Risolto l’omicidio di Monaco Carmine – Ponte Sisto – Arrestato pusher di Marijuana 21enne
Roma – I Carabinieri della Stazione Roma Trastevere questa notte, nel corso di uno specifico servizio antidroga nel quartiere, hanno arrestato un cittadino peruviano, di 21 anni, studente, già noto alle forze dell’ordine, con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. I militari, nei pressi di Ponte Sisto, hanno prima notato il giovane spacciatore aggirarsi con fare sospetto e dopo pochi istanti hanno assistito allo scambio dello stupefacente con un ragazzo minorenne e sono quindi intervenuti bloccandoli. I militari nel corso della perquisizione personale hanno rinvenuto diverse dosi di marijuana, compresa quella ceduta, e alcune decine di euro, provento dell’illecita attività. Il tutto è stato sequestrato mentre lo spacciatore è stato arrestato ed associato al carcere di Regina Coeli e il minorenne segnalato all’Autorità competente come consumatore.
Rapinano un connazionale. Due 2 cittadini romeni arrestati
Roma – I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro, hanno arrestato due cittadini romeni, di 37 e 42 anni per rapina. I due, già noti alle forze dell’ordine, in via Marsala, zona Termini, hanno aggredito un loro connazionale, colpendolo con calci e pugni per portargli via il portafogli. I militari prontamente intervenuti li hanno bloccati, recuperato la refurtiva ed hanno soccorso la vittima che è stata accompagnata presso l’ospedale più vicino, ne avrà per 30 giorni. I due rapinatori, arrestati sono stati associati presso la Casa Circondariale di Roma Regina Coeli.
Roma – risolto l’omicidio di Monaco Carmine avvenuto lo scorso 3 febbraio 2011 nelle campagne di Cerveteri. Carabinieri e Guardia di Finanza congiuntamente arrestano l’autore.
In data 03.02.2011, nelle campagne di Cerveteri veniva rinvenuto il corpo senza vita di Monaco Carmine, attinto da tre colpi di arma da fuoco. I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Civitavecchia intervenivano immediatamente sul posto, ove sopraggiungeva anche il PM dott.ssa Margherita Pinto, effettuando un accurato sopralluogo con tutti i rilievi e repertamenti del caso. Le indagini immediatamente attivate, indirizzavano gli inquirenti verso la pista economico/finanziaria in quanto il soggetto era già noto ai Carabinieri, poiche in passato lo avevano arrestato per reati di usura ed estorsione. L’attività investigativa andava ad integrarsi con altra indagine del Gruppo della Guardia di Finanza di Fiumicino, che, nel frattempo, stava procedendo nei confronti di un’associazione a delinquere dedita al traffico internazionale di stupefacenti, dopo aver sequestrato 100 Kg di cocaina ed arrestato 6 corrieri. Per tale motivo il procedimento veniva assorbito dalla DDA di Roma, ed il PM titolare, dott. Carlo Lasperanza, delegava i due organi di PG a proseguire congiuntamente le indagini circa l’evento delittuoso, in quanto l’omicida faceva parte anche del menzionato gruppo criminoso. L’attività investigativa dei Carabinieri, che stavano ricostruendo le modalità dell’omicidio, si è pertanto, integrata con le intercettazioni telefoniche ed ambientali, le attività elettroniche di pedinamento e l’analisi dei tabulati telefonici che la Guardia di Finanza stava contestualmente eseguendo a carico dell’organizzazione criminale dedita al narcotraffico. Il linguaggio criptico utilizzato al telefono dall’omicida quando riferisce le modalità del fatto come se si fosse trattato di una battuta di pesca, non traeva, infatti, in inganno i finanzieri in ascolto, che collegavano il contenuto delle telefonate all’evento delittuoso