Mercoledì 12 aprile 2023 alle ore 16.30, ISIA Faenza presenta l’incontro Une Belle Vie, Une Belle Mort con l’antropologo Riccardo Bononi, che si terrà nell’Aula Magna “Andrea Emiliani” con accesso libero al pubblico. Introduce e modera, Ivan Severi, antropologo e docente di ISIA Faenza.
L’Occidente riuscirebbe a immaginare un mondo in cui l’idea stessa della morte non esiste? Dove gli uomini non sono spaventati dalla morte e dai tabù ossessivi riguardanti la mortalità umana? L’antropologo britannico Geoffrey Gorer ha scritto di come la morte sia diventata “pornografica” per noi occidentali, un contenuto osceno da cui proteggere i bambini. La paura associata alla morte è sempre stata considerata un universale culturale nel tempo e nello spazio: “Gli uomini temono la morte”, e questa convinzione non è mai stata messa in dubbio.Tuttavia questa verità viene meno in Madagascar, dove il Culto degli Antenati è la religione di stato: un mondo agli antipodi, dove i vivi e i morti intrattengono discussioni, condividono esperienze e spazi domestici, dove i bambini giocano tra i cadaveri e la morte non è mai considerata come antitetica alla vita.
Come antropologo culturale, Riccardo Bononi ha vissuto per dieci anni a stretto contatto con il popolo malgascio, nelle loro case e nelle loro tombe, immergendosi completamente con le loro usanze, linguaggi e tradizioni peculiari, condividendone tanto la vita quotidiana, quanto la quotidianità della morte. Da questa esperienza è nato il libro fotografico Une Belle Vie, Une Belle Mort (ed. Irfoss).
Laureato in due diverse discipline delle scienze sociali, psicologia e antropologia, Riccardo Bononi lavora dal 2010 come antropologo visivo presso l’Istituto Irfoss di Padova. Nel 2015 entra a far parte dell’agenzia internazionale Prospekt Photographers con sede a Milano, e nello stesso anno inizia a insegnare presso il corso post-lauream “Death Studies & the end of life” presso L’università degli studi di Padova. Nel 2019 diventa art director di IMP Festival internazionale di Fotogiornalismo e dal 2022 è coordinatore del Corso di Perfezionamento Unipd “Creative Arts Therapies” e direttore del corso annuale di alta formazione in “Giornalismo Visuale e Fotografia Documentaria”.
Combinando fotografia e audiovisivo come mezzi di ricerca privilegiati, ha lavorato in Africa, Sud e Nord America, Asia ed Europa. Dal 2006 si è concentrato sui tabù riguardanti la morte, soprattutto in Madagascar. Tra gli altri importanti riconoscimenti, nel 2015 è stato nominato “Best Photographer of the Year – Professional Sport Category” ai World Photography Awards. Le sue foto sono state esposte a Londra, Berlino, Parigi, Roma, Bucarest, Bolivia, Lodi, Pechino, Lishui e sono state pubblicate su riviste di tutto il mondo. Nella sua visione, la fotografia è molto più di un mero strumento per la raccolta di dati: è la base per un linguaggio universale, un ponte tra persone e luoghi che permette di superare i confini invisibili tra le culture.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Informazioni
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