Rossana De Pace, si conclude il tour della cantautrice

Si è concluso da pochi giorni il primo tour al sud della cantautrice pugliese di stanza a Milano Rossana De Pace, il “Perché lo fai? Tour”, finanziato da Puglia Sounds: «È stato un tour speciale per me: non sono mai rimasta così tanto al sud per suonare. Di solito ci vado per riposarmi, eppure la mia musica si è trovata particolarmente a suo agio tra gli applausi mediterranei».

Partito l’8 agosto da Ginosa Marina (TA), il “Perché lo fai? Tour” (nome tratto dall’ultimo singolo della cantautrice, “Perché lo fai?”) ha toccato svariate città, dove Rossana ha portato i suoi progetti all’attenzione del pubblico di più eventi e festival, fra cui SUQ Crocevia Mediterraneo a S. Croce Camerina (RG), Giovivendo Festival ad Abatemarco (SA), Metaponto Beach Festival II Tenco Ascolta a Metaponto (MT), per chiudere il 29 agosto a Milano per il peculiare progetto PlantsPlay Orchestra, dove si è esibita accompagnata da un’orchestra di piante e con Tormento dei Sottotono come special guest: «In tutte le date le tematiche che portiamo in giro sono state accolte con grande empatia: sostenibilità, femminismo, pace, anticapitalismo, libertà, autodeterminazione. Ho percepito una necessità delle persone di voler ascoltare qualcosa di più profondo, non di evadere soltanto tramite la musica. Tutte le volte i miei musicisti mi prendevano in giro perché rimanevo ore a parlare dopo il concerto con chi c’è stato sotto il palco. Si sono aperte riflessioni, c’è stato molto scambio e sono contenta perché è quello che mi piace che si crei quando vado a qualsiasi tipo di spettacolo, che mi lasci qualcosa che mi accompagni a casa su cui riflettere, che apra una discussione». 

Un tour che ha visto Rossana portare la sua musica dal vivo in varie formazioni, dal quartetto al duo, fra brani editi e sperimentazioni, fra cui spicca il suo stretto legame con la natura, e in particolare con le piante, anche in questa serie di date utilizzate come “musicisti” grazie al progetto PlantsPlay, che tramite degli elettrodi “traduce” le frequenze in suoni: «Di data in data abbiamo posizionato una pianta tipica del luogo fra il pubblico, in modo che chi voleva poteva accarezzarla, modificandone le frequenze e, di conseguenza, il suono emesso».

Perché lo fai? Tour

nelle parole di Rossana De Pace

Abbiamo iniziato suonando in casa, in band (Giulio Milanesi alla chitarra, Alessandro Nitti alla batteria e Alberto Antoniucci al basso) nel parco di Ginosa Marina con un pubblico molto famigliare, per finire due giorni dopo in Sicilia, al Suq Crocevia Mediterraneo, forse uno dei concerti più energici di sempre in band: abbiamo ballato tantissimo, il pubblico era caldo, delle ragazze hanno steso la bandiera della Palestina sotto palco di loro iniziativa appena ho iniziato a cantare “Siamo Ospiti”, che dedichiamo alla resistenza palestinese. Riuscire a vivere il luogo dal giorno prima ci ha permesso di famigliarizzare con quei muretti a secco e suonare come se quella fosse sempre stata la nostra casa. Siamo stati accolti con tantissimo amore, porteremo nel cuore tutto.

Poi siamo rimasti in due (io e Giulio) e abbiamo viaggiato verso il Cilento, Abatemarco per il Giovivendo Festival. Anche qui siamo arrivati un giorno prima, abbiamo respirato la gente del luogo, assistito ad una partita di calcio tra frazioni limitrofe e dormito in un ex forno (Giulio è Celiaco). Il concerto non poteva che essere potente, ci siamo sentiti parte del paese. Abbiamo suonato prima di Lorenzo Kruger e dopo pogato con lui su note rock ‘n’ roll di una band locale, la The Bordello Rock ‘n’ Roll Band, per tutta la notte. Quella serata di soli sorrisi è finita filosofeggiando con Kruger sull’importanza di continuare a fare musica dal vivo e di quanto è più difficile rispetto al passato e di come si sarà sentito il primo essere umano che ha illuminato il buio; tutto questo ammirando i monti illuminati dalla notte.

La tappa successiva è stata il Metaponto Beach Festival per Il Tenco Ascolta, ma all’alba di quel giorno eravamo a Taranto a cantare alla prima edizione di un festival sul mare vicino il castello Sforzesco: Prime Luci Lest. Magico il set in duo con loop station mentre alle spalle il mare era rosa e dei delfini in lontananza tagliavano lo specchio d’acqua.

