Roberta Monterosso è un’artista sincera, vera e con le idee ben chiare sulla sua musica e sul suo percorso. Il suo ultimo brano, Resistere, racconta di una storia al capolinea, un sentimento che rimane, la forza delle radici e la consapevolezza del proprio Io a discapito del Noi. Quello di Roberta non è solo un momento di condivisione per esorcizzare il dolore, ma un atto di forza e coraggio, con la speranza di guardare al domani con un nuovo animo e con la possibilità di rinascere. In questo suo nuovo percorso, Roberta ritrova le certezze nelle sue radici e nella sua casa, tornare nei luoghi familiari e vicino alle persone care per tornare a vivere e a scrivere. Una nuova esistenza per continuare il suo percorso nella musica e in attesa del nuovo progetto ormai prossimo all’uscita.
Ormai questo brano è uscito già da qualche settimana. A mente lucida e vedendo l’eco generato da questo brano, quali sono le tue considerazioni ad oggi su Resistere?
Ho avuto modo di tirare le somme, anche grazie ai feedback ricevuti da persone a me care e vicine, dagli ascoltatori e dagli addetti ai lavori. Fortunatamente ho ricevuto critiche positive e costruttive, ed è stato molto importante per me. Non perché volessi solo pareri benevoli, ma perché mi interessava realmente capire, a mente fresca, cosa andava bene e cosa c’era da migliorare; anche perché, appena esce un pezzo, metti tutto nel calderone e quindi, capita di non dare peso ai giudizi iniziali. Quando invece ti fermi, è bello fare chiarezza, ordine e capire cosa si è fatto. Oggi quindi mi ritengo fiera di quello che c’è stato e sono pronta per quello che mi riserverà il futuro.
Tra l’uscita di questo singolo e il tuo percorso, sei riuscita anche a mettere un po’ di ordine nella tua vita artistica, o questo compito lo lasciamo all’Ep?
Resistere è il biglietto da visita e ha fatto un po’ da apripista per quello che sarà questa nuova parte di carriera. Mi ha aiutato a mettere ordine alla mia vita, anche perché, dovevo iniziare da qualche parte a risistemare dove non andava. Tuttavia, oltre a mettere in ordine, Resistere mi ha aiutato anche a ritrovare quella mia identità artistica che pensavo di non vedere più. Mi sento quindi sulla strada giusta per recuperare me stessa e riuscire a godermi i miei brani.
Un’Ep che sta iniziando a prendere forma e continuare così questo tuo nuovo percorso?
Sarà un progetto dove si parlerà di radici, perché nei miei brani e nelle mie canzoni, sono molto biografica e quindi ci sarà sempre un qualcosa di me e del mio vissuto. Sarà un album molto emotivo e dove si troverà tanto di me e del mio percorso artistico.
Un periodo di grande creatività, ma questo tuo riappropriarti della tua carriera, ti fa guardare anche oltre?
Sto appunto riprendendo in mano la mia carriera e ho deciso infatti di iniziare a raccontare anche cose non direttamente mie, ma che ho cercato di rendere personali. Posso quindi già dire, che insieme al mio team, stiamo lavorando a nuovi brani che faranno parte di un altro progetto. Brani che stanno già prendendo forma e che confermano questo periodo di forte fermento creativo. Ecco, c’è stato un ampliamento di visioni e di esperienze, che saranno importanti per il proseguimento della mia carriera.
Il concetto di equilibrio è fondamentale per questo brano e per questo tuo percorso, ma hai capito cosa ti è mancato in passato?
Sicuramente mi ha aiutato il fatto di essere tornata a casa. Il riavvicinarmi agli affetti più cari e a quei luoghi che hanno fatto parte della mia infanzia. Milano è una grande città, ma troppo caotica; ti assorbe e ti spreme se non sai come difenderti. Tornando a casa, invece, sono riuscita ad appropriarmi nuovamente di quelle cose che mi mancavano, e a dare la giusta importanza anche alle piccole cose. Ho passato una vita a rincorrere un’ideale per poter essere me stessa, ricercando in un luogo fisico la felicità e un posto per la mia musica. Invece, in questo periodo, c’è stata una presa di coscienza: il tornare indietro è stato per me fondamentale. Un modo per rimettere i pezzi del puzzle al loro posto.
Quanto è stato difficile fare quel passo indietro per tornare a “vivere”?
Non è stato affatto facile, è stato un processo complicato e che è durato tanto; anche perché, non sai se sia la mossa giusta da fare. Quindi, è stata per me una somma di piccole cose, che mi hanno fanno rendere conto che: quella cosa che ho sempre ricercato, è in realtà quello che mi ha allontanato. Così, facendo un passo indietro, ho reso giustizia al lavoro fatto ad oggi. In questo processo, la mia famiglia è stata essenziale e in particolare la figura di mio padre. Lui mi ha aiutato tantissimo a ragionare e a capire cosa volessi fare.
Quando hai capito che il passo indietro ti avrebbe aiutato anche per la musica?
Anche qui, non c’è stato un momento preciso o un evento significativo che mi ha spinto in questa direzione. Quando ho pubblicato il mio precedente album, ero stanca; è stato un lavoro lungo e che mi ha portato via tanto tempo. Questa cosa, l’ho subita e mi sembrava di non aver più nulla da dire. Non riuscivo ad ascoltarmi più e a capire dove volessi arrivare con la mia musica. Invece, andando alla sorgente di tutti i problemi, ho capito cosa avessi e ho trovato così un qualcosa da condividere. Sono rinata e sono riuscita ad arrivare ad una nuova consapevolezza grazie alle mie radici.