appena commesso. In tal modo, attraverso l’utilizzo di sofisticati software, che hanno permesso l’individuazione delle tracce lasciate sul luogo del delitto dai telefoni cellulari e dai navigatori gps, sono stati ricostruiti tutti i movimenti dell’omicida e, al termine dell’attività investigativa, è stato possibile ricostruire non soltanto l’evento delittuoso, ma anche il contesto nel quale è maturato. Innanzitutto il movente: P.F., a causa delle continue perdite economiche inflitte all’organizzazione criminale di cui lo stesso faceva parte dai sequestri della Guardia di Finanza, era diventato debitore di Monaco Carmine il quale, a sua volta, lo teneva sotto pressione ormai da mesi al fine di rientrare del prestito. P.F., evidentemente, temeva il suo usuraio, inviando addirittura un’altra persona in occasione di un appuntamento già fissato. Sempre nell’ambito del traffico di stupefacenti, P.F. aveva perso credibilità nei confronti del resto dell’organizzazione proprio a causa dei numerosi ed ingenti sequestri che avevano minato le basi organizzative ed economiche del sodalizio. Il gruppo criminoso, infatti, stava valutando l’ipotesi di tenere P.F. fuori dagli affari, anche a causa dei suoi problemi di alcool e droga, che lo rendevano inaffidabile. Da quì discendeva la necessità di riscattarsi nella considerazione degli altri componenti dell’organizzazione. Tale esigenza è coincisa con la necessità di eliminare il problema Monaco, le cui pressioni erano diventate sempre più insistenti e fastidiose, motivo per cui P.F. ha pensato di risolvere tutte e due le questioni con un’unica azione delittuosa: l’omicidio avrebbe consentito al P.F. sia il vantaggio di eliminare l’usuraio sia quello di riscattarsi agli occhi dell’organizzazione, i cui componenti erano a conoscenza di tali propositi. P.F., quindi, iniziando a premeditare l’omicidio, si procurava arma e proiettili clandestini, fissava un appuntamento con Monaco, dicendogli sin da subito che avrebbe voluto parlargli da solo ed in luogo appartato e si recava all’appuntamento utilizzando un’autovettura intestata alla sua concessionaria B.M. di Santa Marinella; fatto salire in macchina il Monaco i due si recavano in via Monte Abatoncino ed una volta sul posto, avveniva la fredda esecuzione. Subito dopo P.F. poneva in essere attività tendenti ad eludere eventuali indagini, dimostratesi vane in quanto la PG procedente è riuscita comunque ad individuare l’autovettura utilizzata per commettere l’omicidio prima che fosse fatta scomparire. Nonostante l’esito negativo degli accertamenti tecnico-scientifici del RIS di Roma, gli elementi indiziari raccolti a carico di P.F. sono stati giudicati dal GIP presso il Tribunale di Civitavecchia talmente gravi da portare all’emissione del provvedimento cautelare nei confronti dell’indagato, nel frattempo già tratto in arresto per droga. Il buon esito dell’inchiesta è dovuto, quindi, sia all’utilizzo di sofisticate tecnologie investigative affiancate alle tecniche d’indagine classiche, sia alla sinergia tra i Reparti dei Carabinieri e della Guardia di Finanza operanti, coordinati dalle Procure della Repubblica di Roma e di Civitavecchia, i cui P.M. dott. Lasperanza e dott.ssa Pinto hanno seguito tutte le fasi delle investigazioni con puntualità, attenzione, scrupolo ed estrema precisione. In tal modo, le indagini, condotte in prima battuta autonomamente dal 1° Nucleo Operativo della Guardia di Finanza del Gruppo di Fiumicino e del Nucleo Operativo e Radiomobile dei Carabinieri di Civitavecchia, hanno consentito, insieme, di raccogliere gli elementi che inchiodano P.F. alle sue responsabilità.