A Metaponto la location era il Castello di Torre Mare, con un palco importante che accoglieva la band di Raiz (Almamegretta), a cui abbiamo aperto il concerto insieme a Michelangelo Wood. Pubblico seduto, in ascolto attentissimo. Venivamo da date sciolte, con la gente in piedi e le birre in mano pronta a lasciarsi andare anche fisicamente a quello che ascoltava. Ci mancava proporre il nostro set in una dimensione più sospesa, per un pubblico seduto. Il peso di ogni respiro è più denso, forse; ogni nota è sotto l’attenzione maniacale di chi è in ascolto: è stato molto emozionante.

La data milanese con l’orchestra di piante e Tormento è stata potentissima. Oltre alle mie canzoni ho accompagnato quelle di Tormento alla chitarra insieme a In Arte Roger e l’orchestra di piante. Lui ha fatto la storia del rap in Italia, eppure la sua umiltà era più evidente di questo. C’è stato un momento in cui ci siamo guardati e avevamo la paralisi facciale sul sorriso, c’era solo gioia e connessione tra noi, quelle piante ed il pubblico che cantava presissimo. Il mio progetto, quello di PlantsPlay, quello di Torme, erano talmente allineati nei messaggi che volevamo mandare che è stata una full immersion di consapevolezza e good vibes che resterà in circolo per un po’. Vorrei più rapper che al microfono mi dicono di “non pensare solo al cash” facendo freestyle, insomma, e di coltivarsi nell’amore del prossimo. Una chiusura perfetta del tour!

PLANTSPLAY

spiegato da Rossana De Pace

Ho sempre sentito la connessione con la natura, una sensazione molto simile a quella con la musica; perciò è stata una conseguenza naturale, appunto, unirle.

Ho iniziato campionando suoni d’ambiente per produrre paesaggi sonori, sempre in residenze artistiche dove alla fine della permanenza creavo un ritratto del luogo con i suoi suoni, mischiandoli alla mia voce; poi mi sono chiesta se esistesse un modo per far suonare direttamente la natura e, tramite passaparola, mi fu segnalato questo dispositivo che permette di captare l’impulso elettrico delle piante e trasformare il loro bioritmo in musica.

Sia la musica che l’elettricità hanno in comune gli hertz come sistema di misura: partendo da un dato elettrico in Hz possiamo generare una nota specifica. Era esattamente quello che cercavo.

Contattai Edoardo Taori, creatore di questo dispositivo, chiedendogli di avviare una partnership e, tre giorni dopo, era a casa mia.

Ho iniziato jammando con le piante in fase performativa ed ho integrato le frequenze nei paesaggi sonori. È un po’ come descrivere un luogo tramite le sue componenti vegetali.

Uno dei lavori tra i più soddisfacenti, che è andato in mostra a Teheran, in Iran, l’anno scorso, è “Requiem”. Ero al Parco Sempione a Milano con Isabel Rodriguez Ramos, visual artist italo-cubana con cui collaboro, alla ricerca di suoni da campionare, quando troviamo un albero abbattuto da un uragano qualche giorno prima. Si era spezzato in due. Posizionando gli elettrodi sulla metà che aveva ancora le radici ancorate al terreno, è venuto fuori un suono profondissimo, che mi ricordavano rantoli di morte. Erano discontinui, ma molto gravi: sembrava che stesse cantando il suo stesso requiem, appunto, così abbiamo registrato il suo “canto” in relazione al mio tocco ed il mio canto, componendo un video artistico che celebra la sua morte.

Ho anche sperimentato costruendo paesaggi sonori con un vigneto nelle Marche di vino naturale colpito dalla peronospora (un fungo che aveva raso al suolo il 90% del raccolto); le foglie di tabacco in una casa del tabacco nelle campagne cubane (incredibili come, anche se secche, suonassero ancora).

L’ho portato anche in performance per sottolineare l’interazione uomo-natura, dato che entrando in comunicazione con loro toccandole, producendo anche noi impulsi elettrici, modifichiamo la frequenza. Il risultato è la comunione delle due frequenze.

Non solo le piante sono vive e abbiamo un feedback immediato, ma anche imprevedibile e, a livello creativo, è molto stimolante.

