Roma, Lima, Buenos Aires: sono le tre città d’origine di Andrea, Alberto, Manuel e Pedro, detenuti di Regina Coeli. Tre città oggi raccontate sui muri della casa circondariale dall’opera “Attraversamenti”, murales realizzati dagli studenti IED Roma insieme ai detenuti, e guidati dall’artista Laura Federici.
Tre opere che colorano i muri dell’edificio come tre nuove finestre sul mondo, tre spiragli di luce. Il progetto, con l’obiettivo di dare vita a un’immagine in grado di identificare le origini e cullare i ricordi delle persone che attraversano i corridoi dell’istituto, ha visto all’opera 14 studenti, prendendo corpo proprio dai racconti dei detenuti. Andrea, Alberto, Manuel e Pedro, in veste di narratori e assistenti alla realizzazione del progetto, hanno in una prima fase condiviso con gli studenti testimonianze e ricordi. Poi, divisi in gruppi, gli studenti hanno trasformato quei racconti nell’opera finita, che ha trovato casa nella seconda rotonda del monumentale edificio.
“Tra gli insegnamenti più grandi che può trasferire una scuola c’è il valore di stabilire relazioni, tra persone e mondi anche lontanissimi”, commenta Laura Negrini, direttrice IED Roma. “Attraversamenti esprime a pieno questo valore”.
Roma è la città raccontata da Andrea e Alberto. Nel murale a lei dedicato, alto più di tre metri e mezzo e largo circa due, si scorgono le vite dei protagonisti: Andrea viene dal centro storico, Alberto è un senza fissa dimora nato ai Ponti del Laurentino 38. Buenos Aires è la città di Manuel, nato a Cuba e fuggito lì con la sua famiglia a 3 mesi di vita. L’opera che racconta la sua città è un gioco di prospettiva: l’architettura della capitale argentina è raffigurata dal basso verso l’alto, è uno sguardo verso il cielo, come quello forzato dalle finestre di Regina Coeli, che con le sue lame metalliche impediscono di guardare verso il basso. Lima, infine, è la casa natale di Pedro. Nel murale che la ricorda, largo circa due metri e mezzo, la città è raffigurata nei suoi contrasti, nella sua complessità: nella capitale peruviana c’è un muro che divide i poveri dai ricchi, le baraccopoli dai grattacieli che gli studenti hanno deciso di raffigurare.
“Il progetto ha permesso uno scambio di vedute, opinioni e riflessioni tra gli studenti e i detenuti che hanno partecipato alla realizzazione degli affreschi”, aggiunge Claudia Clementi, direttrice di Regina Coeli. “Il laboratorio ha consentito all’istituto penitenziario di sentirsi parte integrante della città di Roma, sperimentando un’esperienza creativa grazie allo scambio e all’incontro tra realtà ed esperienze molto diverse tra loro. La giornata di oggi, inoltre, vuole essere un’occasione per una riflessione comune sul ruolo dell’arte e della cultura come elementi del trattamento rieducativo, volto al reinserimento sociale dei detenuti”.
“Ho molto a cuore questo progetto realizzato dagli studenti dello IED Roma coordinati dall’artista Laura Federici e con il fondamentale supporto della direzione della Casa circondariale di Regina Coeli – ha detto l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor. “È una dimostrazione concreta del ruolo importante che la cultura può avere all’interno del sistema carcerario e di come scuole, università e enti formatori possono esserne protagonisti, in un meccanismo di scambio che arricchisca tutti: gli studenti, che hanno scelto insieme ai detenuti cosa rappresentare e come esprimerlo artisticamente, e gli stessi detenuti che possono, grazie a questo lavoro, affacciarsi su altri orizzonti possibili e inquadrare il loro futuro in un’ottica nuova.”