Rediego: un sogno chiamato musica

REDIEGO: un sogno chiamato musica. Figlio della Gen. Z ama i social e promuove la sua musica pop alternative condividendo emozioni e lavora attraverso la rete

Diego Formoso, in arte REDIEGO, è un giovante cantante romano, classe 2000. Inizia a studiare pianoforte da bambino e successivamente prosegue con lo studio del canto. Ha la fortuna di poter seguire il padre in giro per il mondo e questo lo rende curioso e creativo.

Si esibisce sui palchi dei villaggi turistici sin da adolescente ed è proprio il contatto con il pubblico che lo spinge nella direzione della musica come scelta di carriera. Compone le sue canzoni e ha sfiorato il Festival di Sanremo nel 2021, posizionandosi tra i 46 artisti selezionati per Sanremo Giovani. Figlio della Gen. Z ama i social e promuove la sua musica pop alternative condividendo emozioni e lavora attraverso la rete.

Come e quando ti sei avvicinato alla musica?

Da bambino, mamma è stata ballerina, con lei ho scoperto la musica degli anni 80 e i musical; la musica è una passione condivisa in famiglia. Ho iniziato a studiare pianoforte e dato che ho sempre amato cantare, ho successivamente studiato canto in una scuola romana, la Sant Louis College of Music.

Quando hai iniziato a esibirti?

Da piccolo, ho la fortuna di avere un papà che lavora nei villaggi turistici quindi mi sono buttato. Il palco dei villaggi è un’ottima palestra, il pubblico è internazionale e sempre diverso, non viene specificatamente a vedere te ma hai l’opportunità di conquistarlo. Riuscirci è una sfida vinta con te stesso. Ci si abitua inoltre a una grande platea, considera che il teatro può arrivare a contenere moltissimi ospiti, capita di avere di fronte anche cinquecento persone, non è un salotto con pochi amici, sei costretto a metterti in gioco e a tirare fuori tutto quello che hai e che puoi.

Oltre ai palchi dei villaggi hai altre esperienze live?

No, ma è una mia scelta, volevo prima svezzarmi artisticamente, produrre le mie canzoni, avere insomma il materiale idoneo per scegliere altre location. Di fatto i brani composti sono ancora pochi per presentarli in un locale e al momento non voglio interpretare brani di altri artisti quindi paziento, preferisco dedicarmi alla mia immagine attraverso i social.

Gestisci tu i tuoi canali social?

Sostanzialmente si; per il primo singolo ho curato tutto da solo, sono un esteta e sono riuscito a promuoverlo come desideravo con foto, stories e post. Successivamente mi sono avvalso di un Social Media Manager, Silvio, per i promo e i canali YouTube e Spotify. Ma per quanto mi piaccia sono consapevole che questo tipo di lavoro sulla comunicazione toglie tempo alla parte artistica quindi vorrei avere un team di fiducia che gestisca questi aspetti al mio posto per darmi la possibilità di concentrarmi unicamente sulle canzoni.

REDIEGO
REDIEGO

I viaggi e la rete, sicuramente hai una visione aperta del mondo!

I viaggi ti aprono la mente, indubbiamente! Incontrare culture che non sono la tua, vedere altri modi di vivere credo dia un valore aggiunto che poi si riflette nei rapporti interpersonali. È importante scoprire cosa c’è oltre la nostra porta di casa, ampliare le nostre scelte su cosa può piacerci e cosa no. La rete dà la possibilità di rimanere collegato al resto del mondo ma spesso sostituisce l’esperienza diretta e tra vedere le foto dell’Acropoli di Atene e vivere l’emozione di trovarsela di fronte c’è un abisso!

Mi sembra di capire che non sei chiuso e schivo come spesso vengono dipinti gli artisti.

No assolutamente, non ho problemi di socializzazione e non ho particolari timidezze. A volte ho qualche insicurezza nel compiere determinate azioni perché non prendo molto bene i “no” soprattutto se qualcosa mi sta particolarmente a cuore.

REDIEGO, parliamo del tuo primo singolo, “Nei tuoi occhi”?

Parliamone! Il singolo è uscito qualche mese fa perché volevo iniziare a farmi conoscere. In realtà ho scritto prima la canzone che uscirà prossimamente e che si intitola “Anche una sola notte” ma ‘Nei tuoi occhi’ l’ho trovata adatta al momento e come biglietto da visita per la mia musica. Tra l’altro il brano era pronto, è stato registrato e prodotto nuovamente e avevo anche il video appropriato a disposizione.

Hai detto che sei un esteta, quanto conta per te la bellezza?

Nella mia vita conta tanto, mi voglio vedere bello! Faccio di tutto per essere sempre al top, mi curo esteticamente e fisicamente cercando di non scendere sotto determinati standard. Detta così posso sembrare paranoico, in realtà è una mia innocente fissazione.

Ma riguarda te oppure pretendi la bellezza anche dagli altri?

Riguarda me, assolutamente! Gli altri li accetto per quelli che sono. Anche nei rapporti interpersonali non ho mai puntato alla bellezza estetica ma più al fascino. Con me stesso sono più pretenzioso.

Hai un ideale maschile?

Si, Justin Bieber ai tempi d’oro quando aveva il fisico scolpito.

Sei mai stato bullizzato?

Fortunatamente no. Prima di sviluppare ero un po’ basso, molto dolce e un po’ insicuro ma non sono mai stato oggetto di scherzo.

Ma poi sei diventato sicura di te, ti piaci?

Si con lo sviluppo ho acquisito sicurezza e fiducia in me stesso; quando sono spuntati i primi peli della barba, quando ho visto il mio viso e il mio corpo prendere altre forme allora ho iniziato a pretendere.

Cosa vorresti dire ai tuoi coetanei che vogliono fare musica?

D’inseguire con tenacia il sogno rimanendo coi piedi per terra, di studiare, di viaggiare e di vivere tutte le emozioni possibili a prescindere dal risultato. L’Arte alla fine è un modo di essere e una strada per esprimersi la trova sempre.

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