La maggior parte delle performance che ho condotto con PlantsPlay sono partite dalla pianta che dava il primo input su cui si costruiva tutto l’arrangiamento istantaneo, creato con loop di voci e, durante alcune performance, con strumenti inerenti al concept, come “Storie di vitae”, dove ho costruito il paesaggio sonoro live in vigna sul canto delle viti registrando sul momento groove con gli strumenti di ogni processo della vinificazione, esplorandone ogni potenzialità.

L’ultimo lavoro l’ho fatto a marzo 2024, in Francia, al Domaine de Boibuchet, finanziato dall’istituto della cultura Italiano a Parigi, dove ho monitorato per un mese lo stesso tipo di pianta disposta in parti diverse della residenza a diverse ore del giorno, segnando parametri come temperatura, esposizione solare, umidità. Ho raccolto molti dati che vorrei analizzare per scoprire se può esserci una frequenza ricorrente in natura ed ho costruito tre paesaggi sonori sui diversi habitat (terra, cielo e acqua) della residenza, costruendo un DJ set interamente creato campionando versi di animali del luogo, suoni di ambiente ed elementi del posto, frequenze di alberi e piante e la mia voce live. Alla fine della residenza ho performato in riva al lago della residenza.

Come cantautrice, nelle mie canzoni ci sono sempre riferimenti alla natura o immagini che riportano al concetto o sonorità che sanno di terra, e adesso, oltre ai contenuti, sto cercando di unire questa parte più sperimentale con quella d’autore, quindi di portare la natura non solo nelle immagini delle mie canzoni, ma proprio nei suoni.

Ho iniziato portando sul palco di Musicultura una piantina d’ulivo, simbolo di pace, ma anche della mia terra, la Puglia, che ha “cantato” con me su “Siamo ospiti”, un brano che parla della presunzione umana di sentirsi padrone di un mondo che non gli appartiene. Mi piaceva l’idea di combattere un po’ l’antropocentrismo facendo cantare con me proprio una pianta su questa preghiera cantata.

Da fine giugno, però, per la prima volta ho portato le mie canzoni live con un’orchestra di piante, collaborando con Edoardo Taori come direttore d’orchestra per quattro date a Milano con ospiti come Andy dei Bluvertigo, Pietro Morello, Tormento, Cristina Scabbia e Saturnino. Dodici piante hanno accompagnato la mia musica.

A fine giugno, poi, è uscita “Perchè lo fai?”, canzone che mi è stata ispirata dalla vista di un airone cenerino per la prima volta. Nella produzione anche il suo verso fa parte del beat!

BIOGRAFIA

Rossana De Pace, ‘96, Mottola (TA).

Inizia a scrivere canzoni a 15 anni, una terapia per aprirsi al mondo, potersi conoscere ed esistere.

La sua voce mette le radici nel Mediterraneo, la sua musica nel pop d’autore per la forma canzone e nel cantautorato moderno per i testi.

Ha vissuto a Pescara, a Torino, dove inizia la sua vera gavetta da cantautrice, e a Milano, dove si laurea in canto pop in conservatorio.

Nel 2020 pubblica il suo primo singolo autoprodotto, “Blabla”, e nasce GEA collective, dalla collaborazione come sound designer con Isabel Rodriguez Ramos, una visual artist italo-cubana con cui produce vari videoarte sul tema della connessione tra corpo, voce e natura.

È la co-fondatrice di Canta Fino A Dieci, un collettivo femminista intersezionale di cantautrici nato nel 2021.

A Milano inizia a cristallizzare il suo progetto lavorando alle sue canzoni in band.

Nel 2023 rientra tra i progetti finanziati da PugliaSounds+ per la realizzazione del suo primo EP, “Fermati mondo”, prodotto da Giuliano Dottori (Amor Fou) e anticipato dal singolo “Terra Madre”, e per il “Tour Italia” di promozione del disco che ha portato in giro per l’Italia.

Nel 2024 è tra gli artisti scelti del “Nuovo gran tour”, in Francia, per sviluppare un progetto di ricerca che mette in comunione le frequenze delle piante e la musica, finanziato dall’istituto italiano della cultura a Parigi e la direzione generale creatività contemporanea; arriva alle semifinali di Musicultura e, a giugno, parte in tour con la Plants Play Orchestra (un’orchestra di piante) con guest come Saturnino, Andy Bluvertigo, Tormento e Cristina Scabbia.

A giugno apre, inoltre, i concerti dei Negramaro negli stadi di Napoli e Milano.

Sempre a giugno esce il suo terzo singolo, il primo prodotto da lei: “Perché lo fai?”.

L’8 agosto parte il suo “Perché lo fai? Tour”.

Rossana De Pace

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