Roma – Adolescente costretta dalla madre a prostituirsi in sua presenza
Una donna di 54 anni, L.R., separata e con precedenti per sfruttamento della prostituzione, è stata arrestata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma con l’accusa di aver costretto la figlia (oggi 19enne) a prostituirsi da quando aveva 17 anni. Le indagini sono state avviate dopo che la ragazza aveva rivelato quanto subito al personale dei servizi sociali del Comune di Roma che la seguivano vista la situazione familiare di grave disagio. La Procura della Repubblica del Tribunale di Roma ha quindi affidato agli investigatori dell’Arma il compito di accertare i fatti. Dall’attività svolta è emerso che la madre, da diverso tempo, obbligava la figlia ad avere rapporti sessuali in cambio di soldi e cocaina con F.L., 56enne, con gravi precedenti soprattutto per reati connessi al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti e per tale motivo conosciuto nel quartiere romano di San Basilio. Per accertarsi che non vi fossero problemi di alcun tipo, la donna assisteva personalmente agli incontri che procurava alla figlia, alla quale faceva preliminarmente consumare alcool e sostanze stupefacenti per vincerne ogni possibile resistenza e inibizione. Sia l’uomo che la donna, indagati a vario titolo, per i reati di prostituzione minorile aggravata, violenza sessuale di gruppo e cessione di sostanze stupefacenti a minorenni, sono stati arrestati in esecuzione di un’Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma sulla base delle risultanze investigative acquisite. Ulteriori indagini sono in corso per identificare altri possibili “clienti” della ragazza, attività resa complessa dal fatto che la madre era solita chiamarli attraverso “soprannomi” e che, spesso, la ragazza veniva stordita mediante assunzione di alcool e droghe.
Roma – Quattro pusher in manette
Continua l’attività di contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti da parte dei Carabinieri del Gruppo di Roma. Dopo gli arresti dei giorni scorsi, altri quattro sono finiti nella rete dei militari, sorpresi mentre spacciavano droga in vari quartieri della Capitale. I primi a finire in manette sono due romani di 24 e 30 anni, arrestati in due diversi episodi dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma. I militari hanno sorpreso prima il 24enne in via dell’Archeologia, quartiere Tor Bella Monaca mentre spacciava cocaina successivamente il 30enne in via Tor Cervara, mentre vendeva dosi di hashish e marijuana. Nello stesso arco di tempo, un cittadino del Sudan di 32 anni è stato fermato dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Piazza Dante. I militari lo hanno “beccato” in via dei Latini mentre spacciava marijuana. Protagonista dell’ultimo episodio, un romano di 53 anni, arrestato dai Carabinieri della Stazione di Roma Talenti, che l’hanno sorpreso in via Carmine Gallone, zona Vigne Nuove, mentre spacciava dosi di hashish e cocaina. I quattro “pusher” arrestati sono stati trattenuti in caserma a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa di essere processati con rito direttissimo.
Due topi d’appartamento arrestati in pieno giorno dai Carabinieri di Ostia Antica
Nel primo pomeriggio di ieri, una pattuglia della locale Stazione Carabinieri, ha sorpreso due “topi d’appartamento” intrufolatisi in una villetta con l’intento di svaligiarla, approfittando dell’assenza dei proprietari che si trovavano in vacanza. I ladri, entrambi cileni pregiudicati, S.A.J.C. 38enne e P.D.J.A. 25enne, dopo aver scavalcato il muro di cinta dell’abitazione, avevano cominciato ad armeggiare con alcuni arnesi da scasso nei pressi della porta d’ingresso, credendo di non essere stati notati da nessuno e di poter così lavorare indisturbati. Viceversa i militari di Ostia Antica, che stavano espletando un servizio di pattuglia mirato al contrasto dei reati contro il patrimonio, proprio a seguito dei numerosi furti avvenuti in zona durante l’estate, avevano già individuato da qualche minuto i due soggetti e li stavano monitorando tenendosi a debita distanza, sospettando che potessero commettere un furto; infatti, non appena li hanno visti scavalcare il muro di cinta, non hanno esitato a fare lo stesso e sono riusciti a bloccarli prima che gli stessi potessero entrare nella villetta per razziarla. I due cileni, quando si sono visti a ridosso i Carabinieri, hanno tentato la fuga ma sono stati prontamente raggiunti e bloccati, finendo così in manette con l’accusa di tentato furto aggravato in abitazione. Il solo S.A.J.C. dovrà rispondere all’Autorità Giudiziaria anche per il reato di resistenza a Pubblico Ufficiale, poiche si è opposto con veemenza all’arresto, spintonando e strattonando il militare che lo aveva bloccato, ma senza procurargli lesioni e senza riuscire a divincolarsi per guadagnarsi la fuga. Entrambi saranno giudicati in mattinata presso le aule direttissime del Tribunale di Roma.
