Apre giovedì a Roma “Roma vs New York”, mostra personale del pittore Michele Telari
Scorci apparentemente anonimi e altri incredibilmente iconici di due grandi città “immortali”. “Le opere sono il risultato di una lunga e costante ricerca che sfronda l’efficacia di generi apparentemente lontani per recuperare una tensione emotiva e magica del segno pittorico”, spiega la curatrice Francesca Barbi Marinetti
LA MOSTRA – Roma e New York nelle atmosfere romantiche e malinconiche di Rainman, all’anagrafe Michele Telari. I suoi dipinti immortalano due città iconiche, tanto contrastanti quanto vicine. Si potranno ammirare da giovedì 3 marzo, vernissage contingentato dalle ore 19 alle 21, sino a domenica 15 maggio, con l’esposizione “Roma vs New York”, ideata e organizzata da Michele Telari e Tina Vannini, curata da Francesca Barbi Marinetti, ospitata presso il ristorante Il Margutta Veggy Food & Art, in via Margutta 118 a Roma. Circa venti i dipinti presenti, con tecniche e formati differenti. Ingresso libero, tutti i giorni dalle 10 alle 24.
LE OPERE IN MOSTRA – In mostra scorci apparentemente anonimi e altri incredibilmente iconici di due grandi città “immortali”, ognuna a suo modo. Da un lato Roma, eterna e culturalmente ricchissima Caput Mundi, dall’altro New York, culla del progresso e simbolo della globalizzazione “hic et nunc”. “L’idea della mostra nasce dal desiderio di “avvicinare” queste due città, così diverse ma al contempo così affascinanti – dichiara l’artista Michele Telari – accostando paesaggi e scorci cittadini che possono essere più simili di quanto si pensi. Due città che amo particolamente: della prima mi ha sempre affascinato lo sviluppo verticale delle sue architetture, la vita frenetica e le infinite opportunità che riesce a offrire; della seconda, avendo studiato all’Accademia di Belle Arti, mi accarezza il cuore quel senso di intimità e di apparente semplicità che provo tra i vicoli poco turistici, che abbracciano storie di arte e artigianato”.
L’EMOZIONE DI UNA PIOGGIA – Un motivo spesso ricorrente nelle opere di Michele Telari lo si evince proprio dal suo nome d’arte, “Rainman, l’uomo della pioggia”. L’artista riproduce infatti, sia emozionalmente che visivamente, frammenti di quotidianità sotto la pioggia. Un risultato che nasconde vari anni di ricerca stilistica e che ha reso il suo operare noto anche a livello internazionale. Telari, che tra i prossimi progetti vede la sua partecipazione all’Expo Dubai 2022 con cinque grandi opere dedicate a New York, una mostra a giugno a Montecarlo e una permanente a Gardone Riviera (Brescia), commenta così: “Ho sempre subìto il fascino della pioggia, dei temporali autunnali, dei suoi colori, dell’enorme energia che si scatena, come mi affascina anche la quotidianità delle persone. Un’atmosfera magica, che cerco di interpretare a mio modo, con la pioggia che funge da anello fra me e questo tipo di realtà”.
LA TECNICA METICOLOSA E L’ILLUSIONISMO PORTATO ALL’ESTREMO – La mostra racconta di suggestive corrispondenze di visioni mettendo a confronto latitudini e culture urbanistiche indiscutibilmente distanti: Madison Square e il Colosseo, il punto di fuga di Brooklyn Bridge e quello di Ponte dell’Angelo, via Condotti e Fifth Avenue, piazza del Popolo e i Crossing di Manhattan.
“La tecnica meticolosa di riproduzione pittorica del medium fotografico, l’illusionismo portato all’estremo da generare meraviglia e ammirazione per l’abilità tecnico-artistica, qui non sono fini a sé stessi – spiega la curatrice Francesca Barbi Marinetti – Le tonalità, tutt’altro che fredde, piuttosto che nell’impatto di una corrispondenza di riproduzione, affinano la resa di atmosfere cromatiche dai contrasti sfuggenti di ombra e luce e dall’energia vitale del movimento incessante della città. Queste opere di Michele Telari sono il compendio di un attento studio di molteplici tecniche e stili, con una tensione visiva che non disdegna una matericità pittorica che declina la luminosità di una definizione pulita con l’espressività di un impasto più corposo e visibile mediante stesura e tocchi di spatola”.
LE PAROLE DELLA TITOLARE DELLO SPAZIO – “Sono felice di ospitare le opere di Michele Telari – dichiara la titolare de “Il Margutta” Tina Vannini – perché se Roma “possiede” il mio cuore e la mia anima, New York è costantemente, e oniricamente, nella mia testa. Un accostamento unico tra due città così diverse che viene addirittura esaltato dallo stile inconfondibile di Michele, pieno di realismo e atmosfere particolari che creano emozioni contrastanti. Sono certa che i visitatori ameranno le sue opere e percepiranno, in maniera distinta, l’eternità dell’una e la grandezza dell’altra”.
BIOGRAFIA DELL’ARTISTA – Michele Telari nasce a Viterbo nel 1979. Sin da piccolo, mostra una spiccata attitudine per il Disegno. Si diploma presso il Liceo Artistico “Tuscia” di Viterbo nel 1997. Nel 2005 consegue la Laurea in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, con una Tesi dedicata all’Iperrealismo americano. Dal 2008 al 2016 insegna e dirige la sua scuola di Pittura. Nel 2016 record personale di battuta d’Asta presso Bertolami Fine Art (Roma). Nel 2016 e 2017, è incaricato dal Governo cinese, alla progettazione e realizzazione di vetrate Tiffany a tema religioso, destinate a diverse chiese cattoliche, insieme al Maestro Vetraio Marcello Carrer. Dal 2017 al 2019 espone i suoi dipinti presso la One Art Space Gallery e la NYA Gallery a New York. Nel 2019 e nel 2021 partecipa alla prestigiosa ART Innsbruck. Dall’inizio della sua carriera ha partecipato a numerose Mostre ed Expoart in tutta Italia. Attualmente i suoi lavori sono periodicamente in Asta sulla piattaforma Catawiki, riscontrando notevoli consensi tra i collezionisti di tutta Europa.