La scalogna
Per sollevare un così gran peso,
Sisifo, il tuo coraggio ci vorrebbe!
Benché si lavori di lena,
l'Arte è lunga e il Tempo breve.
Lontano dai sepolcri illustri
in uno sperduto cimitero
il mio cuore, come un tamburo a lutto,
batte funebri marce.
- Molti gioielli dormono sepolti
nelle tenebre e nell'oblìo,
lontano da zappe e da sonde.
Molti...
La piggion de casa
Nun pòi sbajà ssi vòi. Qua ssu la dritta,
Ner comincio der Vicolo der Branca,
Doppo tre o quattro porte a manimanca
Te viè in faccia una pietra tutta scritta.
Svorta er collo tra l'oste e l'artebbianca
E ppropio attacc'a quella casa sfitta
Lì a ppianterreno ciabbita er zor Titta
Er barbiere a...
La bocca de la verita'
In d'una chiesa sopra a 'na piazzetta
Un po' ppiù ssù de Piazza Montanara
Pe la strada che pporta a la Salara,
C'è in nell'entrà una cosa benedetta.
Pe ttutta Roma quant'è larga e stretta
Nun poterai trovà cosa ppiù rara.
È una faccia de pietra che tt'impara
Chi ha detta la...
Elevazione
Al di sopra degli stagni, al di sopra delle valli,
delle montagne, dei boschi, delle nubi, dei mari,
oltre il sole e l'etere, al di là dei confini delle sfere stellate,
anima mia tu ti muovi con agilità,
e, come un bravo nuotatore che fende l' onda,
tu solchi gaiamente, l'immensità profonda
con indicibile e...
La scerta
Sta accusì. La padrona cor padrone,
Volenno marità la padroncina
Je portonno davanti una matina,
Pe sceje, du' bravissime perzone.
Un de li dua aveva una ventina
D'anni, e du' spalle peggio de Sanzone;
E l'antro lo diceveno un riccone
Ma aveva un po' la testa cennerina.
Subbito er giuvinotto de quer paro
Se fece avanti a...
La disperenza der madrimonio
Quella stradaccia me la sò lograta:
Ma quanti passi me ce fussi fatto
Nun c'era da ottene pe gnisun patto
De potemme sposà co mi' cuggnata.
Io c'ero diventato mezzo matto,
Perche, dico, ch'edè sta baggianata
C'una sorella l'ho d'ave assaggiata
E l'antra no! nun è l'istesso piatto?
Finarmente una sera l'abbataccio
Me disse: "Fijo...
Risonanze
1982
Come un foglio di carta,
bianco,
su di cui la penna si rifiuta di scrivere.
Come una nota stonata
che si evidenzia all’orecchio del passante.
Come un disegno senza colori
che senza fatica alcuna,
maschera gli orrori.
Così è il Natale:
solo un simbolo,
non di più.
Solo un ricordo
che eclissa quell’incredibile armonia
di un tempo che fu.
di Federico Salvi
Il figlio
Sai da dove vieni?
... vicino all'acqua d'inverno
io e lei sollevammo un rosso fuoco
consumandoci le labbra
baciandoci l'anima,
gettando al fuoco tutto,
bruciandoci la vita.
Così venisti al mondo.
Ma lei per vedermi
e per vederti un giorno
attraversò i mari
ed io per abbracciare
il suo fianco sottile
tutta la terra percorsi,
con guerre e montagne,
con arene e spine.
Così...
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