Roma – Giovane rapina un negozio di cosmetici. Cittadina romena in arresto
I Carabinieri della Stazione di Roma Bravetta hanno arrestato una cittadina romena di 17 anni, già nota alle forze dell’ordine, con l’accusa di rapina. I militari l’hanno fermata in via della Pisana dopo che la giovane è entrata in un negozio cosmetici, all’interno del centro commerciale, l’ha rapinato, portando via 1700 euro di prodotti di bellezza e aggredendo la titolare del negozio che aveva tentato di fermarla. I Carabinieri hanno rinvenuto la refurtiva che è stata restituita al legittimo proprietario mentre la 17enne arrestata è stata accompagnata al Centro di Prima Accoglienza in via Virginia Agnelli.
Picchia la moglie. Romeno arrestato per maltrattamenti in famiglia
Ponte Galeria – I Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato I.L.G., 22enne romeno pregiudicato, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. Il giovane, dopo un diverbio per futili motivi con la propria moglie, l’ha improvvisamente aggredita, colpendola veementemente con calci e pugni, che le hanno cagionato lesioni personali, giudicate guaribili in 7 giorni s.c. dai medici del pronto soccorso dell’Ospedale “San Camillo” di Roma. Questa volta la donna, esasperata per l’ennesimo episodio di violenza da parte dell’uomo, ha deciso di contattare i Carabinieri e di denunciarlo, dal momento che lo stesso già in passato era stato autore di aggressioni analoghe nei confronti della donna. Il romeno è così finito in manette e sarà giudicato presso le aule del Tribunale Ordinario di Roma per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.
Ancora violenza tra le mura domestiche – Picchia la compagna 20enne che dopo l’ennesima violenza chiama i carabinieri. Arrestano 36enne di origini sarde.
Roma – Un ennesimo episodio di maltrattamenti in famiglia è stato registrato, ieri, in un appartamento della Capitale. Un 36enne di origini sarde, già conosciuto alle forze dell’ordine, è stato arrestato dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma. Il tutto si è consumato all’alba di ieri in un appartamento nel quartiere Nuovo Salario. A seguito dell’ennesima violenza, scaturita da futili motivi, l’uomo ha picchiato selvaggiamente la compagna di 16 anni più giovane di lui, anche essa di origini sarde. La giovane donna, stanca dal subire violenze dal convivente, ha deciso di chiamare i Carabinieri. I militari, immediatamente intervenuti presso l’abitazione, hanno trovato l’appartamento completamente a soqquadro, la donna in lacrime e l’aggressore eccessivamente agitato e in evidente stato di ebbrezza, che alla vista dei militari ha inveito contro scagliando anche un accendino. Nonostante la furia del violento delinquente, i Carabinieri sono riusciti a bloccarlo e ad ammanettarlo. L’arrestato è stato accompagnato al carcere di Regina Coeli a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. La donna, invece, è stata dimessa dai medici dell’ospedale Sandro Pertini con una prognosi di 7 giorni per contusioni al viso.
Rignano Flaminio (RM) – Dopo averla violentata le estorceva denaro. Carabinieri arrestano un cittadino romeno 39enne, già in carcere per un’altra violenza sessuale.
Violentata e sottoposta a ripetute estorsioni, alle quali aveva sempre ceduto, consegnando denaro contante per circa 2mila euro, affinche non venisse fatto del male ai propri figli. La donna, all’ultimo episodio di violenza, ormai estenuata, si è rivolta ai Carabinieri della Stazione di Rignano Flaminio denunciando l’accaduto. Le conseguenti indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Tivoli, hanno permesso ai militari di raccogliere fondati elementi di colpevolezza, sulla base dei quali l’Autorità Giudiziaria ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dello spregiudicato aguzzino, un cittadino romeno di 39 anni già conosciuto alle forze dell’ordine. Il provvedimento è stato eseguito presso la casa circondariale di Roma – Rebibbia, dove lo stesso è recluso per altra violenza sessuale, consumata a Castelnuovo di Porto, l’8 maggio scorso, in danno di una ragazza romana.
