Roberto Bonati: Vesper and silence

Roberto Bonati: Vesper and silence

I molteplici pensieri del contrabbasso solo

Roberto Bonati, contrabbasso

ParmaJazz Frontiere Festival non molla: il concerto per contrabbasso solo Vesper and Silence di Roberto Bonati, in collaborazione con Il Rumore del lutto e in programma il 1° novembre, si sposta sui canali Social dei due organizzatori (https://www.facebook.com/ParmaJazzFrontiereFestival e https://www.facebook.com/rumoredellutto ) per restare 24 ore online per tutti coloro che vogliano approfittare di un momento di riflessione spirituale e di profondità artistica. Ad andare online, ovviamente, un’intensissima registrazione di questo progetto di Bonati raccolta il 20 luglio 2017 presso l’Abbazia di Valserena (CSAC).

Dopo anni in piccoli e grandi ensemble, come interprete, improvvisatore e compositore, Roberto Bonati conquista la sua dimensione più intima e firma Vesper and Silence: un album poetico ed intenso quanto coraggioso, per contrabbasso solo.

“Molti anni fa un amico mi invitò ad ascoltare una registrazione in cui suonavano due bassisti, Jimmy Garrison e Reggie Workman. Il brano era India, di John Coltrane. Da quel momento, dopo aver ascoltato quella musica ed essere entrato in contatto con quel suono, ho deciso che avrei suonato il contrabbasso. Uno di quei momenti in cui, se vogliamo ascoltare, possiamo cambiare il corso delle nostre vite. Da quel momento questo strumento è stato un importante e sincero compagno.”
Con queste parole Roberto Bonati presenta Vesper and Silence, aprendo le proprie esperienze al pubblico, rendendolo partecipe di un viaggio emozionale in cui la musica non è solo veicolo, ma anche una fidata e insostituibile compagna.
Vesper and Silence è stato registrato dal vivo all’Abbazia di Valserena, una meravigliosa chiesa del XIII secolo ed è anche una dedica dell’artista al luogo che ha ospitato il concerto, un luogo molto speciale, con un  suono affascinante ed evocativo, uno spazio in cui la musica si è rivelata, dove le note riecheggiano, in un percorso musicale nel quale improvvisazione e composizione si uniscono inscindibilmente.    Un audace gioco non idiomatico che passa attraverso molteplici linguaggi, accoglie diverse tradizioni e ci conduce alla scoperta delle diverse anime dello strumento ma soprattutto, come dice Bonati, “alla rivelazione della mia anima”.

Compositore, contrabbassista, direttore d’orchestra. Nato a Parma nel 1959, Roberto Bonati deve la sua formazione allo studio del contrabbasso e agli studi letterari e di Storia della Musica.
Studia composizione con Gianfranco Maselli e Herb Pomeroy, direzione d’orchestra con Kirk Trevor. Presente sulla scena italiana dal 1980, ha al suo attivo una lunga esperienza sia come solista e leader di propri ensemble (dal quartetto alla ParmaFrontiere Orchestra), sia al fianco di Giorgio Gaslini e di Gianluigi Trovesi, e all’interno di prestigiose formazioni cameristiche (Ensemble Garbarino e Quartettone) e sinfoniche (Orchestre della Rai di Milano e Torino). Con le formazioni Musica Reservata e Rara Quartet ha effettuato numerose tournée in Europa, Messico, Sudafrica, Tunisia, Marocco, come leader del Silent Voices Quartet (Stefano Battaglia-pianoforte, Riccardo Luppi-flauti e sassofoni, Anthony Moreno-batteria) ha inciso, nel 1995, il CD Silent Voices.

Dal 1996 è Direttore Artistico del ParmaJazz Frontiere festival. Nel 1998 ha creato la ParmaFrontiere Orchestra per la quale ha composto: I Loves you Porgy (1998), dedicata alla musica di G. Gershwin, Le Rêve du Jongleur: memorie e presagi della Via Francigena (1999), basata su una rilettura di musiche medievali, …poi nella serena luce…, omaggio ad Attilio Bertolucci (2000), The Blanket of the Dark, a Study for Lady Macbeth (2001), A Silvery Silenceframmenti da Moby Dick (2003), progetti applauditi in tournée italiane e all’estero. Nel 2000, su commissione del Festival de la Medina di Tunisi, ha presentato Chants des Troubadours con il suo Chamber Ensemble (Lucia Minetti-voce, Riccardo Luppi-flauti e sax soprano, Mario Arcari-oboe, Vincenzo Mingiardi-chitarra, Stefano Battaglia-pianoforte, Fulvio Maras-percussioni).
Del 2005 è la produzione Un Sospeso Silenzio, dedicata a Pier Paolo Pasolini, eseguita in anteprima nella decima edizione del ParmaJazz Frontiere festival e presentato, fra l’altro, al Festival Internazionale di Cinema Contemporaneo di Città del Messico. Fiori di neve è del 2007 ed è ispirato alla tradizione letteraria degli Haiku (hai: pellegrinare, viaggiare – ku: poesia) e realizzato con l’Haiku Ensemble, un lavoro teso alla scarnificazione della materia musicale che segna l’approfondimento del dialogo con lo strumento voce che ha negli ultimi anni ulteriormente sviluppato grazie anche alla collaborazione con Diana Torto. Al 2011 risale Tacea la notte placida da cui è nato il progetto discografico registrato al Verdi Festival 2011, Bianco il vestito nel buio. Roberto Bonati ha maturato negli anni un linguaggio molto particolare, approdando ad una sintesi di alcuni dei molteplici linguaggi musicali che ha frequentato.
Nel 2015 ha composto e registrato, su commissione della Stavanger University, Nor Sea, nor Land, nor Salty Waves, per il Bjergsted Jazz Ensemble, un lavoro che prende l’avvio dalla mitologia norrena.
La musica di Bonati attinge costantemente alla contemporanea e al jazz, un jazz che non è mai genere o stile ma linguaggio, raffinato e capace di costruire intensi pannelli emotivi e di restituire in chiave differente poesia e cultura, grazie anche ad un particolarissimo uso della vocalità, in particolare di quella femminile.
Dal 2002 è docente di Composizione Jazz e Improvvisazione nonché Capo Dipartimento di Nuove Tecnologie e Linguaggi Musicali presso lo stesso, contribuendo a rendere il Conservatorio un polo di attrattiva anche per la musica contemporanea. Da sempre affascinato anche da altre espressioni artistiche, ha scritto musica per il cinema e la danza. Ha inciso per le etichette ECM, Soul Note, Splasc(h) Records, MM Records, CAM, Imprint Records, Nueva, Giulia, ParmaFrontiere (etichetta da lui fondata).

Articolo precedenteLa città dei cani, la mostra fotografica di Antonio Vezzari
Articolo successivoSpiritophono, prosegue la programmazione