Riding Monsters, il nuovo album di Henry Beckett

Nove tracce che solcano le onde del suo universo introspettivo e profondo. I testi dei brani hanno una forte ispirazione autobiografica e delineano un chiaro ritratto della personalità del cantautore milanese ma di anima americana. Henry è alla ricerca del suo posto nel mondo ed è in lotta costante con le difficoltà che fanno da freno al raggiungimento dei suoi obiettivi. Nonostante questo, in brani come Riding Monsters”, Some People Get Lost” o Blackbird” ciò che viene messo più in luce non è la frustrazione dovuta ai numerosi ostacoli, ma la voglia di conoscersi anche attraverso tali difficoltà in modo da familiarizzare con esse per trasformarle in qualcosa di positivo per sé. Vince dunque la forza e la voglia di rialzarsi sempre, combattendo il più possibile contro la rassegnazione e il senso di impotenza che spesso ci portano a rimanere seduti ad aspettare che sia il caso a spostare i nostri binari sul tracciato giusto. È proprio questo il pensiero che viene rappresentato nella foto di copertina, in cui primeggia, appunto, il bisogno di reagire prendendo il controllo degli eventi.

Musicalmente, nellintero viaggio di Riding Monsters, Henry Beckett rimane fedele alla tradizione americana dellalternative-rock e, in generale, al mondo anglofono cantautorale, portando lascoltatore ad immergersi in spazi sconfinati colorati da chitarre riverberate e dalla sua voce calda e sognante.

Noi lo abbiamo intervistato e gli abbiamo chiesto di parlarci della scelta dell’utilizzare la lingua inglese e di come rialzarsi dopo una caduta.

  1. L’inglese può essere un filtro, trattandosi di un progetto che ha come base una forte ispirazione autobiografica? Come mai questa scelta?

Purtroppo non è stata una scelta presa a tavolino, altrimenti vi assicuro che mi sarei lanciato in qualcosa di più semplice! C’è stato poco da fare: io sono nato e cresciuto con questo tipo di musica e mi ci sono sempre identificato, mentre faccio tuttora fatica a trovare brani in italiano che inserirei tra i miei ascolti. Di conseguenza, avendo sempre voluto scrivere qualcosa che potessi riconoscere come mio, non ho potuto forzarmi a fare in altro modo. È vero che può essere un filtro per il pubblico italiano ma ho sempre ritenuto che le parole non siano la prima cosa che ti arriva da una canzone. In più, dato il genere alternative-rock dei miei brani, spero di poter raggiungere più persone anche all’estero che in italiano probabilmente non riuscirei mai ad intercettare.

  1. Ci sono dei progetti musicali che possono influenzarti e piacerti, pur usando l’italiano? Segui anche la scena contemporanea?

Ovviamente ci sono delle eccezioni a quanto ho detto prima ma sono rare. A parte un piacere antico per la discografia di Zucchero, apprezzo molto la musica di GINEVRA, che tra l’altro aveva iniziato anche lei in inglese, o alcuni brani di Claudym, stesso iter, o di The Leading Guy… anche lui ha iniziato a scrivere in italiano dopo essere nato come un cantautore folk in inglese. Beh, sembra che il porto italiano sia l’arrivo di molti. Onestamente credo di essere talmente testardo da non cambiare rotta. Al massimo naufragherò!

  1. Riding Monsters” fa riferimento a dei mostri interiori. Quali sono?

Tutti quelli che ci mettono i bastoni tra le ruote nelle relazioni, nei personali percorsi di vita, a lavoro, in famiglia, quando vogliamo seguire una passione che richiede un certo grado di rischio ma non stiamo credendo abbastanza in noi stessi. Sono tutti lati oscuri delle nostre personalità che però, invece di essere tenuti nascosti in un armadio, andrebbero conosciuti per poter capire meglio quali siano i limiti su cui dovremmo lavorare. Magari questo ci porterà a trasformare una nostra debolezza in un punto di forza.

  1. E per chi non riesce a rialzarsi, quale potrebbe essere il messaggio di questo disco, alla fine?

Premettendo che siamo capaci di rialzarci molto più di quanto siamo portati a credere, il messaggio è che navighiamo tutti su barche bagnate da mari tempestosi e imprevedibili. Quindi, anche chi si trova in estrema difficoltà nell’incertezza del proprio viaggio può pensare di non essere solo, di non essere sbagliato o necessariamente alla deriva. Questo potrebbe essere un punto su cui soffermarsi per poter trovare più facilmente la forza di rialzarsi. Certo, poi servirebbe più vicinanza collettiva per poterci supportare realmente a vicenda. Ma viviamo in una società molto individualista, come raccontato dalla traccia “Riding Monsters”.

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