Resist, al via la VIII edizione del festival a Viterbo – Continua a Viterbo l’ottava edizione del festival Resist. Nato nel 2005, in occasione del 60° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, Resist è organizzato dal Comitato Arci di Viterbo ed è incentrato sui temi ed i valori della Resistenza.
Resist quest’anno diventa, da proposta locale sviluppatosi per sette anni a Viterbo, progetto diffuso sulla rete nazionale dell’Arci, con numerose iniziative in tutto il territorio nazionale. L’intento del progetto rimane quello di presidiare il periodo del 25 Aprile con la volontà di promuovere una maniera diversa e attuale di raccontare la Resistenza e di continuare a farla su temi sia storici che di pura attualità.
Proseguono gli appuntamenti di Resist, venerdì 27 aprile alle ore 18.00 presso il Biancovolta di Viterbo è previsto un incontro sui temi del diritto di cittadinanza e le seconde generazioni a cura del Comitato provinciale L’Italia sono anch’io, interverranno Pape Diaw dell’Arci nazionale e portavoce della comunità senegalese di Firenze, Marco Pacciotti, responsabile immigrazione Partito Democratico, Abdessamad El Jaouzi, CGIM Ass. Cantieri dei Giovani Italo Marocchini e portavoce comitato l’Italia sono anch’io di Frosinone.
Pape Diaw è senegalese. A Firenze rappresenta la comunità del suo paese ed è molto conosciuto, sia tra i senegalesi che tra gli italiani. Da tanti anni chiede la chiusura di Casa Pound. Dopo il duplice omicidio di Samb Modou e Diop Mor da parte del nazista Casseri, organico al circolo di Casa Pound Pistoia, Pape ha chiesto la chiusura delle sedi dell’associazione fascista davanti a migliaia di persone in piazza Santa Maria Novella a Firenze.
Marco Pacciotti ha iniziato il suo impegno sociale e politico facendo volontariato con i bambini nelle periferie di Roma. Con un gruppo di amici ha fondato l’associazione antirazzista Nero e non Solo nel 1990. Ha continuato ad occuparsi di immigrazione svolgendo il servizio civile presso l’ARCI nel 1991. Con lo scoppio della guerra nella ex Yugoslavia ha lavorato all’interno del Consorzio Italiano di Solidarietà, in progetti di cooperazione a sostegno delle popolazioni vittime della guerra, e successivamente in progetti di ricostruzione. Nel 2004 sono diventato Vice Responsabile Nazionale del Dipartimento Welfare dei Democratici di Sinistra, dove, lavorando a fianco di Livia Turco, si è occupato delle politiche sociali con particolare attenzione ai temi dell’integrazione socio – sanitaria sul territorio, ai temi dell’infanzia, della terza età e delle politiche di accoglienza e cittadinanza per i cittadini stranieri. Attualmente coordina il Forum immigrazione del Pd.
Abdessamad El Jaouzi ha 31 anni ed è nato nella città di Marakech. Ha conseguito la laurea in Scienze e tecnologie dei media e comunicazione ipermediale e specialistica in Elaborazione matematica di segnali ed immagini, dipartimento di Matematica a Tor Vergata – Roma. Attualmente lavora come consulente informatico presso L’Istituto centrale delle Banche Popolari, a Roma. Ha iniziato il volontariato nel lontano 1998 occupandomi di tematiche legate all’immigrazione, mediazione scolastica. Ha conseguito il diploma di mediatore interculturale all’università di Cassino. Dal 2009/2010 è rappresentante della commissione cultura, educazione ed integrazione nella consulta delle associazioni di Frosinone.
Sabato 28 aprile sempre al Biancovolta alle ore 18.00 ci sarà la proiezione di “Conversazioni con Camila Vallejo” di Manuel Anselmi e Luciano Usai, intervengono Manuel Anselmi, docente di Sociologia politica presso l’Università degli studi di Perugina, Augusto Illuminati e Tania Rispoli, autori di “Tumulti. Scene dal nuovo disordine planetario”, edizioni Derive Approdi.
“Conversazioni con Camila Vallejo” è un documentario- intervista “Conversazioni con Camila Vallejo”, la giovane leader cilena che è diventata simbolo degli indignados di tutto il mondo. Il filmato è frutto della collaborazione tra il fotografo Luciano Usai, autore di importanti servizi in tutto il mondo e fotografo dell’accademia italiana di danza, e Manuel Anselmi, blogger de Il Fatto e studioso di America Latina.
Due semplici chiacchiere intorno un tè diventano una lunga testimonianza in cui la giovane leader, parla della violenza politica, del neoliberalismo, della democrazia, dei punti di forza e dei punti di debolezza del movimento studentesco, dei rapporti con i media, ma anche della sua formazione, della difficoltà di essere donna e militante e delle sue aspettative personali.
La voce di Camila si trasforma così in quella dell’intero movimento che sta cambiando radicalmente una nazione tra le più diseguali del mondo, dove le ferite della dittatura sono ancora aperte.
Tumulti, insurrezioni, cortei, barricate … Parole sempre più ricorrenti nelle cronache politiche (dai moti studenteschi europei alla resistenza operaia, passando per le insurrezioni nel mondo arabo e gli «indignati» spagnoli) che indicano tanto lo sconvolgimento dell’ordine esistente quanto l’emergere di pratiche che ben poco hanno a che fare con la tradizione rivoluzionaria del Novecento. Come se le categorie di Stato e Rivoluzione non riuscissero più a spiegare i processi in corso. Come se fossero inadatte a capire un’epoca in cui la politica assume la forma del tumulto, dell’imprevedibilità degli incontri e degli esiti, dell’esodo dai partiti e dalle organizzazioni.
Perché la forma politica del tumulto significa disconoscimento della controparte del potere come Uno (da decapitare e sostituire); significa tenere fermi al proprio interno conflitto e pluralità; significa rifiutare la rappresentanza ma anche darsi nuove istituzioni flessibili, costituenti.
Dalla «muta» di Pentesilea ai Ciompi machiavelliani, passando per i «diplomati senza futuro», questo libro è un testo di filosofia politica sulla forma-tumulto e l’inesorabile declino della sovranità.
Per essere aggiornati sul programma di Resist visitare la pagina web: http://arciresist.org/