl. Zajc, a pochi giorni dal debutto a Rijeka-Fiume. Il ritratto di Gounod dei celeberrimi innamorati di Verona – simbolo di ogni amore contrastato e quindi infelice – su libretto di Jules Barbier e Michel Carré vedrà il ravennate Paolo Olmi alla direzione di Orchestra e Coro del Teatro di Rijeka, mentre la regia è firmata da Marin Blažević, direttore dello stesso Teatro. La Stagione d’Opera è resa possibile dal sostegno del Comune di Ravenna, della Regione Emilia Romagna e del Ministero per i beni e le attività culturali, con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e la partnership di Unipol Banca.
“Resistendo alla prevedibile compulsione a soccombere alle sfide di attualizzazione, ci siamo piuttosto proposti di indagare i risvolti della loro vicenda nel contesto teatrale e musicale a cui, in una straordinaria complicità con il misto di toni e atmosfere shakespeariani, provvedono Gounod e i suoi librettisti,” spiega il regista parlando della nuova produzione, che debutterà a Rijeka per poi attraversare l’Adriatico e raggiungere il palcoscenico del Teatro Alighieri. Sul podio Paolo Olmi, per la prima volta impegnato nella direzione di un’opera nella propria città d’origine; il direttore sottolinea come “Gounod fa tesoro di tutta la musica che conosceva, a cominciare da Bach e Mozart. Nella sua opera ci sono reminiscenze dello stile classico e dello stile barocco, ma anche dello stile sinfonico. Occupandomi sia di repertorio sinfonico che di quello lirico cerco sempre di conciliare le due cose…ed è per questo che quest’opera mi piace molto”.
Accolta con entusiasmo fin dal debutto, nel 1867 al Théâtre-Lyrique di Parigi, Roméo et Juliette è stata forse meno eseguita in Italia rispetto all’estero e riscoperta nel nostro Paese solo in anni più recenti. Se l’impianto privilegia la passione amorosa piuttosto che la rivalità fra famiglie, è evidente che l’autentico antagonista è la società, con quei suoi “sterili doveri-feticcio” contro cui si scaglia Gounod nelle proprie memorie e contro i quali intendeva promuovere un “più elevato senso del bello sulla scena francese”, progetto di cui quest’opera in cinque atti rappresenta un indiscusso vertice. Roméo et Juliette riflette infatti una nuova concezione del dramma musicale come specchio della réalité vivante, quindi della fisionomia ed evoluzione psicologica dei personaggi: piuttosto che le convenzioni teatrali e le rigide strutture formali del dramma è la dimensione interiore dei protagonisti a rappresentare il cuore dell’opera.
Nei ruoli protagonisti il soprano lituano Margarita Levchuk e il tenore spagnolo Jesús Álvarez. Frate Lorenzo è Eugeniy Stanimirov, mentre nel ruolo di Mercuzio si alternano Michael Wilmering (18) e Beomseok Choi (20). Nei panni del paggio Stéphano, personaggio introdotto secondo la consuetudine francese che prevedeva l’esecuzione di un brano solistico per l’adolescente en travesti, Ivana Srbljan. Dario Bercich è il conte Capuleti, Tebaldo è Marko Fortunato e la nutrice Sofija Cingula. Choi (18) e Wilmering (20) sono anche il Conte Paride, Ivan Šimaović è Grégorio, Sergej Kiselev Benvolio, Luka Ortar il Duca di Verona, Saša Matovina Frate Jean.
Opera il lingua originale con sovratitoli in italiano.
Il fil rouge del complesso confronto fra sentimenti e potere continua con le mozartiane Nozze di Figaro in arrivo da Spoleto, regia di Giorgio Ferrara e direzione di Erina Yashima (22 e 24 febbraio).
Info e prevendite: Biglietteria Teatro Alighieri – tel. 0544 249244 – www.teatroalighieri.org