Il manager dello spettacolo Antonio Desiderio e tanti altri artisti tra cui etoile e coreografi di fama internazionale della Antonio Desiderio Management hanno lanciato un appello per chiedere la riapertura dei teatri immediata.
La situazione per il mondo dello spettacolo è sempre più drammatica e le riaperture dei teatri annunciate con numeri ridotti e modalità di accesso difficilmente sostenibili, si parla di tampone obbligatorio prima dello spettacolo, potrebbero dare il colpo di grazia ad un settore già martoriato. Antonio Desiderio e tantissime stelle della danza e dell’opera nazione ed internazionale – di cui molti facenti parte della sua Desiderio Management – si sono voluti riunire lanciando un accorato appello alle istituzioni per chiedere la riapertura dei teatri e sostegno al mondo della danza.
Antonio Desiderio manager di opera lirica e balletto internazionale: “La riapertura dei teatri sottoposta al solo pubblico vaccinato, è l’ennesima discriminazione di un luogo che dall’inizio ha patito e sta ancora patendo la mal volontà ed un accanimento immotivato del nostro governo. Non si è voluta trovare da un anno nessuna soluzione per i teatri e la cosa piu semplice è stata per loro tenerli chiusi, portando allo sfinimento questo settore che da sempre è motivo di vanto nel mondo ed infrangendo i dettami della nostra Costituzione fondata sul lavoro e sulla democrazia. I teatri vanno aperti, contingentando il pubblico proporzionalmente in base alla capienza del teatro stesso (no con capienza uguale per tutti) nella stessa identica maniera in cui lo si è fatto per i programmi televisivi che già da tempo hanno ripreso con pubblico in presenza.”
Kristian Cellini coreografo internazionale: “In attesa di essere tutti vaccinati e tornare alla “normalità”, credo che una soluzione potrebbe essere quella di richiedere l’esito del tampone rapido al pubblico fatto 72 ore prima dello spettacolo ( come già avviene per i viaggi di lavoro e in alcune produzioni teatrali e televisive); oppure predisporre il giorno stesso dello spettacolo un presidio medico all’interno del teatro per il tampone rapido considerando che ci sarà ancora per un po’ un numero ridotto di pubblico.”
Sabrina Borzaga docente Kino Centro Danza ed ideatrice del Metodologia Entolè: “Personalmente credo che l’inserimento dell’obbligo vaccinale per entrare nei teatri contribuirà ancora di più ad allontanare il pubblico, considerato che tutti coloro che non accetteranno ricatti (me compresa) piuttosto che vaccinarsi rinunceranno; tra l’altro un ricatto simile viola l’articolo 31 della costituzione italiana e non dimentichiamo quanti dei nostri nonni sono morti per la nostra libertà. Inoltre non si comprende tutto questo accanimento nei confronti dei teatri a fronte di luoghi molto più pericolosi dal punto di vista degli assembramenti come i mezzi di trasporto o i centri commerciali…quindi si può entrare in un centro commerciale o in un aereoporto senza vaccino ma in teatro no? Vista così sembra una congiura nei confronti del mondo teatrale”.
Matteo Addino, coreografo della trasmissione tv Il Cantante Mascherato in onda su Rai 1 e direttore della Compagnia Experience Danze Company: “Come si può vivere senza arte lo abbiamo capito. E credo che si viva male. Male perché esprimere il nostro sentire attraverso il movimento, la parola ci mette in comunione con qualcosa di più alto che non è solo esibizione ed ego. Ci riconcilia con i rifiuti i lutti, la rabbia: le esperienze dure difficili si incanalano e si risolvono. Oppure si celebra la vita, la forza, la determinazione. Tutto questo in uno scambio con il pubblico che respira e vive con l’arte lo stupore. Chiedere i teatri significa questo. Significa perimetrare la natura umana. Rinchiuderla. È un anno questo, di nebbia. I professionisti sono monchi con bonus che servono solo a sopravvivere. Ti tengono in piedi come un’impalcatura, l’arte chiede uno scheletro, la forza dei muscoli, la testa alta, gli occhi rivolti all’orizzonte per sognare. E siamo stanchi, tutti, dentro questa cattività forzata. Escludere i non vaccinati sarebbe una discriminazione, chiediamo un protocollo che permetta buona sicurezza senza tagliare fuori nessuno”.
Andrea Volpintesta primo ballerino del Teatro Alla Scala di Milano: “Le richiesta dei vaccini per la riapertura dei teatri potrebbe essere ulteriore freno alla ripresa, dovuto allo scetticismo ancora imperversante nella popolazione e questo prevederebbe una platea poco nutrita e che sarà contingentata; inoltre la popolazione è ancora indietro sulle tempistiche di vaccinazione e di certo non si può attendere l’immunità di gregge. Il nlstro pensiero è più orientato su misure preventive, come si era pensato da subito, e quindi sanificazione di persone e ambiente e capienza contingentata, mascherine obbligatorie per tutta la durata dello spettacolo. Forse il tampone sarebbe una buona soluzione, ma di certo non la vaccinazione considerando le tempistiche per questo, no. E cmq il vaccino serve solo per entrare in teatro?! E i supermercati e i centri commerciali?! Allora il vaccino per poter andare ovunque non solo in teatro”.
Sabrina Brazzo, etoile Teatro alla Scala di Milano: “Ancora una volta la politica ci chiede di dare esempio. Ma questo è strano, abbiamo tenuto duro definendoci soggetti che sanno far divertire ma il messaggio non doveva essere questo. Ci daranno ora la possibilità di andare avanti e riprendere? Ancora si parla di una falsa idea di settore elitario quando invece non è cosi. Non si vuole dare il giusto rilievo alla Danza. Al di la di vaccinarsi per il bene di tutti, non si può chiedere ancora di essere di esempio in questa situazione drammatica, non avendo poi dei veri numeri di contagio sul quale fondare tutto questo”.
Maria Grazia Gargioli coreografa e già direttrice del Coropp di Ballo della Fondazione Arena di Verona: “Friedrich Nietzsche diceva “Conta per perduto un giorno senza danza” Quanti giorni ancora dobbiamo perdere della nostra vita, della nostra storia, del nostro essere artisti. Fateci tornare a vivere e risorgere come la fenice più forti e più belli dalle nostre ceneri. In Italia ogni piazza, borgo è un palcoscenico naturale, aspettateci stiamo arrivando!”
Giuseppe Picone etoile internazionale, già Direttore del Ballo del Teatro San Carlo di Napoli: “Un famoso detto dice ” Impara l’arte e mettila da parte”. La mia paura è dover testimoniare che l’arte può essere tranquillamente messa da parte”.