Ostia: Controlli da parte dei carabinieri sul litorale. 3 persone arrestate
I Carabinieri di Ostia hanno effettuato un servizio volto a rendere più sicuro, negli orari notturni, il fine settimana e che ha portato all’arresto di 3 persone. Questa notte la Stazione Carabinieri di Casal Palocco ha arrestato F.L., 56enne romano, già conosciuto alle forze dell’ordine, con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale: In via Amedeo Bocchi, intorno a mezzanotte, due uomini, in evidente stato di ebbrezza, hanno iniziato a picchiarsi a vicenda, per futili motivi. Un passante, ha notato quanto stava accadendo e ha richiesto l’intervento di una pattuglia al 112; l’immediata chiamata ha permesso ad una gazzella, che già si trovava nei paraggi, di raggiungere il luogo del fatto. I militari hanno rintracciato i due uomini, ancora intenti a colpirsi, e li hanno fermati. I due delinquenti, nonostante la presenza degli uomini dell’Arma, hanno continuato a litigare, e addirittura uno dei due si è scagliato contro i Carabinieri intervenuti, ma veniva bloccato immediatamente ed arrestato. Ancora l’altra notte, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Ostia, ha arrestato M.E., 40enne, romano, già conosciuto alle forze dell’ordine, per aver violato gli obblighi dalle sorveglianza speciale. Nei pressi di Piazza Regina Pacis, una pattuglia dei Carabinieri, ha notato un uomo, che alla loro vista cercava di dileguarsi. Tale atteggiamento ha insospettito i militari che prontamente lo hanno fermato e lo hanno sottoposto ad un controllo. Dai primi accertamenti è risultato che l’uomo era sottoposto alla sorveglianza speciale e per tale motivo, durante le ore notturne, non poteva allontanarsi dalla propria abitazione, quindi veniva arrestato.
Sempre questa notte, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia Ostia, hanno arrestato per resistenza a pubblico ufficiale N.P., 43enne, romano, già conosciuto alle forze dell’ordine. Erano passate da poco le 4.00, quando l’uomo, in balia dei fumi dell’alcol, ha iniziato a litigare con una seconda persona, sul lungomare di Ostia, nei pressi dei locali notturni. Non appena è giunta una gazzella dei Carabinieri, il delinquente ha inveito contro i militari che lo hanno subito bloccato ed ammanettato. I tre arrestati sono stati accompagnati in caserma in attesa del rito direttissimo che si terrà domani presso il Tribunale di Roma.
Controllore Atac aggredita con una violenta testata. Carabinieri arrestano un cittadino egiziano 33enne
Roma – Un cittadino egiziano di 33 anni, già conosciuto alle forze dell’ordine, è stato arrestato, nel quartiere Prenestino, dai Carabinieri del Nucleo Operativo Roma Casilina per aver aggredito un controllore ATAC sull’autobus di linea 314. E’ accaduto nella tarda mattinata di venerdì scorso, quando, alla fermata di Largo Preneste, il controllore, una ragazza di 26 anni, è salita a bordo del 314 diretto al Colle Prenestino ed ha iniziato a verificare i titoli di viaggio. Sembrava andasse tutto liscio fino a quando la giovane controllore si è trovata a chiedere il biglietto ad un uomo. A tale richiesta il cittadino egiziano 33enne ha risposto aggredendo il controllore con una violenta testata al viso, scaturendo il panico tra gli occupanti dell’autobus, impressionati anche dal viso completamente insanguinato della giovane. A quel punto, tutti solidali, l’autista ha immediatamente bloccato le porte per evitare la fuga dell’aggressore, invece le persone presenti sull’autobus, mentre trattenevano il 33enne, hanno chiesto l’intervento dei Carabinieri tramite il 112 e dell’ambulanza. I militari dell’Arma, immediatamente giunti sul posto, sono saliti sul veicolo pubblico ed hanno così ammanettato il violento aggressore, che non ha opposto resistenza. Ieri mattina, l’arrestato è stato giudicato col rito direttissimo e dovrà scontare 1 anno e 4 mesi di carcere. La donna, invece, è stata dimessa dei medici dell’ospedale Sandro Pertini con 20 giorni di prognosi, per trauma con frattura cranico nasale.